“E poi basta”. Educazione bresciana e presa di consapevolezza di una brillante afro-discendente

Recensione originale di Bresciasilegge.it

“Vivere l’Africa non è facile. Soprattutto se sei una ragazza di vent’anni, cresciuta nella pianura padana, completamente estranea alle tue origini e con alle spalle anni di resistenza. Se resistere all’Africa è stata una scelta, una possibilità, essere africana (in parte, a metà, di origine, grazie a una discendenza e tutte le altre possibilità che la vita mi ha dato e mi ha tolto) non lo è stato. E proprio nello spazio mancante che questa realtà mi ha lasciato, uno spazio che non esiste, lì ho scagliato le mie domande”.

Espérance Hakuzwimana Ripanti.

Espérance Hakuzwimana Ripanti è una scrittrice, una giovane donna, una persona sensibile e preparata, una afrodiscendente. E’ cresciuta a Brescia tra Flero, un oratorio del centro, la città e la Coop di via Corsica (in cui è ambientato forse uno dei capitoli più intensi), prima di cercare fortuna altrove, a Torino, dove ha frequentato la scuola Holden e dove si sta consacrando come attivista e scrittrice. 

“E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana” (People, 2019) è il suo libro di esordio: un libro intenso, che scava in profondità nella storia della piccola Espérance oggi diventata attivista e donna ventottenne. Costruito come un collage di riflessioni in retrospettiva, di lettere e di ricordi, “E poi basta” è un testo profondamente autobiografico in cui i frammenti di vita sono ordinati lungo un filo rosso che permette di affrontare alcuni dei temi più scottanti connessi alla condizione di afro-discendente (“i miei sentimenti hanno un valore”, “rappresentazione e narrazione”, “neri & italiani”, “donna e nera”). 

Espérance Hakuzwimana Ripanti è nata in Rwanda nel 1991. A seguito del genocidio scoppiato tre anni dopo, è stata adottata da una famiglia italiana residente a Flero ed è cresciuta a Brescia “come un chicco d’uvetta in una tazza di latte”, unica persona con la pelle nera nel suo perimetro d’azione. Ha scoperto di essere nera a 8 anni, in famiglia e bruscamente, e da quel punto si è trovata giocoforza a combattere, schiacciata dal desiderio di normalità e di “diventare invisibile”, con questo suo essere “particolare”.

Una specificità, quella del colore della pelle, che l’ha accompagnata in ogni passo della sua vita nonostante lei abbia tentato per lungo tempo di rifuggirla solo per ritrovarla poi impressa negli sguardi curiosi o schifati dei passanti, nelle domande (anche in quelle benintenzionate), nei tanti momenti che hanno fatto insorgere in lei la consapevolezza di essere considerata diversa.

La forza del libro di Espérance Hakuzwimana Ripanti, tuttavia, sta nel fatto di non essere un elenco di episodi di razzismo (magari eclatanti e riprovevoli, come quelli che spesso solcano le cronache di questi tempi), né un intimo resoconto del lungo percorso che Espérance ha dovuto sopportare per far pace con l’immagine proiettata dagli occhi degli altri. Al contrario, il libro “E poi basta” è il racconto di una presa di consapevolezza e di una riscoperta di sé che sa bilanciare i sentimenti ed il vissuto personale con i grandi temi di attualità (l’identità, la xenofobia) affrontati in maniera eccellente anche grazie a quel background che ha reso Espérance, prima ancora che una scrittrice, una intellettuale ed un’attivista.

Un libro in cui la città di Brescia fa da sfondo senza tuttavia mai prendere la scena, anche perché la vicenda di Espérance si rispecchia nelle vicende di migliaia di altri ragazzi vissuti nei più diversi angoli del mondo ed è quindi in un certo senso universale, ma che fa comunque a pieno titolo parte del racconto di ciò che la città è stata nel passato recente ed è in parte nel contemporaneo.

“E poi basta”, pubblicato dalla giovane casa editrice People fondata da Giuseppe Civati, ha avuto una risonanza nazionale e che ha fatto ascendere l’autrice al rango di scrittrice e di “megafono” generazionale. Espressione di una generazione i cui tratti somatici possono ancora farci pensare all’altrove, ma che in realtà è parte totalmente integrante del paese e della provincia in cui noi viviamo. Una generzione che qui è cresciuta e che qui sta lottando, contribuendo – anche grazie alla consapevolezza maturata lungo il percorso – alla crescita della comunità intera.

copertina

Autrice: Espérance Hakuzwimana Ripanti
Editore: People, 2019

Genere: Memoir
Pagine: 233
ISBN: 9788832089332

Andrea Franzoni

Nato negli anni ’80, vive in equilibrio tra Brescia e Milano. Sociologo di formazione ed attivista per necessità, lavora in una multinazionale del marketing e della comunicazione continuando a coltivare parallelamente la sua passione per le storie ed il desiderio velleitario di contribuire a rendere la città natale un po' più aperta e consapevole. Prima di fondare "Brescia si legge", ha pubblicato un romanzo distopico (Educazione Padana, 2018) e una raccolta di racconti ('I forestieri e l'anima della città. Storie di migranti a Brescia nella seconda metà dell'800', 2019).

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