“Storie del profondo Nord”: desiderio di fuga ed evasione nell’opera d’esordio di Enrico Garatti

Recensione di Francesca Cocchi per Brescia si legge

“Storie del profondo Nord” (Edizioni Sensoinverso, 2021 – acquista qui), opera d’esordio del camuno classe 1993 Enrico Garatti, è una raccolta di dieci brevi racconti che parlano di tentativi di ribellione e di terribili sensi di colpa, di una morbosa curiosità e del desiderio di evadere dalla realtà, della noia e dell’attesa della fine.

Le dieci storie sono accomunate da un’ambientazione misteriosa e indefinita che, come suggerisce lo stesso titolo della raccolta, vuole al contempo evocare il Deep South, la regione culturale e geografica del sud-est degli Stati Uniti, e la Valle Camonica, terra d’origine dell’autore.

Brevi storie di fuga dalla quotidianità

I personaggi che popolano i racconti di “Storie del profondo Nord” sono mossi dal medesimo desiderio di compiere un’azione che sia in grado di dare una svolta alle loro esistenze. E così i minatori, protagonisti dell’omonima storia, che non ricevono da tempo la loro paga, decidono di ribellarsi nel corso di «una notte di festa, di urla, di canti, di rivolta» capace di cambiare tutto. Nel racconto “Urla!”, Drew lotta contro un senso di colpa interiore che sfoga in strazianti urla cariche di pentimento fino a quando, stremato, comprendere di dover compiere un gesto rimandato da troppo tempo. Aurora, invece, nel racconto “Lounge bar love song”,  trova il coraggio di scappare dalla vita di crimini e violenze a cui l’ha costretta il fidanzato per iniziare una nuova storia d’amore con Richard, il pianista del bar dove si reca ogni sera.

In alcuni racconti le storie di fuga dalla quotidianità si intrecciano a più articolate e profonde riflessioni di argomento filosofico. In “La banalità dell’euforia post-rivoluzionaria” le chiacchiere da bar di un gruppo di ragazzi si interrogano sul comportamento della nuova classe politica, salita in carica dopo un «colpo di stato narcolettico», che appare priva di memoria e ricca di opportunismo. Nel racconto “Aspettando la fine del mondo”, Big Tino attende sotto il cielo stellato del 31 dicembre che il mondo finisca, riflettendo sulla finitudine dell’uomo e sulla necessità di vivere appieno ogni minuto della propria vita. “Lo straniero (ma non troppo)” affronta in chiave ironica il tema del pregiudizio, spesso infondato, nei confronti di ciò che non si conosce.

In altri racconti, invece, l’atmosfera misteriosa che contraddistingue l’intera raccolta si carica di angoscia e di inquietudine. In “Terza persona” Stanley Higgins è colpito da misteriosi svenimenti che lo portano a perdere coscienza della realtà che lo circonda; nel racconto “Curiosità” Pearl soddisfa la sua morbosa attenzione per l’anatomia umana praticando cruente vivisezioni; Giulio si sveglia invece una mattina da solo, dopo aver passato la notte in compagnia di una ragazza che indossava la maschera di Guy Fawkes (“The fawkes girl”), mentre Teresa sperimenta i lisergici effetti di uno strano allucinogeno (“La via del peyote”).

Uno stile evocativo e coinvolgente

I dieci racconti di “Storie del profondo Nord” sono caratterizzati da una struttura narrativa ben definita. Ogni storia si apre con una precisa contestualizzazione dell’episodio narrato e culmina, al termine di un vero e proprio climax ascendente, in un finale aperto e sorprendente.

Il pregio di questa raccolta risiede indubbiamente nei dialoghi coinvolgenti e nella potenza evocativa della atmosfere descritte che appaiono allo stesso tempo remote e vicine all’esperienza quotidiana del lettore.


Storie del profondo Nord

Titolo: Storie del profondo Nord
Autore: Enrico Garatti
Editore: Sensoinverso edizioni, 2021

Genere: Racconti
Pagine: 78
ISBN: 9788867935147

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Francesca Cocchi

Nata nel 1996, è cresciuta in Valle Camonica e ha studiato tra Padova e il Belgio. Dopo la laurea magistrale in lettere classiche, si stabilisce a Brescia dove lavora come copywriter per il marketing. Filologa di formazione, predilige da sempre i grandi classici, ma non si lascia intimorire dagli autori contemporanei. Di carattere introverso, si trova a suo agio in viaggio, tra i libri e al tavolo di un buon ristorante.

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