Arcobaleni: la storia delle conquiste della comunità LGBTQ+ bresciana nel saggio di Irene Panighetti
Recensione a cura di Chiaraluna Cinquini per BresciaSiLegge.it
“Ripercorriamo insieme l’itinerario articolato e complesso, che ha caratterizzato i movimenti bresciani Lgbt nel corso dei decenni posti a cavallo del secolo, in città e provincia”
Irene Panighetti, “Arcobaleni. Brescia e i diversi orientamenti sessuali” LiberEdizioni 2017)
Una storia lastricata di conquiste, incertezze e prese di consapevolezza, sfociata – passo dopo passo, conquista dopo conquista – nel primo storico gay Pride di Brescia del 2017.
“Arcobaleni. Brescia e i diversi orientamenti sessuali” LiberEdizioni, acquista qui), il saggio di Irene Ghidinelli Panighetti pubblicato nel 2017 proprio alla vigilia del primo Brescia Pride, delinea la storia della comunità LGBTQ+ bresciana partendo da uno dei più grandi scandali degli anni ’60 (lo scandalo dei “balletti verdi”, che si originò proprio a Brescia ed ebbe rilevanza nazionale) per giungere ai giorni nostri, ripercorrendo le tappe e le conquiste che fanno parte della storia della comunità LGBTQ+ bresciana.
Lo scandalo dei “balletti verdi” e gli anni dell’oscurità
Negli anni ’60 lo scandalo dei “balletti verdi”, fece balzare Brescia agli onori della cronaca e portò in piazza senza alcuna pietà la vita privata di decine di omosessuali. Accuse di prostituzione, favoreggiamento e atti osceni, vennero mosse a catena man mano che lo “scandalo” (si parlò di festini omosessuali e quindi addirittura in un giro di pedofilia internazionale) montava a livello nazionale prima di dissolversi nel nulla. Alla fine vennero indagate 160 persone, per capi d’accusa calunniosi ed infondati: una vicenda che ebbe conseguenze serie e in alcuni casi tragiche per molte di loro.
Fu quindi fisiologica la chiusura nel silenzio da parte dei gay bresciani che rimasero nell’oscurità almeno fino alla fine degli anni ’60, quando finalmente iniziò a soffiare il vento della rivoluzione sessantottina.
Il timore lascia spazio al coraggio e alla consapevolezza
Negli anni a cavallo del Sessantotto, in un clima relativamente più liberale e favorevole, i primi timidi passi verso l’autodeterminazione iniziarono a compiersi soprattutto per la comunità lesbica. Furono quelli gli anni in cui cominciarono ad uscire allo scoperto, a Brescia, anche le prime persone trans.
Negli anni ’70 iniziano così a fiorire, non solo in città, i primi locali, bar e discoteche per lesbiche o per gay. Ciò diede finalmente alla comunità LGBTQ+ la possibilità di potersi incontrare liberamente, in luoghi amichevoli ed inclusivi.
Dovremo però aspettare gli anni ‘80 per avere testimonianza di veri e propri gruppi di omosessuali più o meno strutturati. Questi anni segnano infatti un cambio di passo: il timore di essere discriminati lascia spazio al coraggio e a maggior consapevolezza, il tutto in un clima culturale in pieno fervore. Questo nonostante la piaga del secolo, l’Aids, dilagasse duramente nella nostra città, facendola posizionare tra le prime città italiane per casi conclamati.
Anni ’90: nascono le prime associazioni LGBT bresciane
Gli anni ’90 continuarono con un’intensa attività culturale che fece nascere luoghi di incontro e di condivisione non solo sociale ma anche intellettuale e artistica. Videro la luce anche le prime associazioni omosessuali, attive ancora oggi: nel 1994 Il pianeta Viola, l’associazione lesbica separatista di Brescia, e nel 1996 Arcigay Orlando, gruppo d’iniziativa gay e lesbica. Questo fervore durò fino alla prima decade del nuovo millenio con la nascita nel 2011 di famiglie arcobaleno Brescia.
Negli anni immediatamente precedenti alla scrittura del saggio, pubblicato nel 2017, l’autrice Irene Panighetti evidenzia però una battuta d’arresto da parte delle attività della comunità LGBTQ+. Con l’avvento dei social, le persone si sono ritirate in una dimensione di introspezione, trovando rifugio nel mondo virtuale, creando legami effimeri, rivendicando diritti ma troppo spesso celandosi dietro una tastiera.
A testimonianza di ciò, la drastica diminuzione di luoghi di aggregazione e locali per gay e lesbiche: sintomo forse di una perdita di identità della comunità LGBTQ+, piuttosto che di uno sdoganamento della stessa.
2017: il primo storico “Brescia Pride”
“(Nel primo Brescia Pride) si cercò di coinvolgere gay, lesbiche, trans, queer che rifugiatisi nel virtuale o nell’isolamento privato, sono stati chiamati a tornare protagonisti attivi nella lotta per la conquista dei diritti per tutte le persone, senza discriminazione alcuna”
Irene Ghidinelli Panighetti, “Arcobaleni”
Proprio per superare l’isolamento e la frammentazione, nel 2017 un gruppo di associazioni LGBT bresciane decise quindi finalmente di organizzare il primo Brescia Pride. Non solo “un gay Pride a Brescia”, bensì interi mesi ricchi di attività, conferenze, iniziative per l’orgoglio di Brescia, organizzate da diverse decine di realtà associative di tutta la provincia unite sotto lo slogan #unirelacittà.
Il saggio di Irene Panighetti si chiude quindi all’alba del primo Gay Pride di Brescia, “celebrato” il 17 giugno del 2017 con un corteo che vide scendere in piazza almeno 7.000 persone, anticipando il fervore di quell’anno emblematico, figlio in parte anche di tutto quello che è stato fatto prima.
Con la consapevolezza che la strada verso l’equità è ancora lunga, molti sono i passi avanti che si stanno facendo, ma ancora non abbastanza.
Solo muovendosi si può ottenere qualcosa. Attivandosi, tessendo relazioni e diffondendo conoscenza. In questo modo si può forse, veder spuntar ovunque l’arcobaleno.
Titolo: Arcobaleni. Brescia e i diversi orientamenti sessuali
Autore: Irene Ghidinelli Panighetti
Editore: LiberEdizioni, 2017
Genere: Saggio
Pagine: 64
Isbn: 978-8898858903
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