Cenare con il diavolo rimanendo immacolati: indagine su Arsenio Frugoni alla corte del duce
Recensione di Sergio Facchetti per Brescia si legge
Figlio di bresciani emigrati a Parigi, ma cresciuto nella nostra provincia, Arsenio Frugoni (1914-1970) è stato uno dei più importanti medievalisti italiani, docente alla Normale di Pisa e all’università di Roma, tra i massimi studiosi (tra gli altri) di Arnaldo da Brescia, nonché padre della storica Chiara Frugoni.
“L’anno mancante. Arsenio Frugoni nel 1944-45”, scritto dallo storico Gianni Sofri (Il Mulino 2021 – acquista qui), è il libro che prova a ricostruire i mesi (precedenti l’affermazione professionale e “mancanti” in quanto mai raccontati, nemmeno dal protagonista stesso) passati dall’illustre bresciano alla corte del duce, dove Arsenio lavorò al tempo della RSI come traduttore. Ma è anche un libro che parla di Brescia, città – nelle parole dello storico Gianni Sofri, che ha indagato questa pagina poco nota della biografia dell’illustre bresciano – bella e signorile ma anche reticente e misteriosa.
“Ho poi incontrato altre persone, perlopiù gentili anch’ esse, (non tutte, però) dalle quali ho tratto la netta impressione che sapessero cose per me interessanti, ma che non intendessero parlarmene. Forse ero suggestionato, ma ricordo che, passando davanti agli androni silenziosi e solitari di molti palazzi signorili, mi pareva che emanassero un alone di mistero. Brescia (che pure avevo già conosciuto in altri contesti) mi parve quella volta, pur bellissima, una città di segreti.”
Gianni Sofri
Un libro, ambientato per lo più sulla sponda bresciana del lago di Garda, affollato di bresciani. A partire dal più illustre del secolo passato, Paolo VI, ai padri Filippini dell’oratorio della Pace, don Manziana, padre Olcese, padre giulio Bevilacqua, alle famiglie cattoliche importanti (i Salvi, i Trebeschi), agli storici Bendiscioli, don Fappani, Corsini, Zane, Franzinelli. E ancora l’archivista Mazzoldi, il sindaco di Brescia per antonomasia Bruno Boni, le nostre istituzioni, la fondazione Micheletti, il liceo Calini, L’Ateneo, le case editrici La Scuola e La Morcelliana.
L’anno mancante di Arsenio Frugoni
“Per cenare con il diavolo occorre un cucchiaio più lungo”
Proverbio inglese (tr. it. per cenare con il diavolo occorre un cucchiaio più lungo)
L’anno mancante è il 1944-45, periodo della Repubblica Sociale, tra Gargnano, villa Feltrinelli (residenza del duce), e Gardone e Salò, che l’eroe di questa vicenda Arsenio Frugoni raggiungeva in bicicletta dalla sponda bergamasca del Lago di Iseo, da Solto Collina paese dove allora, durante la guerra, stava la famiglia e ora stanno le sue spoglie mortali.
Cento chilometri all’andata cento al ritorno: a quel tempo gli intellettuali avevano buone gambe e in ogni caso Arsenio aveva a pena trent’anni. Ci andava a lavorare, faceva l’interprete alla corte del duce mediando tra fascisti e nazisti, un mestiere pericoloso.
“A Salò in quegli anni non si arrivava da turista” dice Sofri, ”Soprattutto se non si avevano le carte in regola, dal punto di vista delle idee e dei comportamenti… Non c’era molto da scherzare”. Come ci era finito quindi, Arsenio Frugoni, alla corte del duce?
Ecco quindi entrare in scena le reticenze non sono solo dei bresciani che vogliono mantenere i loro segreti, i silenzi del protagonista stesso che non amò parlare di quell’anno, documentazioni mancanti, fonti ambigue…
La tessera da partigiano del CNL attribuita a Frugoni è vera o è un falso? Perché i Salvi subito dopo la guerra accusano Frugoni di aver collaborato col regime fantoccio di Mussolini? Perché Bruno Boni presumibilmente salvato da Frugoni non accetta le sue raccomandazioni? E che dire dello zio di Arsenio, il famoso clinico Frugoni, che curò i dolori di stomaco di Mussolini con dieta a latticini prima che Mussolini si affidasse al nuovo medico tedesco Zachariae?
Cenare con il diavolo cercando di rimanere immacolato
Per il cameriere l’eroe non esiste, non v’è eccellenza o grandezza: così visto da vicino anche il male perde l’aureola di grandezza, appare banale.
Gli ufficiali tedeschi che circondano Mussolini sono diplomatici di carriera, cognomi con tanto di “von”; risparmiano al duce le notizie più dolorose, sono efficienti e gentili con il giovane interprete. La testimonianza più importante è proprio di uno di essi, Otto Joos, in una lettera alla figlia Chiara Frugoni.
Arsenio vi appare persona integra, di cultura gentilezza, e di franchezza, che non esita a dichiararsi non fascista nonostante il pericolo.
Piuttosto che alle congetture (se Arsenio fosse una spia partigiana alla corte di Mussolini o facesse addirittura il doppio gioco o fosse stato mandato li dai padri della Pace che in quel tempo cercavano di mediare, nel vuoto di potere, tra i partigiani e le autorità tedesche), ecco quindi che forse la soluzione più semplice è questa: che per non morire di fame, Frugoni avesse rischiato di cenare col diavolo.
Anche perché Arsenio, in ogni caso, il cucchiaio più lungo ce l’aveva: era giovane, bello, biondo e colto (“dalla parola facile ed elegante chiara e precisa un fare e un portato distinti. Grande mitezza e nobiltà d’animo”, dice la relazione del preside del Calini).
Un gentleman che poteva trattare senza paura, alla pari, con i diplomatici nazisti, e che per sua nobiltà d’animo poteva benissimo avere la presunzione di rimanere indenne e immacolato dalla contaminazione del diavolo, nonostante ci cenasse insieme.
Misteri più forti dell’ossessione dello storico
Alla fine, per rendere ancora più intrigante il giallo, ecco apparire un altro interprete, non biondo ma dai capelli rossi. Si sa che il pelo rosso è malvagio: è il doppio malvagio di Arsenio, lui sì volontariamente compromesso e già contaminato…. e le ricerche di Gianni Sofri, più che assolvere Frugoni, condannano questo Rossomalpelo, fonti e documenti alla mano.
Il libro di Sofri è una sceneggiatura già pronta per un film ambientato tra le belle ville del Garda, in una Götterdämmerung non tragica ma crepuscolare. Un interprete biondo e buono, uno rosso cattivo, nazisti aristocratici, un duce col mal di stomaco…
Una sceneggiatura in cui, tra i vapori del lago, i misteri e il passato resistono – indicibili – anche alla ossessiva ricerca dello storico.
Titolo: L’anno mancante. Arsenio Frugoni nel 1944-1945
Autore: Gianni Sofri
Editore: Il mulino, 2021
Genere: Saggio
Pagine: 144
Isbn: 9788815292117
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