I diari di guerra di Padre Ottorino Marcolini, protagonista del cattolicesimo sociale bresciano

Recensione di Piero Galli per Brescia si legge

Il diario di guerra di un uomo straordinario, un sacerdote illuminato, un protagonista della storia della nostra città negli anni difficili della guerra e della ricostruzione che ancora in molti ricordano con gratitudine.

Edito dalla Fondazione Civiltà Bresciana e dall’Istituto di cultura “G. De Luca” per la storia del prete, con la curatela di Giancarlo Melzani, “Diario di guerra e prigioni 1940/1945” è il diario di guerra di padre Ottorino Marcolini, esponente di spicco del cattolicesimo sociale bresciano, noto – tra le altre cose – per avere promosso proprio nel secondo dopoguerra grandi progetti di edilizia popolare a misura d’uomo come il Villaggio Violino, il primo dei tanti villaggi edificati dalla cooperativa La Famiglia, inaugurato nel 1955.

Ingegnere, matematico, cappellano

Già presente nella tragedia della Grande Guerra, come soldato di leva, visse la Seconda Guerra Mondiale da cappellano volontario. Ma non solo: uomo concreto e poliedrico, Padre Marcolini visse infatti diverse vite lasciando il segno nella città di Brescia in diversi modi.

Il libro è aperto dall’introduzione del vescovo Mons. Pierantonio Tremolada, il quale traccia il profilo biografico di un sacerdote che era anche un ingegnere (laureato con lode al Politecnico di Milano, diresse nel periodo della “municipalizzazione” la Centrale del Gas di Brescia) e un matematico (laureato con lode a Padova).

Fautore nel secondo dopoguerra di numerosi villaggi che portano il suo nome, padre Marcolini si definiva “niente di meno di un ingegnere e niente di più di un muratore”.

L’esperienza della guerra e della prigionia

Il cuore dell’opera è però costituito dai diari di guerra e di prigionia scritti durante il secondo conflitto mondiale da Marcolini.

Il curatore dell’opera, Giancarlo Melzani, ci presenta così, trascritti integralmente, i tre taccuini, conservati nell’archivio dell’Oratorio della Pace, che padre Marcolini scrisse sul fronte e in prigionia, come piccoli diari di appunti. A questi preziosi testi diaristici, ha aggiunto due documenti relativi all’attività di cappellano sul fronte siciliano e in quello russo.

Toccanti riflessioni sulla situazione di guerra e di prigionia, indicazioni puntuali su luoghi e persone, si alternano a invocazioni, preghiere, ricordi di Sante Messe, pillole di saggezza e brani di fede. Tenente degli alpini e cappellano militare, Marcolini svolgeva una intensa attività pastorale, celebrando Messe in ogni condizione si trovasse: sul fronte, nei campi, nei vagoni, nelle tende, nelle baracche. In fila i soldati recitavano il rosario.

Nel dramma, si legge qualche episodio che strappa un sorriso, come quando venne chiamato a dare la benedizione ad un morto, che si rivelò un soldato che dormiva sotto un telo. Sempre ringraziò Dio. Come quando, nel 1940, cadde da più di dodici metri per lo scoppio di un colpo d’artiglieria, uscendone illeso.

Nel ’43 venne fatto prigioniero dai tedeschi a Colle Isarco. Poteva avere un trattamento da ufficiale, ma preferì restare a condividere coi soldati fame e maltrattamenti nelle baracche. Ancora, dopo la liberazione, preferì rimanere in Germania altri sei mesi, per stare accanto ai soldati malati e ai bisognosi.

Verso la beatificazione di Padre Marcolini?

Dopo le preziose, ricche, pagine scritte di suo pugno, il libro curato da Melzani riporta testimonianze di alcuni che condivisero con Marcolini le vicende belliche, in particolare la lunga esperienza nel lager IV B di Mühlberg.

A chiusura, un’appendice di attualità ci porta verso un Ottorino Marcolini Beato, così come da più parti si auspica, con preghiere e invocazioni.

Il libro è sostenuto da diversi enti che, a vario titolo, si sentono legati alla figura di padre Ottorino Marcolini: la Congregazione dei Padri Filippini di Santa Maria della Pace, la Fondazione Civiltà Bresciana, l’Istituto di cultura “G. De Luca” per la storia del prete, la sezione di Brescia dell’Associazione Nazionale Alpini, la Fondazione Padre Marcolini, la Casa don G. Vender e l’associazione Amici Padre Marcolini.

Un documento di brescianità

Di piacevole lettura e di profondo interesse culturale, il libro è un documento di brescianità, utile ad approfondire la figura del geniale e venerabile artefice di quelli che erano” i villaggi per i poveri”. Un’edizione preparata con passione e devozione, che si respirano in particolare nei testi di prefazione e di appendice.

159 pagine illustrate con immagini d’epoca, mappe, foto di lettere e diari, che contribuiscono alla fruizione dei testi. Senza prezzo di copertina, si può richiedere presso le associazioni che ne hanno curato l’edizione, o reperire on line al prezzo di circa 5 €, davvero onesto viste la cura e la qualità di stampa.


Titolo: Diario di guerra e prigionia 1940/1945
Autore: Ottorino Marcolini (a cura di Giancarlo Melzani)
Editore: Fondazione Civiltà Bresciana, 2021

Genere: Diario
Pagine: 164
Isbn: 9788855901277

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Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

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