Cavalieri, cortigiani e congiure: la Brescia del ‘400 protagonista dell’esordio di Alberto Fossadri
Recensione a cura di Piero Galli per BresciaSiLegge.it
Finalmente un romanzo storico ambientato in un pezzetto di storia bresciana poco valorizzato, ma di altissimo valore e interesse, come quello stretto tra l’epoca viscontea ed il lungo periodo veneto!
“Congiure in Franciacorta”, esordio narrativo del trentenne rovatese Alberto Fossadri (grande conoscitore di storia locale ed animatore del progetto Brescia Genealogia), è un romanzo ad alto contenuto di verità storica, sapientemente e fantasiosamente orchestrato, che racconta da un punto di vista locale eventi storici di più ampio respiro mettendo al centro dell’azione alcune famiglie nobiliari bresciane.
Un testo adatto al colto appassionato di storia ma anche al cultore del romanzo avventuroso di genere medievale: 379 pagine di rara cultura locale che permettono di riscoprire, in forma di romanzo, un pezzo glorioso e oscuro della storia di Brescia assolutamente da rivalutare.
Gli assetti di potere nella Brescia di inizio ‘400
Congiure in Franciacorta si svolge quasi per intero nel primo ‘400, ed in buona parte durante la signoria malatestiana di Brescia: quando il potente signore di un territorio vastissimo, che andava dalle Marche alla Lombardia (ma che aveva sede a Brescia), era Pandolfo III Malatesta detto “Il Grande”.
Più precisamente, il libro copre un arco temporale che va dal 1407, quando si sposa a Bergamo il nobile bresciano Giacomo Oldofredi con la bergamasca Franceschina Suardi, degnati della presenza del potente Malatesta, fino al 1428, anno in cui la signoria si è ormai conclusa da 7 anni e il territorio, dopo esser tornato brevemente ai Visconti, è nelle mani della Serenissima.
Un romanzo frutto di anni di ricerca storica appassionata
Come sottolineato dall’autore Alberto Fossadri, nel romanzo (perché di romanzo si tratta) sono confluiti anni di ricerca storica appassionata, scaturiti in una “mistura di storia e invenzione” in cui è però la storia a tenere saldo il volante della narrazione.
Al punto tale che, con grande correttezza, è l’autore stesso a spiegare nelle note quali sono i pochi nomi inventati ed i pochi ruoli o episodi adattati per semplificare e rendere più fluido il racconto. Fatte salve piccole variazioni, quindi, le vicende politiche narrate sono realmente accadute: i lettori più curiosi potranno così andare a cercare conferme, trovando soddisfazione fra i saggi di settore.
Le vicende internazionali viste dal punto di vista degli interessi locali
L’originalità di questo romanzo sta soprattutto nel fatto di presentare il punto di vista dei locali protagonisti o spettatori di vicende di più ampio respiro.
Accanto a personaggi e vicende di levatura internazionale, troviamo infatti i signori – dai cognomi ancor oggi altisonanti – delle nostre parti. In labili schieramenti, sotto bandiere guelfe e ghibelline, troviamo così nomi che spesso sono capostipiti di gloriose discendenze, o personaggi di spicco nel quadro genealogico: affaccendati con i Malatesta e i Visconti, fra Sacro Romano Impero e concili vaticani, ci sono infatti i Gambara e i Martinengo, gli Avogadro e gli Oldofredi, gli Emili e i Maggi, i Suardi e i Colleoni.
Impegnati a fare ciascuno il proprio comodo, in Franciacorta e non solo.
L’atmosfera, che l’autore riesce a trasmettere in maniera efficace, è infatti proprio quella di personaggi concentrati nel perseguire i propri interessi, di famiglia e personali, intrecciando le proprie relazioni, giorno dopo giorno. All’epoca, era una questione di sopravvivenza. Il pensiero dei condottieri e dei capi famiglia era incentrato sugli equilibri politici, il prestigio e il potere, il tornaconto famigliare, la prosperità futura e l’imminente vantaggio sui rivali.
L’autore racconta, con buon ritmo e tanti dettagli, molteplici fatti storici più o meno noti della nostra provincia, come l’eccidio di Lozio, la congiura di Gussago, la visita di papa Martino V a Chiari… Ma anche fatti che ci hanno interessati indirettamente, come l’assassinio di Giovanni Maria Visconti a Milano, la presenza scomoda dell’eretico Jan Hus al Concilio di Costanza, la lotta contro Facino Cane o l’ascesa del Conte di Carmagnola, sempre facendoci capire i legami e i collegamenti con la politica bresciana.
Un testo adatto allo storico così come all’appassionato di avventure cavalleresche
Nel libro non manca la dimensione dell’avventura: dalla descrizione di azioni belliche e di piccole e grandi imprese, di strategie militari pensate e messe in campo, di vittorie e di sconfitte, di equilibri instabili fatti di alleanze, adesioni a personalità potenti e amori interessati. Fossadri mette infatti anche del pepe nel racconto, condendolo con le descrizioni di fugaci atti amorosi, o di più romantici rapporti sentimentali.
Congiure in Francacorta è quindi un testo adatto al lettore colto, afferrato sull’epoca storica, che apprezzerà l’adesione quasi scientifica a cronache e biografie. Ma è anche un libro adatto anche al generico curioso di medioevo e di imprese cavalleresche, come ai curiosi di storia locale o ai più superficiali lettori da spiaggia che, tra colpi di spada e di bombarde, apprezzeranno le frivolezze delle corti e dei castelli.
Per tutti, un valido strumento, in forma di romanzo, per conoscere un pezzo glorioso e oscuro della storia di Brescia assolutamente da rivalutare.
379 pagine di rara cultura locale e persino d’indirizzo turistico. Fossadri infatti, prima di lasciare il lettore, fornisce alcuni interessanti spunti per gite fuoriporta, nel capitolo dedicato ai “luoghi da visitare”.
Titolo: Congiure in Franciacorta
Autore: Alberto Fossadri
Editore: Self-Publishing Amazon, 2020
Genere: Romanzo Storico
Pagine: 379
Isbn: 9788898423965