15 libri ‘bresciani’ recenti da non perdere: i consigli di fine 2023 della redazione di Brescia si legge

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, ecco la consueta lista di consigli di lettura (e di acquisto) preparata dalla redazione di Brescia si legge!

Dieci romanzi e cinque saggi a km 0, freschi di stampa e scritti da alcuni dei più interessanti scrittori e dalle più interessanti scrittrici bresciane contemporanee, capaci di farci vedere con occhi nuovi le mille sfaccettature della nostra provincia.

(elenco in ordine alfabetico per cognome dell’autore)


La terra bresciana è colpita, fra il XV e il XVI secolo, da gravi crisi demonopatiche. Fra il Mella e il Tonale si sviluppa uno dei maggiori epicentri stregoneschi d’Europa. I bresciani tremano all’idea del demonio. Città e paesi vivono inquieti in una luce obliqua e crepuscolare, interpretando ansiosamente mille presagi infausti. Madonne lacrimanti e tempeste di ghiaccio, esplosioni di torri e invasioni di cavallette, guerre e saccheggi d’armati, sussurri di monache ispirate e truci prediche lasciano intendere che i “tempi fausti”sono finiti. Si dice che uomini e donne contrari alla dottrina della Chiesa si riuniscano nei boschetti a “foter e a balar” e che fra costoro si nascondano gli stessi sacerdoti. Si avviano i processi e anche il clero viene chiamato in causa. I parroci, portati alla sbarra confessano “de plano” (cioè spontaneamente, senza tortura) i peccati carnali. E così fanno le presunte streghe. I domenicani e la Serenissima ingaggiano un poderoso braccio di ferro per contendersi la supremazia del giudizio, tanto che l’esperienza bresciana porterà alla sigla di un concordato in materia inquisitoria.


Trent’anni di fuga da tutto – da una condanna, da se stesso, dalle responsabilità verso gli altri – per diventare un mercenario, un avventuriero senza etica. Ma l’incontro con una ragazza rapita dall’Isis riporta alla luce il rimorso per tutto il male fatto: non un amore ma la speranza di un’impossibile redenzione. Un’odissea individualistica che, tra la Milano degli anni Settanta e quella del terzo millennio, tocca il deserto siriano, le rovine della guerra civile, i palazzi di cristallo di Beirut, i vicoli di Istanbul, il centro storico di Brescia, l’India. Un’avventura mozzafiato e sorprendente.


Dopo la caduta del fascismo nel luglio precedente, il 12 settembre 1943 Mussolini viene liberato dai tedeschi dalla prigionia sul Gran Sasso. Sei giorni dopo, dalle frequenze di Radio Monaco, il duce annuncia la costituzione del Partito fascista repubblicano, preludio alla nascita della Repubblica sociale italiana, poi conosciuta come di Salò per i comunicati diramati dall’agenzia Stefani da quella città del Lago di Garda. Per seicento giorni, fino alla Liberazione, l’Italia sarà spaccata in due, con il Regno al Sud nelle mani di Badoglio da una parte, e dall’altra il Nord della Rsi controllata dai tedeschi. Una guerra civile segnata dal periodo più crudele della nostra storia. A ottant’anni da quegli eventi, questo libro li ripercorre con un autore che nel territorio della ex Rsi vive da sempre.


Un romanzo ambientato nel 1961 che racconta le vicende di un gruppo di bambini che ruotano attorno a un cortile, alla scuola Tito Speri e alle contraddizioni sociali della Brescia del dopoguerra


La distanza è un problema difficile da comprendere e, allo stesso tempo, spaventosamente reale. Quella fisica può rafforzare gli amori veri e spegnere i fuochi passeggeri; più difficile da colmare è la distanza di chi, pur vivendo sotto lo stesso tetto, ha la sensazione di non riconoscere la persona che ha accanto. Aggrappati alle nuvole approfondisce ed esplora questa distanza, raccontando l’amore incrollabile e intenso di una famiglia spezzata dagli orrori della Grande Guerra. Il dramma del conflitto armato è un’ombra capace di scavare solchi profondi nei cuori, sia per chi è stato in prima linea al fronte, sia per chi ha fatto dell’attesa di ricongiungersi la propria ancora di salvezza. In un’aria sporca di poesia cruda e reale, l’unico modo possibile per salvarsi è guardare il mondo con gli occhi dell’amore.


All’alba di una fredda mattina d’inverno, un’esplosione in un’agenzia di viaggi risveglia la città innevata. Tra le macerie, una vittima. È, come sembra, un suicidio? Il capitano dei carabinieri, Roberto Spadafora, comandante del nucleo investigativo, è chiamato a indagare. Lui è un uomo d’intuito e il suo intuito gli dice che qualcosa non torna. Vuole vederci chiaro e inizia a scavare nel passato della vittima. Quali segreti nasconde quella ragazza dall’apparenza irreprensibile? Comincia un’appassionante indagine nella quale Spadafora dovrà mettere tutta la sua abilità e mentre gli indizi, a volte dissonanti, aprono diversi scenari, un aiuto inatteso farà riemergere dalle ceneri del passato un famoso dipinto rimasto solo nella memoria. È la chiave per smascherare il misterioso assassino o c’è dell’altro in un indecifrabile diario? Le parole non hanno solo un peso e questo lo scoprirà il capitano Spadafora nella sua seconda indagine in terra bresciana.


1942, Val di Sur. Tra i boschi sterminati ai piedi del monte Spino si nasconde una compagnia circense. Sono uomini e donne legati dalla paura: neppure gli abitanti del paese vicino devono sapere che sono lì, se scoperti rischierebbero l’arresto. E così, quando le urla di una ragazza sconosciuta che scende precipitosamente dalla montagna diventano impossibili da ignorare, il gruppo si ritrova davanti a un bivio: accoglierla e mettere a rischio la sicurezza di tutti o abbandonarla al suo destino? Vince la linea dell’accoglienza, ma dopo il suo arrivo le cose non saranno più le stesse: tra litigi, vecchie ferite e nuovi legami, col trascorrere del tempo la tensione si fa sempre più alta. Il prosieguo della guerra mette a dura prova tutti e quando un manipolo di soldati tedeschi scoprirà il loro nascondiglio, evitare una scelta drammatica non sarà più possibile. Un romanzo ispirato a vicende reali accadute durante la Seconda Guerra Mondiale tra le valli bresciane, dove la pace non sembrava potesse più tornare.


Non è facile per un figlio guardare il padre distruggersi. Non è facile perdonare, né odiare. Emanuele Galesi ci racconta, senza retorica, una storia vera, drammatica e dolcissima. Quando guarda la stanza d’ospedale, sopra il letto vede un uomo consumato dalla droga. Prova rabbia. Si sente stanco, di una stanchezza infinita. E si vergogna, perché sa che per gli altri quel manichino smunto è solo un tossico, un poveraccio inutile. Ma per lui è diverso, quell’uomo è suo padre. È l’ennesimo ospedale, l’ennesima caduta. In passato il padre ha sempre trovato la forza di venirne fuori, anche se ogni volta è stato più faticoso. Stavolta, dopo la caduta, non ci sarà una risalita. Potrebbe essere solo la fine di tutto, o potrebbe diventare l’occasione per andare oltre le rispettive ferite e ritrovare qualcosa di autentico da salvare. Un romanzo dolorosamente sincero, che, grazie al punto di vista del protagonista, offre una lettura nuova del problema della tossicodipendenza.


Una bella raccolta di storie vere – e perché no – anche inventate da fantasiosi narratori d’ogni tempo.
Racconti rigorosamente al femminile nel nuovo libro di Costanzo Gatta. Ci sono tutte. Non solo le gnare, intese come bambinelle, ma anche le s.cète esemplari. E le birichine “co ‘l có vöt, la facia pitürada, pitüracc i caèi e l’anima sorada” che in poesia rimprovera il Canossi. E infine le strïe a cavallo della scopa, o le fattucchiere, le maliarde, le incantatrici. Donne d’ogni tempo protagoniste, nel bene o nel male di avventure stupefacenti. L’autore dice di aver reso meno monotono l’isolamento causato dal Covid invitando i suoi amici più cari a radunarsi ogni giorno sullo schermo come in videoconferenza e raccontare una storia. Ne è uscito un “Decamerone” degli anni Duemila in cui gli amici partecipanti al gioco proposto dall’ideatore non hanno frugato nel personale ma solo fra miti e leggende.


Da quando Daniel è arrivato a Quattrossi, le stranezze sembrano non finire mai. Vicino alle miniere, un pastore scopre che il suo gregge è stato sbranato da una bestia feroce e un ragazzo sconosciuto viene ritrovato nel bosco. Come se non bastasse, Daniel si imbatte in una roccia con un’incisione rupestre misteriosa, del tutto identica alla macchia cutanea che ha sul petto fin dall’infanzia e che di recente si è allargata, procurandogli qualche fastidio. Daniel e Diana, la sua amica fantasma, decidono di indagare, scoprendo ben presto che attorno alle miniere ruotano strane leggende. Forse non è un caso che zia Bella e zio Arturo vogliano il nipote lontano da quei luoghi. Forse, proprio in quei luoghi si cela un segreto sul suo passato. Per saperne di più, Daniel è pronto a scendere in quegli antichi cunicoli sotterranei. Età di lettura: da 10 anni.


Vera protagonista di questo racconto è la natura, colta in un momento di inquietante metamorfosi. In essa si dipana la vicenda di un bibliotecario, con lui una donna comparsa in sogno, un bambino in cerca di avventure e un terribile segreto nascosto tra le montagne. “In Veranio, Giovanni Peli tratteggia l’orizzonte che per ora continua a sfuggirci: una civiltà in frantumi, implosa su sé stessa non appena è iniziata a mancare quella forza che la teneva gonfia. Senza più petrolio, la potenza di cui andiamo fieri è venuta a marcire. Ma la vita continua, e anzi la vita si nutre anche di queste decomposizioni, come se fosse una mania, benedetta maledizione incapace di rinunciare a sé stessa. (…) In questo scenario, l’autore traccia una storia che rifugge il pessimismo post-apocalittico, ma senza indulgere in illusioni d’utopia.


Le città nascondono storie, segreti, ambizioni, progetti pensati ma non realizzati. Brescia non fa eccezione e questo interessante sguardo al suo passato e alle mancate trasformazioni ne è la palpabile testimonianza, ricca di documentazione fotografica e storica. Nel bel lavoro di Franco Robecchi non mancano proiezioni di fantasia di natura artistica e immaginifica che raccontano non solo le vicende, ma anche le aspirazioni e gli affascinanti sogni di una città come Brescia, produttiva ma anche creativa e adattiva. Una città in costante fermento economico e sociale, che ha sempre avuto trasformazioni importanti per essere un capoluogo di provincia: una provincia con un notevole PIL sia a scala regionale che nazionale e che pure in campo europeo occupa una posizione di prestigio. Ed è proprio questa importanza produttiva che, ben sorretta da una matrice culturale e artistica di primo livello, ha stimolato nei tempi modifiche, ampliamenti, espansioni e progetti trasformando il territorio sotto la spinta di uno sviluppo sociale ed economico, una spinta che nelle varie epoche non ha mai conosciuto soste e ristagni significativi.


Questa è la storia di un libraio che si alza alle 4,55 per andare a lavorare e che legge la realtà che gli si presenta come fossero le pagine di un libro. Ciò lo rende diverso dalla maggioranza delle persone: felice di essere straniero, a tratti preoccupato per la fatica che questa diversità comporta. Camminando osserva gli alberi e riflette sul metodo migliore per riuscire a sopravvivere, economicamente e poeticamente, incapace com’è di accettare ingiustizie sociali e diseguaglianze che sempre più spesso vengono ritenute normali e inevitabili. Il suo desiderio è quello di non tradire la “visione”, quando tutto invece sembra orchestrato per renderci ciechi. Visioni sperimentate per la prima volta da ragazzo, e che le difficoltà della vita quotidiana sembrano rendere meno frequenti. Che si trovi su un treno, in un bar oppure nella libreria in cui lavora, che vaghi solitario o insieme ad altre persone, le sue associazioni d’idee ci accompagnano in un viaggio che coinvolge chi, come lui, è ancora sensibile alla bellezza. “Felice chi è diverso” è un romanzo che racconta una vita sospesa fra candore e fervore, un libro che abolisce la fretta per ricordarci che il difficile non è vivere, ma farlo in modo autentico.


Una guida per scoprire le tracce cittadine della presenza femminile fra piazze e vicoli, palazzi e musei, alla scoperta di luoghi e biografie, eventi ed emozioni fra gli sguardi delle donne di ieri e di oggi.


Uno studio storico che affronta in ottica trasversale il tema attualissimo del rapporto fra struttura urbana, economia, tecnologia, ambiente e qualità della vita a Brescia


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