14 libri bresciani recenti da non perdere: i consigli di fine 2024 della Redazione di Brescia si legge

Quattordici libri notevoli, freschi di stampa e scritti da alcuni dei più interessanti scrittori e dalle più interessanti scrittrici bresciane contemporanee (ma anche da qualche big che vive fuori dalla nostra provincia ma che qui ha ambientato la sua ultima fatica letteraria), capaci di farci vedere con occhi nuovi le mille sfaccettature della nostra provincia.


di Silvano Agosti (Edizioni del Foglio Clandestino, 2024)

Un’antologia poetica che sorprende, pensata e realizzata in stretta vicinanza con Silvano Agosti, autore cinematografico indipendente tra i più originali del panorama italiano. Uno sguardo personalissimo dentro la vita e il mondo, in ascolto di una umanità in cerca d’amore e condivisione. Nelle sue opere Agosti intesse sempre le proprie riflessioni in un’alternanza di immagini, di relazioni, di voci e silenzi, di presenze e assenze che, come punto di partenza, agganciano la realtà individuale al discorso etico e sociale, proiettando così la soggettività e il momento lirico su uno sfondo che presenta marcati aspetti di coralità. Un libro di poesia umanissimo che desterà l’interesse, la curiosità e l’affetto di lettori, estimatori e di coloro che non hanno ancora incontrato la sua poesia. 


di Gabriele Berardi (Planet Book, 2024)

Ventuno racconti che si muovono tra amori perduti e ritrovati, legami spezzati e ricuciti. Un senso di malinconia accompagna il lettore: ci si ritrova a dover fare i conti con il vissuto del passato, l’angoscioso e problematico presente e l’incertezza del futuro. In “Amour” si affronta l’assenza, la disperata routine quotidiana, il tradimento, la logorante abitudine del rapporto di coppia, il sesso, l’ossessione, la violenza e i fallimenti.


di Luisa Bondoni (Museo Nazionale della Fotografia di Brescia, 2024)

Fotografo già affermato e riconosciuto tra il 1980 e il decennio successivo – nel quale abbandonò la macchina fotografica per riprenderla sporadicamente negli anni successivi – ha dedicato tutta la sua vita alla fotografia, inizialmente attraverso la realizzazione di portfolio rivoluzionari per l’epoca, vincendo premi nazionali ed internazionali, allestendo mostre personali e collettive, pubblicando le proprie immagini su riviste e cataloghi specializzati. Nel momento storico in cui lo statuto della fotografia è costantemente messo sotto accusa dall’arrivo di strumenti e tecnologie sempre più sofisticati, il lavoro fotografico di Giambattista Pruzzo ci apre gli occhi verso una riflessione sul concetto di fotografia come creazione artistica, come allestimento della realtà e del proprio mondo.


di Roberto Bonzi (LiberEdizioni, 2024)

Mykyta è nato in Italia e, a otto anni compiuti, le poche cose che sa dell’Ucraina le ha ascoltate dalla mamma. Da adulto vi andrà di persona, sperando che la guerra di cui tanto si parla sia finita. Nel frattempo, il viaggio più lungo che compie è quello nel pomeriggio, terminata la scuola, quando con sua madre raggiunge la casa dove la donna lavora come badante. Lì, per sfuggire alla noia, osserva per ore lo strano edificio di fronte, grigio e circondato da un giardino incolto, che ha tutta l’aria di una fortezza segreta. In realtà, è la casa di Giovanni, un settantenne di cui nessuno ricorda granché. Sopravvissuto alla prima ondata del Covid 19 e dopo la morte della moglie Teresa, l’uomo passa le giornate rinchiuso, intento a contare ogni cosa, a cominciare dalle provviste che gli rimangono nella dispensa. Quando, però, dalla finestra vede Mykyta entrare di soppiatto nel suo giardino, comprende che tutto sta per cambiare.


a cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza, Enrico Valseriati (Skira, 2024)

A Brescia, Moretto, Romanino e Savoldo sono i protagonisti di una stagione pittorica che ebbe nella fedele rappresentazione della realtà la sua cifra caratteristica. Volendo però guardare oltre il dato di stile, di quale “spirito” sono portatrici le loro opere? Quali vicende, quali passioni, quali personalità animavano la città che vide fiorire, nella prima metà del Cinquecento, questi eccezionali talenti? Pubblicato in occasione della mostra bresciana, il volume intende restituire la complessità e la ricchezza di Brescia nella prima metà del XVI secolo, un periodo di straordinario fermento che viene analizzato da un punto di vista non solo storico-artistico, ma anche culturale, letterario, devozionale, economico e sociale, ponendo a confronto le personalità che tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento hanno portato le espressioni culturali e artistiche locali a livelli di assoluta eccellenza.


di Roberto di Martino (LuoghInteriori 2024)

Uscire per strada con la paura di non tornare più a casa. Guardare con sospetto gli amici, i familiari, i vicini di casa. Sentirsi soli, abbandonati da uno Stato che non può o non vuole intervenire. Questi sono gli obiettivi della strategia della tensione, che mira a distruggere le certezze del popolo per sconvolgere l’assetto politico di una nazione. Un disegno oscuro e crudele che, però, non è fatto soltanto di menti sanguinarie e criminali: c’è bisogno di esecutori, uomini e donne inconsapevoli, ma pericolosamente obbedienti. Goffredo è un ragazzo di appena 18 anni, che condivide ideali di estrema destra con il suo gruppo di amici, ma disapprova e rifiuta ogni tipo di violenza. Un tragico inganno, però, lo porterà a tradire i suoi ideali e causare morte, sofferenza e dolore. È così, tramite persone ingenue e buone, ma troppo fragili per rifiutare gli ordini dei superiori, che esplodono le bombe: nel rumore assordante dello scoppio, nel silenzio assurdo e angosciante che arriva subito dopo, trionfa la banalità del male.


di Guido Dalla Volta (Enrico Damiani Editore, 2024)

1936. Guido Dalla Volta è un imprenditore di successo, sposato e con due figli, Alberto e Paolo. Ma i Dalla Volta hanno origini ebraiche. Mentre sua moglie Emma presagisce il pericolo, Guido tenta invano di metterli tutti in salvo. 1962. Emma e suo figlio Paolo, ormai padre, devono convivere con una verità complicata e negata. Sullo sfondo di questo non detto, si staglia una lettera in cui Alberto è ricordato come «il più degno di sopravvivere» da un suo compagno di prigionia ad Auschwitz, Primo Levi, che all’amico dedicherà passaggi salienti dei suoi capolavori. Guido Dalla Volta racconta la “vita da ariani” della sua famiglia, il tentativo di sfuggire alle persecuzioni e, finita la guerra, quello di evitare le sofferenze del ricordo. Prefazione Liliana Segre.


di Jacopo De Michelis (Giunti Editore, 2024)

È un’indagine fra le omertà del presente e i fantasmi del passato quella che Pietro conduce e Jacopo De Michelis racconta, costruendo un thriller veloce ma ricco di atmosfera, dove gli sprazzi di luce nell’idilliaco borgo di pescatori con le reti stese al sole si alternano ad affondi bui come le profondità del lago, come gli abomini della Storia, come gli abissi dell’anima.


di Valentina Ghetti (Mondadori, 2024)

Aura è la storia di una ragazza ostinata come la pietra, viva come il fuoco e ribelle come il vento, è la storia di un ritorno a casa, di un destino apparentemente segnato contro cui battersi, del bisogno di scappare per ritrovarsi e dell’importanza di combattere con tutte le forze per ciò che si crede giusto. Il passato, per Giulia, magari è morto, ma il futuro è ancora lì che la guarda negli occhi.


di Nicola Lucchi (Gribaudo, 2024)

Daniel è scampato a un’orda di esseri mutaforma che hanno assalito lui e i suoi amici all’interno delle miniere e si è risvegliato in ospedale. Non ha idea di come abbiano fatto a uscire vivi da là. E non ha idea di come raccontare agli zii che un varco si è spalancato nei cunicoli della miniera e ne sono usciti mostri che sarebbero dovuti rimanere solo personaggi delle leggende. Ma quando si decide a vuotare il sacco, ciò che gli rivelano gli zii è ancora più incredibile… «Chi sono? E da dove vengo?» sono gli interrogativi a cui Daniel adesso deve trovare una risposta. Gli ormai inseparabili amici Diana, Nicolas e Silvia sono al suo fianco, ma Daniel avrà bisogno dell’aiuto di creature mitiche e potenti, anche se decisamente poco raccomandabili. Il capitolo conclusivo di una saga fantasy misteriosa e avvincente ambientata in Val Camonica, nella Valle dei Segni, che attinge alla mitologia e alle leggende camune. Età di lettura: da 10 anni.


di Filippo Ronca (Mondadori, 2024)

Manfredi è innamorato di Antonia e, come ogni giovane uomo innamorato, vede Antonia in ogni cosa, la esplora, la sente, gli sembra addirittura che quando entra in una stanza lei sia sempre più grande, e non c’è nulla che non sia segnato dalla sostanza o dallo spirito o dalla smagliante banalità del suo semplice essere Antonia . Lo è nei gesti quotidiani, nello svegliarsi insieme, nell’andare a cena fuori, nello stare con gli amici, nell’uscire per le strade. “E anche il nome di Antonia, a me sembra una stagione, la stagione preferita, che attendi tutto l’anno che arrivi.” Manfredi ci racconta il suo amore ma soprattutto cerca di spiegare che cos’è, l’amore: proprio perciò il linguaggio è trasparente, proprio perciò a ogni svolta dell’accadere c’è una similitudine, una dichiarazione, una promessa; proprio perciò, quando Antonia gli chiede se è davvero il caso di continuare, si resta senza fiato. E proprio allora scatta il romanzo, i tempi accelerano, si sovrappongono, si incrociano continuamente. Le vicende via via si accumulano, ci prendono di sorpresa, e fanno sì che spesso ci si chieda: ma è successo davvero? E quanta Antonia resta nel gioco del caso, nella tempesta dei sentimenti, nello sgomento di stare al mondo?


di Francesca Scotti (EdiKit, 2024)

Brescia, anni ’70. Lara ha 18 anni e una vita imposta dai propri genitori. È per protesta verso di loro, quasi per caso, che si ritrova il 28 maggio 1974 in piazza Loggia, proprio in quella manifestazione segnata dalla bomba che mieterà 8 vittime e più di 100 feriti. Quell’evento non può che segnare per sempre Lara, regalandole però anche la conoscenza di un grande amore. Ma è quando un suo lontano parente, Vittorio, verrà a cercare la sua famiglia per conoscere le proprie origini, che la vita della ragazza subirà una svolta inaspettata, immergendola suo malgrado nella scena politica degli anni di piombo. Dopo Figli della Lupa, Vento Porpora e La Fedeltà dell’Edera, Francesca Scotti conclude la saga famigliare dei Fontana con una delle pagine più tragiche di Brescia. Accompagnate dalla musica dei Doors, le pagine scritte dalla Scotti fanno rivivere una Brescia lacerata nel profondo da anni di lotte politiche. Una Brescia come sempre descritta attraverso una ricerca storica accurata e vissuta con un amore sconfinato. Una Brescia che ancora una volta vive attraverso i personaggi della famiglia Fontana, indimenticabili portatori di una memoria storica fondamentale.


di Enrico Valseriati (Skira, 2024)

“Tito Speri. Storia e oggetti di un cospiratore del Risorgimento” è un importante omaggio che porta l’attenzione su un personaggio che, anche dopo la tragica morte (l’esecuzione sugli spalti di Belfiore nel 1853), continua a instillare nella popolazione bresciana valori significativi strettamente connessi alla ricerca della libertà.


di Andrea Vitali (Einaudi, 2024)

Oreste Piedivico, classe 1901, veterinario di Manerbio, provincia di Brescia, è ben visto da tutti nella zona della Bassa che è la sua condotta. Sempre disponibile, sempre pronto a sfrecciare sulla sua Benelli per visitare un mulo e far nascere un vitello, o magari un bambino. È anche un buon partito, e quando decide che non vuol più essere signorino, trova subito moglie: la Lidovina, figlia unica di un allevatore. Il matrimonio, però, si rivela più complesso del previsto. Lui non è mai stato tipo da relazioni fisse, e anche se si impegna, nei panni del marito è un po’ impacciato. Mentre lei, in quelli della moglie, è proprio spaesata. Oreste accoglie la vita senza farsi troppe domande, Lidovina non smette mai di rimuginare. Sono diversi, e ancor più diversi saranno i loro eredi. Proprio questi, anni dopo, scopriranno una semplice verità: non c’è bisogno di assomigliarsi per volersi bene.

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