“Eredi Piedivico e famiglia”: una storia familiare ambientata tra le brume della bassa bresciana nel nuovo romanzo di Andrea Vitali edito da Einaudi
Letto e recensito da Federica Zaccaria per Brescia si legge
Quel giorno ne stava giusto castrando uno presso la cascina Pozzosecco, nel territorio del comune di Verolanuova. Era primavera, i campi fumavano sotto i primi raggi del sole. Il Piedivico era uscito di casa all’alba, aveva cavalcato solitario sulla sua moto fino alla cascina godendosi il giorno che rischiarava come se fosse in un Eden, perché così gli sembrava il panorama che gli stava intorno. Piatto, è vero, ma ricco di una vita che sorprendeva perfino chi la conosceva da sempre. Si diceva che, se avesse potuto scegliere, sarebbe rinato ancora lì.
Eredi Piedivico e famiglia, Andrea Vitali, pag. 10
Abituati ai paesaggi della sponda lecchese del Lago di Como, che da sempre fanno da sfondo ai romanzi di Andrea Vitali, appare singolare la scelta di una nuova coordinata geografica, la pianura, che, come lo stesso autore afferma: “è sorella del lago. Per questo ne ho subito il fascino ancor prima di conoscerla, quando leggevo i racconti di Guareschi”.
L’ultimo romanzo nato dalla prolifica fantasia dell’ex medico, da tempo scrittore a tempo pieno e collezionista di prestigiosi riconoscimenti letterari, è infatti ambientato a Manerbio e dintorni, nel cuore della bassa bresciana (con qualche incursione cittadina in quel di Cremona). Un paese che, per sua stessa ammissione, Vitali non conosce, ma che l’ha conquistato grazie alla musicalità e al fascino che il nome è stato capace di evocare.
“Eredi Piedivico e famiglia” (Einaudi, 2024) si apre con Oreste (classe 1901), veterinario, per chiudersi, poco meno di duecento pagine e cinquant’anni dopo, con Felice, avvocato.
In mezzo, la saga di una famiglia divisa fra il richiamo della campagna e più nobili vette professionali e sociali, la cui particolarità – rispetto ad altre tipologie di storie simili – è quella di non indulgere in episodi e situazioni eccessive, di non presentare personaggi spinti da passioni incontrollabili o impulsi distruttivi.
Il tono lieve e pacato è insomma quello che rappresenta la cifra stilistica di Vitali, da sempre affascinato dalle storie comuni, dai piccoli microcosmi familiari del passato in cui le dinamiche amorose – perché alla fine è di questo che si parla – avevano tempi e modi ben precisi e riconoscibili. E in cui le ordinarie vicende di sfortune, dolore, insofferenze esistenziali erano controbilanciate dall’attaccamento alla terra e al lavoro, dal richiamo al dovere e al senso dell’onore e della dignità.
Dal veterinario al notaio, l’incontro/scontro di mondi contrapposti
A dare l’avvio al racconto, si diceva, è Oreste Piedivico, stimato veterinario di Manerbio più interessato a frequentare corti e cascine con la sua motocicletta, occupandosi degli amati animali, piuttosto che a prendere in considerazione l’eventualità di abbandonare il celibato.
Con quella aveva preso a scorrazzare per i casali, senza darsi pensiero dell’ora e del tempo. Nemmeno del futuro, in verità. Più di lui al suo futuro pensavano altri quando, sorridendo, gli chiedevano se non fosse suonata l’ora di sposarsi. In quei casi la sua risposta era sempre stata pronta.
– Sposarmi? E contro chi?
Tanta curiosità era ormai diventata un tormentone. Mancava solo, rifletteva tra sé il Piedivico, che a domandarglielo fosse una delle bestie che curava, una vacca, oppure un cavallo.
Eredi Piedivico e famiglia, Andrea Vitali, pag. 10
Oreste, nonostante le iniziali resistenze, comunque si sposerà con Lidovina Anzibene, figlia unica di un allevatore del paese, dalla quale avrà il figlio Felice: un bambino dal fisico gracile (per questo chiamato da tutti Felicino) che negli anni della crescita, anche a causa delle precarie condizioni di salute psicofisica della madre, verrà prevalentemente accudito da Versalia, una ragazza di campagna dal cuore grande che entrerà di fatto a far parte della famiglia.
Per non rovinare il piacere della lettura, di più è meglio non dire! Se non che, a un certo punto della storia, i Piedivico si legheranno a un’altra famiglia, proveniente dalla città e per questo con mentalità, stili di vita e aspettative ben diverse da quelle di chi è cresciuto fra rogge e canali.
Buio e nebbia, nostalgia e rimpianto
Lidovina evitò con cura di mettere piede nel salottino della sua vecchia casa, sebbene ne avesse avuta più volte la tentazione. Le fantasie che il buio di quella sera lontana le aveva suggerito si erano stinte, o forse nascoste dietro le quinte del tempo. O, meglio ancora, si erano ricomposte dentro un preciso disegno di emozioni quando aveva dovuto decidere in pochi istanti il futuro della sua vita. Non solo della sua, ma anche di due esseri umani. Inutile, addirittura pericoloso, immergersi in un passato cui, comunque non si poteva più rimediare.
Eredi Piedivico e famiglia, Andrea Vitali, pag. 50
Le atmosfere brumose e sonnolente della campagna (subito evocate dalla splendida immagine scelta per la copertina) sono la cornice ideale di questa storia garbata e leggera, dove non mancano però momenti di malinconica nostalgia sottolineati dalle pagine in cui i personaggi si muovono nella fitta nebbia che cela il sole e i sentimenti sopiti, i rimpianti per le scelte non fatte e il coraggio per affrontare il domani. Ma anche nel buio che avvolge alcuni dei protagonisti nel chiuso di una stanza, al riparo dagli sguardi ma al cospetto degli assenti, in un ininterrotto e intimo dialogo con i morti, con le voci a cui diamo corpo con il pensiero e alle quali rimaniamo indissolubilmente legati. Le voci silenziose di coloro che in quelle stanze si sono aggirati, hanno pianto, riso e vissuto. Alcuni più pienamente di altri. E che, a loro modo, continuano a parlare e chiedono di essere ascoltati.
Titolo: Eredi Piedivico e famiglia
Autore: Andrea Vitali
Editore: Einaudi, 2024
Genere: Romanzo
Pagine: 184
ISBN: 9788806260781
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