“Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese”: le trasformazioni dello storico quartiere di Brescia, dalle origini ai giorni nostri

Borgo Trento è uno dei quartieri più antichi e vivi della città di Brescia, un luogo ancora caratterizzato da un forte senso di comunità che lega tutti i suoi abitanti. Tra il 2020 e il 2021, la storia del Borgo è stata oggetto di studio da parte di Carlo Lo Presti, autore nato a Tunisi e trasferitosi a Brescia all’età di 12 anni. 

Le sue ricerche hanno dato vita a “Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri” (La Compagnia della Stampa – Massetti Rodella Editori, 2024), un’opera che ripercorre la vita e gli eventi del noto quartiere che si estende a nord di Brescia con un resoconto lungo più di 800 anni in cui la storia locale si intreccia con la Grande Storia. 

Il documento più antico e specifico sull’esistenza di Borgo Pile e della sua vicinìa è una pergamena del 1270 conservata nel monastero di Santa Giulia, pubblicata nel testo del Regesto. La badessa di Santa Giulia, detentrice dei diritti sull’acquedotto di Mompiano, protestava contro gli abitanti di Borgo Pile e della loro vicinìa perché volevano prendere acqua dall’acquedotto per alimentare le fontane del loro abitato. Tale indicazione è molto importante perché prova sia dell’esistenza del borgo nell’anno 1276, sia della volontà di dotarlo di fontane pubbliche. Nel dodicesimo secolo la zona del borgo si popolò sempre più di contadini e, anche se isolata nella campagna, viveva di vita propria conglobando anche tutto il territorio circostante che assunse un nuovo aspetto. In quel tempo la vita pubblica nei piccoli centri abitati delle città e delle zone limitrofe veniva amministrata autonomamente dai capifamiglia riuniti in vicinie.

Carlo Lo Presti, Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri, pag. 13

Borgo Pile è già presente nel XII secolo come una vasta area collocata all’esterno della cinta muraria a nord della città. Il termine “Pile”, che indica un pilastro o un cardine, era inizialmente utilizzato in modo diffuso, ma in seguito fu attribuito solo alla porta d’ingresso adiacente al Monastero di San Faustino. 

Con il passare dei secoli, il borgo assume dimensioni sempre maggiori, estendendosi nella zona della città che attualmente interessa i quartieri di Borgo Trento, Sant’Eustachio, San Bartolomeo fino alla Stocchetta. In un territorio così vasto sorgono numerosi centri religiosi: dalla cappella dedicata a San Donino alla chiesa intitolata a Sant’Eustachio, fino alla chiesa di San Giovanni Evangelista, fulcro della religiosità nel quartiere, alla quale dal 1808 sono riconosciuti alcuni privilegi. 

Le concessioni riguardavano la possibilità di avere il battistero, il cimitero e il diritto di celebrare quasi tutte le funzioni religiose e di tenere gli oli santi. Furono esclusi i matrimoni e la Santa Messa Pasquale, per i quali era necessario recarsi a San Faustino. Avere l’autonomia incontrò la resistenza dei prevosti di San Faustino di quegli anni; la loro opposizione era stata tenacissima e si fondava sulla difesa dei principi, allora tanto cari ai benpensanti, dell’ordine, dell’unità, della dipendenza e della sudditanza che i buoni fedeli non dovevano mai contestare.

Carlo Lo Presti, Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri, pag. 34

La città del 1800 era del tutto diversa dall’attuale, con il centro storico ancora racchiuso dall’antica cinta muraria. Solo nel 1879 Porta Pile e le mura circostanti furono abbattute e il borgo fu così inurbato. Pochi anni dopo furono attivate le tranvie a cavalli, poi convertite con l’utilizzo delle macchine a vapore, che coprivano la tratta fino a Gardone Val Trompia. 

In questo periodo il quartiere è attraversato da grandi novità: l’apertura di una scuola professionale femminile, l’installazione del telefono pubblico e l’arrivo dell’illuminazione a gas, sostituita dopo una ventina d’anni da quella elettrica. Attorno all’antico nucleo storico del borgo antico iniziano a sorgere numerose abitazioni e il tessuto urbano si ricuce fondendosi con quello più periferico. 

La popolazione aumenta e così le esigenze, anche quelle legate al culto. Gli abitanti del borgo che, benché facenti parte della popolazione cittadina, sentono fortemente l’appartenenza al territorio in cui sono nati e vissuti, chiedono che venga costruita una nuova chiesa. Per poterla erigere contenendo le spese, il terreno viene donato, il progettista presenta parcelle esigue e la popolazione del borgo contribuisce con consistenti offerte e con il lavoro manuale.

Ultimata la costruzione dell’edificio sacro, 250 famiglie della popolazione di Borgo Pile, Sant’Eustacchio, Ronchi, Ponte Alto e Costalunga firmarono la richiesta di erezione a parrocchia di San Giovanni Evangelista, allegando addirittura la planimetria del suo territorio e l’elenco delle somme che avrebbero costituito il beneficio parrocchiale. Per contrastare la richiesta da San Bartolomeo giunse un tentativo di far divenire Parrocchia anche la loro chiesa. Ne nacque un interminabile braccio di ferro tra la curia e gli amministratori di San Bartolomeo che volevano la loro parrocchia e la loro autonomia. Il comune diede parere favorevole agli abitanti del Borgo.

Carlo Lo Presti, Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri, pag. 45

L’inaugurazione della nuova chiesa è però celebrata con una festa modesta, perché i debiti contratti per la costruzione dell’edificio sono consistenti. L’edificio a Cristo Re è spoglio e decorato solo da poche tele, ma con il tempo sarà abbellito con una pavimentazione a mosaico, nuovi altari preziosi e scranni del coro. L’incarico per l’affrescatura sarà conferito a Vittorio Trainini, con cui collaboreranno il fratello Luigi, Giuseppe Mozzoni e Pietro Servalli. 

Il testo di “Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri” è arricchito da numerose immagini con cui il lettore può immaginare come si vivesse nei secoli passati nell’antico Borgo, quando ancora le donne si trovavano alla fontana, i giovani si radunavano all’oratorio, per le lezioni di catechismo o per giocare, e le processioni erano seguite da tutti. Molte fotografie sono dedicate ai dettagli delle decorazioni della chiesa di Cristo Re e non mancano le riproduzioni delle mappe che raccontano la conformazione del territorio su cui sorge il Borgo. 

Complessivamente il volume è interessante: dalla lettura scopriamo le vicende che contrapponevano gli abitanti dei borghi e le relative parrocchie, ne conosciamo alcune voci, anche poetiche, assistiamo all’evoluzione di un tessuto sociale che dall’iniziale vocazione contadina di Borgo Pile diventa Borgo Trento, uno dei posti più ambiti in cui vivere, dove la coesione è ancora forte e presente. 


"Borgo Trento e le sue Chiese - Dalle origini ai giorni nostri" di Carlo Lo Presti

Titolo: Borgo Trento in Brescia e le sue Chiese – Dalle origini ai giorni nostri
Autore: Carlo Lo Presti
Editore: La Compagnia della Stampa – Massetti Rodella Editori, 2024

Genere: Saggio
Pagine: 157
ISBN: 9788884869647

Candida Bertoli

È laureata in Giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto amministrativo comparato: la tesi di dottorato, sulla protezione dei beni culturali, è depositata all’Unesco, a Parigi. Adora leggere fin da quando era bambina e le sue passioni sono l’arte e la storia. Per anni ha gestito i volontari del FAI sia a livello cittadino che regionale e ama raccontare Brescia. La sua casa è piena di libri, in ogni spazio possibile e di ogni genere. Partecipa al Festival della Letteratura di Mantova da sempre, e nel 2019 le è stato conferito il premio di “Massimo esperto della storia del Festival”

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