Brescia Fabbrica Poesia: le poesie vincitrici dell’edizione 2025 del concorso internazionale

Valorizzare la poesia e valorizzare il territorio. Questo l’obiettivo di Brescia Fabbrica Poesia, il concorso letterario lanciato nel 2022 dai giornali della Rete Bresciana (BsNews.it, CalcioBresciano.it, GardaPosti.it, ValleSabbiaNews.it), con il patrocinio del Comune di Salò e il sostegno della Cassa Rurale- Adamello Giudicarie Vallesabbia e Paganella.

Il concorso, che vuole dare voce a un genere letterario, come la poesia, considerato di nicchia e in qualche modo sorpassato dai tempi, ha visto quest’anno il coinvolgimento in giuria anche di Brescia si Legge che, in quanto associazione che si occupa di promuovere gli scrittori e le opere legate a Brescia e alla sua realtà, ha conferito uno dei premi delle otto sezioni speciali della competizione.

Il concorso apriva la possibilità di partecipazione non solo ad autori bresciani (residenti o frequentatori della provincia), ma anche ad autori italiani e stranieri, con il solo vincolo di dover citare Brescia nei testi in gara. A ogni partecipante era richiesto l’invio di tre poesie in italiano o in dialetto bresciano, in modo da consentire l’assegnazione del premio non alla singola poesia, ma al poeta.

Il numero dei partecipanti, oltre centoventi, e la qualità dei testi pervenuti (anche al di fuori della provincia) hanno dimostrato, al di là delle aspettative, che l’interesse nei confronti della poesia è ancor oggi diffuso e sentito, anche se non esibito.

Ben vengano, quindi, le occasioni come questo concorso che offrono la possibilità di uscire allo scoperto alle non poche persone che ancora si ritagliano spazi di tempo in un mondo frenetico per fissare su carta emozioni in cui tutti ci possiamo riconoscere o per consegnarci, tradotti nella bellezza di un verso, riflessioni, ricordi, preziosi momenti di contemplazione della vita.

La premiazione della seconda edizione del concorso si è svolta venerdì 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, nella suggestiva, e gremitissima, Sala dei Provveditori del Comune di Salò.

A conquistare il titolo di vincitore assoluto è stato Alessandro Rampini, docente di italiano originario di Poncarale. Con le sue poesie, moderne e profonde, ha saputo conquistare la giuria, che ha riconosciuto nelle sue opere una raffinata capacità di esplorare “l’intimo dell’essere umano attraverso il contesto sociale e territoriale in cui agisce”. Per le sue opere, Rampini ha ricevuto un assegno di mille euro, il montepremi record del concorso.

Il premio per la “migliore poesia in linea con i valori di Brescia si legge” è andato invece a Simonetta Lucchi, di origini bolzanine, ma da tempo legata alla nostra provincia, che ha saputo leggere con sensibilità ed attenzione la bellezza del territorio bresciano e restituirla in testi semplici e delicati che catturano istanti d’incanto fra le brume e lo splendore del lago di Garda.

Il concorso Brescia Fabbrica Poesia si conferma, dunque, un’importante iniziativa per la valorizzazione della poesia nel panorama culturale locale, dimostrando che, nonostante l’era digitale, questo genere letterario continua a vivere e a emozionare. Un appuntamento che, edizione dopo edizione, sta diventando sempre più un punto di riferimento per gli amanti della poesia e per chi crede nella potenza della parola.

Riportiamo di seguito i testi di Alessandro Rampini e Simonetta Lucchi.



L’odore della bomba

A Piazza Loggia a Brescia

C’è il cielo sereno, ma non lì:

il pilastro continua a dissanguarsi,

è ancora ferito, pieno di fori;

l’odore della bomba

non si allevia col profumo dei fiori.

In quel punto diluvia sempre

pure senza pozzanghere o impermeabili.

Diluvia tutt’attorno

su questa piazza rinascimentale

anche senza la manifestazione antifascista:

è una pioggia che annera i pensieri.

«Ricorda»

mi dicono.

«Ricorda» scandisce l’orologio

per dieci volte.

«Ricorda» mi intimano

a perenne necrologio

gli otto nomi sulla lapide.

«Ricorda» mi sussurrano

le ruvide fontane,

San Giuseppe con le campane,

i vicoli e i pinnacoli,

il tetto ceruleo della Loggia,

la nuda roccia di Torre Bruciata.

Non importa se sia il 28 maggio,

l’ordigno esplode continuamente;

senza fare morti

continua a seminare dolori:

l’odore della bomba

non si allevia col profumo dei fiori.

(A.Rampini)


Istruzioni per il mio funerale

A punta Sasso sul lago di Garda

Evita melodie tristi, per favore,

accompagna con un po’ di musica leggera

la mia uscita di scena.

Non voglio fiori, non uccidetene ancora.

Lasciami insepolto nell’ora del tramonto,

permettimi di dormire senza bara

nudo nella nuda terra.

Non ho nessuna timidezza

nell’essere cullato dalla brezza,

non c’è un Dio da cui nascondermi,

non possiedo un’anima da offrirgli:

mi farà da sepolcro il cielo pieno 

di nuvole a strapiombo sul Garda,

un feretro d’erba a Manerba.

Per lapide non voglio pietra cruda,

pianta vicino a me un salice

che faccia compagnia e ombreggi

la mia salma.

Infine, quando con calma

avrò fatto il giro di boa,

come epitaffio recita

quella poesia di Pessoa

che dice che la morte

è una curva della strada.

Sono solo un bimbo

che si è nascosto dietro una tenda

e a cui avanzano fuori i piedi.

Esisterò e cambierò solo forma:

mi troverai in un dettaglio del mondo,

se sai dove cercarmi.

(A.Rampini)


Respirare

Dal ghiacciaio dell’Adamello

Un tempio crolla se troppo vicine

ha le sue colonne,

così un liuto non suona

se le corde non si trovano

ad una certa lontananza.

Per questo cammino sui monti

per trovare la distanza

che mi dia l’equilibrio, l’accordo

che mi renda leggera l’esistenza.

Devo andare ad affogare

lo sguardo dalla cima 

delle montagne, toccare

i ghiacciai che stanno morendo

e da lì puntare con gli occhi

mete lontane, indistinguibili.

Devo sporgermi verso i limiti,

allungarmi da rocce lanciate

verso l’alto e lasciare che lo sguardo

nuoti senza meta

fino allo stremo.

Bracciata dopo bracciata

fino al punto più estremo,

spingersi, se si può,

oltre gli orizzonti

dove non si distinguono i contorni

e l’immagine diventa astigmatica.

E’ un fiume trafficato

o una strada che scorre

quella linea laggiù?

Colmare, o almeno

tentare di colmare,

la sete che mi separa

da ciò che non so:

ho bisogno di soffocare per respirare.

(A.Rampini)



Di nebbia

Villa di Vesio, dicembre 2022

Amo la nebbia

Che cala negli orti

E confonde le strade

Di sera

Amo la nebbia

Dei miei anni migliori

Che respiravo e nutriva

La rara gioia 

Amo ancora la nebbia

Di questo paese

Nei giorni di festa

Ritrovati

(S. Lucchi)


E tutto tace

Salò, 12 agosto

Le tue vesti 

oggi indosso, sì,

come reliquia.

Che i tuoi occhi

erano quelli del fiume.

Altri, i miei, e questo,

non l’hai perdonato.

Nel giorno, tuo,

natale, la bruma

si leva, mi cinge,

in tenero abbraccio.

Dodici agosto

di caldo e cicale,

al torrido giorno

la sera è seguita.

Tutto tace, e

scolorano piano

le nuvole viola

sul lago.

Perché, Madre?

Che quell’abito, io,

sempre, ho portato, 

cercando paziente 

un tuo sguardo.

Ora un filo di vento

leggero soltanto

increspa la notte

di acque tranquille.

Così aspetto, sospesa,

il moto dell’onda

che scivola lenta

sul cuore.

(S. Lucchi)


Il volo

Pieve di Tremosine, settembre 2023

Lanciano

rondini l’ali

contro il cielo

vermiglio 

Ombre tremule

a tratti

sui muri  

di case 

Ma il falco

alto in cerchio

richiama 

L’ eco antica

al suo grido,

lontano

 (S. Lucchi)

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