“Il bordello di Brescia”: una morbosa e macabra fantasia firmata dall’austriaco Karl Hans Strobl

Nel 1311 «erano accadute […] grandi cose, delle quali forse a Brescia non si immaginava la portata», scrive Giovanni Treccani Degli Alfieri nella sua Storia di Brescia, pubblicata nel 1961. Il re Enrico VII di Lussemburgo intraprende una discesa verso Roma per essere incoronato imperatore e per rafforzare la sua influenza sulla penisola italiana.  Durante l’Italienzug le truppe tedesche attaccano Brescia, la cui popolazione era di prevalenza guelfa e capitanata da Tebaldo Brusato. Solo dopo un duro assedio di quattro mesi la città dichiara la resa e ne subisce le conseguenze, raccontate in modo diverso a seconda delle testimonianze.

Questo evento, secoli più tardi, ispira uno scrittore di lingua tedesca per cui la vicenda storica diventa lo sfondo ideale di una delle sue opere letterarie più note. Si tratta dell’austriaco Karl Hans Strobl che per il suo Il bordello di Brescia (1909) utilizza come fonti le cronache tedesche del XIV secolo e alcune mappe di varie epoche della città. Attorno l’assedio Strobl sviluppa così una storia di sua invenzione, dalle sfumature piuttosto macabre, riguardante il rapimento della regina tedesca Margherita da parte dei bresciani e la sua conseguente prigionia in un bordello (simile in tutto e per tutto a un convento), gestito da un boia di nome Luigi. Qui la regina è costretta a giacere con i membri della nobiltà cittadina che in cambio contribuiscono alla cassa della guerra contro le truppe di Enrico VII. Tuttavia, la dama di corte, la contessa Roswitha, riesce a scambiare i vestiti con la sua sovrana per salvarla dal disonore, creando parallelamente una grottesca commedia degli equivoci.

Nel romanzo di Strobl emerge un certo gusto per la violenza e le situazioni morbose, non senza qualche sfumatura orrorifica. La paura domina molte delle scene dell’opera e rende il testo una lettura piena di tensione e suspence.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nei paesi germanofoni la letteratura di carattere storico guadagna un’attenzione particolare. Vengono così promosse le opere che enfatizzano la superiorità della Germania (e, soprattutto, del popolo germanico) e una visione della storia che possa glorificarne il passato. La novella a tratti storici Das Frauenhaus von Brescia, scritta nel 1909, non fa eccezione. Negli anni di un sempre crescente sentimento di nazionalismo, alimentato dalla propaganda tedesca, il romanzo di Strobl mescola i lati oscuri dei secoli bui con l’esotismo di un paese straniero. L’Italia viene rappresentata come bizzarra e immorale, tanto che la signoria bresciana si riunisce in un bordello, gestito da un boia crudele e lacerato dalle sue contraddizioni. Il capitano della città di Brescia è Barbiano, un personaggio di invenzione che trova il suo corrispettivo nella figura storica di Tebaldo Brusato. Egli si rivela essere, nel libro di Strobl, un personaggio oscuro dal “viso malvagio” e dalle “dita di ferro” con una macabra ironia e tendenze sadiche. Tuttavia, in Strobl, Barbiano assume i contorni dell’antagonista per eccellenza e non fa menzione e riferimento a fonti storiche che, invece, descrivono le truppe di Enrico VII come spietate ed efferate. Come descritto ne La cronaca delle cose occorrenti ne’ tempi suoi di Dino Compagni, Tebaldo Brusato, catturato dall’imperatore tedesco, viene torturato in un modo estremamente crudele persino per le consuetudini del tempo, tanto che sia il Papa sia il monarca francese richiesero una maggiore moderazione nelle azioni. D’altro canto, il Barbiano di Strobl si toglie la vita, avendo paura della rabbia dell’imperatore, mostrando così la vigliaccheria non degna di un capitano.

La scelta della città di Brescia come luogo di azione non appare casuale. Proprio nello stesso anno in cui venne pubblicato il romanzo di Strobl, a Montichiari viene organizzato il Circuito aereo, descritto anche da Franz Kafka nel giornale “Boemia” dopo il viaggio con i fratelli Brod. L’evento ebbe una certa rilevanza essendo il secondo show aereo nella storia dopo quello di Reims (e avendo come spettatori Puccini, D’Annunzio,  principesse, conti e famosi aviatori italiani, francesi e statunitensi come Mario Calderara, Louis Blériot e Glenn Curtis). Quindi proprio in questo periodo il nome di Brescia godeva di una risonanza tale da farne il titolo per un  libro. La descrizione dell’assedio di Brescia da parte delle truppe tedesche, con la successiva sconfitta dei bresciani, poteva da un lato giocare sul nome che era su tutti i giornali, dall’altro provare l’inferiorità del popolo italiano rispetto a quello tedesco. È importante in questo senso evidenziare come l’opera venga pubblicata nel 1909, poco prima della Prima guerra mondiale. La descrizione dei bresciani in termini per di più dispregiativi poteva di per sé andare ad alimentare un sentimento belligerante tipico del nazionalismo che avrebbe trovato una soluzione negli anni successivi.

Matthias Rongstock (che più tardi adotterà lo pseudonimo letterario di Karl Hans Strobl) nasce nel 1877 nell’Impero austro-ungarico, nella cittadina di Iglau, dove lo scrittore trascorre la sua giovinezza in un ambiente tutt’altro che sereno. In Moravia, al confine con la Boemia, Strobl vive la sua identità etnica tedesca come un segno distintivo di superiorità costantemente minacciata dagli altri popoli che si insediano ai confini dell’Impero. Queste paure diventano un terreno molto fertile per la stesura di tantissimi testi di inclinazione fantastica e orrorifica, in cui si vede con chiarezza la paura dell’altro, del diverso e di tutto ciò che può o potrebbe minacciare l’andamento abituale della vita.  D’altro canto, le insicurezze personali non potevano non influenzare l’orientamento politico, che nel caso di Strobl arriva fino alla collaborazione con il partito nazionalsocialista.

Ancora giovane, inizia a scrivere per i giornali di orientamento völkisch, un’attività che con il passare del tempo si trasforma in collaborazione con gli organi di propaganda militare nazista.

Scrittore prolifico, Strobl rivela un’inclinazione verso la narrazione di carattere storico e le storie orrorifiche, genere che ha un grande sviluppo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento in un momento di grande insicurezza sociale e politica.

I libri editi in Italia di Strobl riguardano proprio questo genere. Per il momento sono stati tradotti da Alessandro Fabrini e pubblicati da Edizioni Hypnos Lemuria e Bimbus. E altre storie del perturbante. Il resto della sua produzione letteraria, come bozzetti di vita studentesca, testi teatrali, quadri campestri, idilli di provincia, scritti autobiografici, saggi e testi storici, rimane per la maggior parte sconosciuto al pubblico italiano.

Il bordello di Brescia, nonostante oggi sia stato pressoché dimenticato, ispira la realizzazione di altre opere che si rifanno più o meno direttamente al testo originale.

Si pensi allo scrittore tedesco Hugo Ball, fondatore della corrente Dada e del Cabaret Voltaire in Svizzera. Nel 1914 Hugo Ball trasforma il libro in una commedia espressionista, Il boia di Brescia, eliminando i tratti nazionalistici e aggiungendo un carattere vitalistico inedito. Anche il titolo subisce un’inversione: infatti Ball non si focalizza sul bordello come luogo di perdizione, concentrando altresì le proprie energie creative sul boia, il quale diventa così l’emblema del perdente predestinato, incapace di sottrarsi al proprio destino, nonostante la ricerca, anche fanatica, della fede e della redenzione. La pièce è stata tradotta e pubblicata per la prima volta in Italia nel 2023 da Fara editore.

Poi nel 1920, insieme al regista Hubert Moest, Karl Strobl adatta per il cinema Il bordello di Brescia. Il film avrà anche una distribuzione anglofona con il titolo The Women House of Brescia. La pellicola traspone alcuni episodi della vicenda e viene proiettata per la prima volta l’8 agosto 1920 in uno dei principali cinema di Amburgo. Tuttavia, ulteriori proiezioni vengono proibite, visto che la pellicola diventa immediatamente oggetto della censura sia tedesca che britannica a causa delle tematiche ritenute oscene per l’epoca.

Oggi l’unico esemplare conosciuto della pellicola è custodito nell’archivio del British Film Institute, ma non può essere visionato dal pubblico a causa dello stato di conservazione. Ad oggi, purtroppo, è possibile trovare solo gli atti delle censure dell’epoca che, però, causa riserbo, non esplicitano mai le scene incriminate ma parlano solo per il tramite di principi e suggestioni.

Interessante notare come Strobl ricostruisca abbastanza fedelmente la mappa di Brescia dell’epoca. La regina con il suo maresciallo e le dame di corte vengono portati alla loro nuova prigione, il bordello, entrando nella città per Porta Venezia e passando per le piazze e le vie principali. L’autore accompagna i personaggi in piazza del Duomo, in via Faustina (che trova la sua corrispondenza nella via San Faustino e allo stesso tempo fa omaggio al personaggio principale femminile delle Elegie romane di Goethe) e scorta il capitano della città di Brescia Barbiano presso la sua casa in una delle strette vie del Castello.

Per quanto riguarda la veridicità storica dell’esistenza di un bordello il cui l’edificio richiama un monastero medievale è utile evidenziare come Strobl lo collochi esplicitamente nel quartiere del Carmine, nel centro storico della città. Alcuni recenti studi hanno ritenuto che il posto prescelto potrebbe essere il convento di Santa Caterina (oggi l’Avvocatura distrettuale dello Stato) che nei secoli passati divenne famoso proprio per gli scandali scaturiti dai comportamenti inappropriati delle monache e delle famiglie nobiliari dell’epoca. E queste sono solo alcune suggestioni che il libro restituisce al lettore.

Il bordello di Brescia sembra rivelare la città di Brescia in una nuova ottica, sia per quanto riguarda l’interpretazione storiografica sia per l’influenza che ha avuto nell’immaginario della letteratura straniera. Con questo non possiamo altro che augurarci che il libro di Strobl possa essere tradotto per la prima volta così da essere conosciuto meglio dai bresciani e non solo.


Titolo: Il bordello di Brescia (Das Frauenhaus von Brescia)
Autore: Karl Hans Strobl
Anno di pubblicazione: 1909

Genere: romanzo storico-fantastico

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