Dante e Napoleone miti fondativi nella cultura bresciana di primo Ottocento nel catalogo edito da Skira
Recensione di Piero Galli per Brescia si legge
Edito da Skira in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, “Dante e Napoleone. Miti fondativi nella cultura bresciana di primo Ottocento” (2021 – acquista qui), è il catalogo che accompagna l’omonima mostra con ingresso gratuito sull’importanza di Dante e Napoleone aperta a Brescia, presso Palazzo Tosio, sede dell’Ateneo cittadino, dal 5 maggio al 15 dicembre 2021.
Un volume per appassionati e cultori, curato da Roberta d’Adda e Sergio Onger, che si configura come una raccolta di saggi illustrati da molte e splendide immagini a colori delle opere d’arte citate.
Ma cosa hanno in comune questi due arcinoti personaggi, Dante e Napoleone, appartenenti a due diverse epoche del passato, tanto da ritrovarsi uniti in una mostra d’interesse popolare? In primis l’anno 2021, tappa di comune commemorazione: di Dante Alighieri, a settecento anni dalla sua morte, e di Napoleone Bonaparte, a duecento dalla sua dipartita. E poi, soprattutto, la loro mitizzazione nella vita culturale e politica dell’Ottocento italiano.
Dante e Napoleone miti degli uomini dell’Ottocento
L’apertura è di Sergio Onger, professore di Storia Economica e presidente dell’Ateneo di Brescia (Accademi di scienze, lettere e arti fondata nel 1802) che ospita nella sua sede la mostra, e va subito al sodo.
Oggetto del saggio i due “miti”, Dante e Napoleone, oggetti di culto per gli ideali che essi impersonificavano tra il Settecento e l’inizio dell’Ottocento e cioè quando il secondo dei due era ancora in vita, ed il modo in cui la classe dirigente dell’epoca intendeva e “celebrava” questo genere di culto laico.
Sintetico e chiaro nelle indicazioni storiche, limpido nell’esposizione e puntuale nei riferimenti bibliografici, il contributo di Onger è il lasciapassare che rimette in contatto il lettore con la mentalità del tempo.
Dante e Napoleone nelle collezioni artistiche bresciane
La modernità dei temi danteschi e la loro presenza nelle collezioni bresciane sono esposte invece da Roberta D’Adda, la quale si dilunga in una esaustiva ricostruzione di vicende legate all’artista Giuseppe Diotti, al suo committente Paolo Tosio ed al conte Ugolino.
Segue Fernando Mazzocca con un saggio dedicato ad uno specifico ritratto: quello di Napoleone, eseguito da Andrea Appiani per il conte Giuseppe Fenaroli Avogadro. Tra le righe di una dettagliata ricostruzione sui vari ritratti del pittore Appiani, si dice che in mostra ne sono esposti due: uno con capo coronato d’alloro, appartenente ad un collezionista bresciano; l’altro, appunto, realizzato per il conte Fenaroli Avogadro, con Napoleone a capo scoperto, meravigliosamente restaurato.
Bernardo Falconi prende la tangente culturale analizzando l’operato microscopico del miniaturista bresciano Giambattista Gigola, che a inizio Ottocento realizzava affascinanti ritrattini dai grandi occhi blu, del principe Eugenio, come della viceregina Augusta. Dello stesso autore anche un Girolamo Fenaroli Avogadro e un Giuseppe Lechi, in uniforme.
“Il mito di Napoleone nella collezione del conte Paolo Tosio” è invece il titolo del saggio di Bernardo Falconi, nel quale si traccia il profilo del collezionista bresciano nel suo rapporto con la figura di Bonaparte. Vertice delle opere in possesso del Lechi, da lui commissionata, una grande testa di Napoleone, scolpita da Democrito Gandolfi, come copia a medesima scala di una statua colossale del Canova.
Breve, ma alquanto interessante, l’intervento di Paolo Boifava, con un saggio su un “monumento impossibile”, immortalato in un quadro di Luigi Campini: la mai realizzata statua colossale di Napoleone sull’isola del Garda, probabilmente desiderata, o sognata, dal generale Teodoro Lechi.
Medaglistica napoleonica e cataloghi di volumi antichi
Per gli amanti della numismatica, Luciano Faverzani firma un saggio sulla medaglistica napoleonica, in particolare quella presente nella collezione Tosio, propagandistica e, poi, commemorativa. Tra un saggio e il successivo, una serie di ottime illustrazioni d’opere riporta alla dimensione del “catalogo”.
Chiude un volume (una mostra) piuttosto sbilanciato in senso francese, il saggio di Angelo Brumana intitolato: “Dante e Napoleone nella biblioteca di Paolo Tosio”, preziosa ricognizione su importanti presenze a stampa, che principiano con un Dante col sito, et forma dello Inferno, realizzato a Toscolano da Alessandro e Paganino Paganini tra il 1527 e il 1533. Dopo una esposizione dantesca e una breve su Napoleone, Brumana distingue, in due elenchi analitici, il catalogo dei volumi di interesse dantesco da quelli di interesse napoleonico posseduti da Paolo Tosio. Così, forse un po’ bruscamente, si chiude il libro.
Titolo: Dante e Napoleone. Miti fondativi nella cultura bresciana di primo Ottocento
Curatori: Roberta d’Adda e Sergio Onger
Editore: Skira – Fondazione Brescia Musei, 2021
Genere: Catalogo / Raccolta di saggi
Pagine: 168
Isbn: 9788857246109
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