Donna Maria Maddalena Marzocchi: storia della prima maestra laica di una scuola pubblica bresciana
Recensione di Chiara Massini per Brescia si legge
Anima semplice e fiore veramente modesto che quasi intendesse farsi dimenticare.
“Donna Maria Maddalena Marzocchi”, Emilia Nicoli
Quanto è facile rimuovere una donna dai libri di storia? Basta prendere una gomma, cancellare il suo nome e nessuno si ricorderà più di lei. Perché si sa, la storia la scrivono i vincitori e quei vincitori sono uomini. Che ne è stato di tutte quelle donne che hanno avuto un ruolo nella storia, nella scienza e nella cultura, e che hanno contribuito a costruire la società in cui viviamo? Spazzate via da un colpo di gomma e relegate all’oblio, solo (spesso) perché donne.
Lo sa bene Emilia Nicoli, già insegnante di lettere nella scuola secondaria e coordinatrice di progetti didattici di educazione ambientale, che da oltre quarant’anni è appassionata ricercatrice di storia locale. Con la collana in rosa dei Quaderni della Quadra, inaugura oggi un nuovo filone di ricerca tutto al femminile, dedicato proprio a quelle donne che hanno vissuto in epoche diverse nel nostro territorio, venendo però ignorate non solo dalla storia ufficiale ma anche dalla memoria collettiva.
Primo volume: Donna Maria Maddalena Marzocchi
La protagonista del primo volume è Donna Maria Maddalena Marzocchi, vissuta tra ‘700 e ‘800. Istitutrice, maestra laica, religiosa mistica, priora di un orfanotrofio femminile, direttrice di varie scuole pubbliche. Tanti sono i ruoli che ha rivestito nel corso della sua vita, basata su pratiche penitenziali e ascesi mistiche, primo fra tutti quello di prima maestra laica di una scuola pubblica.
Nata a Isorella, si trasferì molto giovane a Gavardo, dove frequentò la scuola istituita presso il palazzo di proprietà vescovile e temporaneamente gestita dalle monache di Bagolino. L’educazione ricevuta fu determinante per le sue scelte future. Divenne presto una maestra a Montichiari (1801-1806), poi a Gavardo (1806-1812), a Polpenazze (1812), a Verona (1812-1819) e infine a Reggio Emilia (1819-1820).
Durante la sua vita fece voto di castità, povertà e ubbidienza, si sottopose a numerose penitenze ed ebbe molte visioni profetiche, ma entrò a far parte di un ordine religioso solo nel 1812, le “Figlie di Gesù”, fondato da don Pietro Leonardi secondo la regola “amare, patire, operare”.
Le ultime sue parole rivolte alle consorelle prima di morire furono “fatevi coraggio e non vi scordate di me”. Ma così non è stato, purtroppo. Tutta la sua opera è andata quasi completamente perduta.
Di lei conosciamo l’umiltà e la modestia nel sottomettersi ai suoi superiori, ma allo stesso tempo il suo ruolo chiave nell’ispirare scelte che si sarebbero poi rivelate determinanti. Rappresenta appieno l’emblema del suo tempo, un’epoca di transizione tra innovazione e tradizione. Lei, così restia ad apparire, ha accettato comunque incarichi in vista, lavorando giorno dopo giorno senza riposo per migliorare la condizione di moltissime giovani donne.
Lavoro d’archivio e di ricerca
Tutto quello che sappiamo oggi deriva dal ritrovamento casuale di un documento fino ad ora inedito, un manoscritto conservato nell’archivio del monastero delle Orsoline di Gavardo, soppresso nel 1989. La professoressa Nicoli si trovava a riordinare i documenti per conto delle monache e ha così trovato questo fascicoletto, composto da una settantina di fogli. Si tratta della copia unica dell’autobiografia di Marzocchi, scritta per volere del suo Confessore. Una fonte storica di prima mano, quindi, inserita parzialmente in questa monografia.
Attraverso un vasto lavoro d’archivio, documenti inediti e diari personali, Nicoli è riuscita a ricostruire il vissuto quotidiano e il peregrinare di questa donna bresciana tra vari paesi della provincia di Brescia e anche oltre, dandole lo spazio nella storia che si merita e rendendo giustizia a quella modestia che è solo dei grandi.
Titolo: Donna Maria Maddalena Marzocchi (1777-1820)
Autrice: Emilia Nicoli
Genere: Saggio
Pagine: 53
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