Un appassionante tuffo nella storia dei “trenini” nella nuova monografia dedicata ai plastici ferroviari bresciani

dalla pagina Facebook del Club Fermodellistico Bresciano

Sin dal tempo del mio primo mandato ho ritenuto che […] il CFB dovesse affiancare alla parte “ludica” della sua attività quella ”divulgativa”, “museale” e “storica”. Ciò al fine di porsi […] come una delle fonti di narrazione della storia della nostra amata città. Con questo non trascurando l’aspetto che ci ha fatto benvolere da generazioni di bresciani: la visita ai trenini nelle passeggiate domenicali in Castello

AA.VV. – I plastici del Club Fermodellistico Bresciano – Prefazione del Presidente di CFB Enrico Maggini – pag. 16

Vede la luce, dopo circa 18 anni dalla precedente edizione, “I plastici del Club Fermodellistico Bresciano”, una monografia di grande interesse per chiunque abbia a cuore il plastico ferroviario del Castello e, in generale, la storia anche “di costume” della nostra città. Si tratta di una pubblicazione curata in proprio dal Club Fermodellistico Bresciano, con testi e disegni di Sandro Restivo, fotografie di Claudio Garofalo, il contributo di altri soci (Carlo Concoreggi, Claudio Marchiori, Giorgio Morocutti e Giovanni Tagliaferri), stretti attorno al presidente Enrico Maggini, in un comitato di redazione. L’impaginazione e la grafica sono di Tommaso Marchiori, mentre hanno svolto lavori di segreteria Roberto Ballini e Carlo Tagliaferri.

Il libretto, 84 pagine, racconta storia e segreti dei plastici ferroviari gestiti dal Club: quello più noto del Cidneo; quello adottivo, più antico, di Villa d’Almé; quello frazionato e “disperso” (bloccato nel Musil, il Museo dell’Industria e del Lavoro, di Rodengo Saiano) della Brescia-Iseo-Edolo.

Pubblicazione preziosa, dunque, ricca di chicche e dettagli tecnici da addetti ai lavori, in pagine di autentica storia bresciana, dove incontriamo, per esempio, Bruno Boni nelle vesti di grande sostenitore dell’iniziativa modellistica: l’allora sindaco, infatti, il 21 dicembre 1969 presenziò all’inaugurazione nel Grande Miglio del Castello, accanto al prefetto Giuseppe Salerno e ad altre autorità, soci, appassionati giunti da lontano e semplici cittadini di ogni età.

…il fermodellismo non è un gioco, ma piuttosto la serena applicazione di una disciplina che nasce sul terreno del lavoro. E furono lavoro, non divertimento, le quindicimila ore che i fermodellisti bresciani dovettero impiegare per realizzare il plastico che oggi costituisce la gioia di tanti giovani.

AA.VV. – I plastici del Club Fermodellistico Bresciano – Dichiarazione Bruno Boni, pag. 8

Scorrendo le pagine, scopriamo che inizialmente il plastico funzionava con i pantografi dei locomotori che prendevano corrente dai fili sospesi, come nella reale ferrovia, anziché dai binari. E scopriamo poi il paziente lavoro di manutenzione, di miglioramento e aggiornamento, operato negli anni, fino all’evoluzione più recente del settore, che ha costretto i soci all’impegnativo adeguamento digitale.

Alle pagine 24 e 25 è riportata la planimetria del plastico “Cidneo” originale, da mettere a confronto con quella attuale, riportata alle pagine 26 e 27. Segue la descrizione delle singole stazioni, ognuna con un proprio nome, solo apparentemente di fantasia. Ci sono, per esempio, la stazione di Pergine, quella di San Nazario (che era della Milano-Como-Valtellina) e la Dubino, piccola stazione standard delle FS. I loro nomi derivano da quelli indicati nei cataloghi dall’azienda Rivarossi. Riecheggiano quindi la storia stessa del modellismo ferroviario italiano. Infatti, la Rivarossi (prefallimento) è stata la prima azienda nell’immediato dopoguerra, in Italia, a produrre treni in miniatura. La Lima è arrivata dopo, proprio in seguito ai successi, inaspettati della Rivarossi.

Basti pensare agli anni difficili del Dopoguerra, dove la necessità di una ripartenza dell’economia e della società sembrava escludere la possibilità di successo per una fabbrica di giocattoli, per di più tanto sofisticati come i trenini. E, invece, fu un successo. Così, allo stesso modo, pionieristicamente, nasceva il plastico di Villa d’Almé, il primo in Italia, per volontà dell’ing. Mario Boccalari, poi ereditato dal Club bresciano che lo ha stipato, a pezzi, nell’ex magazzino degli attrezzi dello zoo del Castello e, poi, rimontato, restaurato e reso nuovamente visitabile. Grazie al suo trascinante entusiasmo l’ing. Boccalari riuscì a coinvolgere alcuni collaboratori dello stabilimento in cui lavorava, nonché i figli, la domestica, l’autista e i due giardinieri […]. I lavori presero il via ai primi di marzo del 1950, con ‘sedute’ di quattro ore tutte le sere, i sabati pomeriggio e la domenica mattina, alla presenza in media di dieci persone.

AA.VV. – I plastici del Club Fermodellistico Bresciano – Il plastico Villa d’Almé: storie e segreti, pag. 72

Dettagli sui tracciati e i sistemi di comando (analogico e digitale), confronto tra pedali ferroviari e pedalini fermodellistici, descrizione dei relè, lo scalo merci, la funivia, la centrale atomica, il paesaggio… pagine corredate da immagini a colori, rendono la pubblicazione completa, fino ad includere anche i minori plastici che, nella stessa sala del “Cidneo” si possono ammirare: l’Alpinia e il Rivarossi.

A pagina 69 è poi raccontata l’interessante storia delle vetrine che, ricavate dentro reali vagoni ferroviari, contengono il “museo di modellismo ferroviario”.

Non può che concludere il libro “la prigioniera del Falco d’Italia”, la n° 1, la locomotiva storica della SNFT che dal 1961 ha profondamente caratterizzato, con la sua presenza, quel piazzale che si estende di fronte alla palazzina Haynau, affacciandosi sulla città. Una locomotiva preziosa per la sua storia e per quella dei tanti, uomini e donne, che ha trasportato in molti anni di esercizio, fino all’inizio degli anni ’60. Un’autentica “istituzione” per la nostra città e la nostra provincia. Un bene culturale che merita di essere salvato e protetto e per il quale, dopo una raccolta fondi che ha coinvolto l’intera cittadinanza, è ufficialmente partito il restauro conservativo.

Il libro è acquistabile solo presso il plastico del Castello, a offerta libera, durante l’apertura domenicale, o facendone richiesta via mail al Club Fermodellistico Bresciano.


Titolo: I plastici del Club Fermodellistico Bresciano – V edizione
Autore: AA.VV.
Editore: Com&Print
Anno: 2025

Genere: saggio
Pagine: 84
ISBN: 9788885756779

Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

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