Romana Loda, illuminata gallerista bresciana, e le sue lotte a favore delle donne artiste, in un’inedita autobiografia ritrovata

Una cartellina ingiallita dal tempo, un plico di pagine cucite con due punti, un dattiloscritto mai pubblicato né letto prima: è il materiale autobiografico scritto e raccolto da Romana Loda, da cui si è partiti per realizzare “Il cuore a destra”, un volume curato da Giuseppe Marchetti e da Chiara Pasquali e pubblicato da La Quadra nel 2022.

Romana Loda, purtroppo scomparsa nel 2010, è stata un’importante gallerista, curatrice di mostre e critica d’arte che ha operato prevalentemente in città ed in provincia di Brescia. Il singolare titolo del libro è ispirato a un aforisma attribuito a Carlo Belli, famoso studioso e sostenitore dell’arte astratta (1903-1991), che recita: «Per tentare di sanare il conflitto fra cuore e intelligenza qualcuno ha inventato il cuore dell’intelligenza, è una specie di cuore a destra».

Un aforisma che ben rappresenta quel mix di passione e intelligenza che ha ispirato l’attività di Romana Loda, cui questo bel libro giustamente fa onore.

Il libro ci riporta all’atmosfera vitale ed effervescente degli anni ‘70 del secolo scorso, periodo in cui – nonostante i tentativi di contenere e censurare gli slanci più freschi ed innovativi – i segnali di un cambiamento in atto, sotto moltissimi profili, sono evidenti. Nel 1974 Romana Loda ha appena terminato di allestire una delle mostre per le quali era famosa: le opere esposte sono state selezionate non in ragione di quanto gli artisti siano noti, bensì per la loro bravura. Eppure, nonostante il successo, lei non è contenta.

Il giorno dopo l’inaugurazione, non mi riuscì di fare quello che facevo sempre a ogni mostra: ripercorrerla con occhio critico per valutarne obiettivamente il risultato e stabilire quanto avesse rispettato le mie intenzioni e quanto, invece, risultasse poco chiaro o addirittura manchevole. A impedirmelo l’inquietudine insistente di non avere inserito nemmeno una donna artista! Avevo la netta impressione di aver tradito qualcosa o qualcuno, e avvertii un senso di vuoto che si trasformò ben presto in una sensazione di sconfitta.  Dovetti rivedere tutta la mostra ancora una volta, ma ormai era chiaro. Era successo semplicemente che nel fare il piano della mostra e nel fissare i punti di riferimento, avevo agito come sempre e quindi non mi ero nemmeno posta il problema. Non riuscivo a capacitarmi di come, nonostante fossi stata sempre abbastanza lucida di fronte alle trasformazioni storiche, fossi stata strumentalizzata fino al punto tale di avere inconsciamente perpetuato uno stereotipo tanto ingiusto. Immediatamente scattò una molla. E immaginai la stessa mostra con inserite alcune importanti artiste di cui conoscevo il lavoro. Sarebbe diventata una mostra meno valida? Assolutamente no.

Romana Loda – Il cuore a destra – pag. 38

L’intuizione è come un lampo che le squarcia i pensieri e, come in preda ad una febbre, inizia a progettare un’esposizione che corrisponda al nuovo bisogno di dare uno spazio adeguato e di far conoscere le moltissime brave artiste di cui conosce il lavoro.

A Romana Loda non interessa quanto siano rinomate ma, come sempre, la selezione deve avvenire in base alla loro professionalità, alla loro padronanza dei mezzi operativi. E’ una sfida su cui lei è pronta a puntare tutto e così inizia uno studio febbrile, che parte dalle donne artiste del ‘500: presto però si scoraggia perché reperire il materiale appare un’impresa irrealizzabile. Nello stesso tempo, si rende conto di non voler mettere in atto un’operazione archeologica ma di voler invece valorizzare le artiste viventi e presenti, in piena attività.

Man mano che procede nella costruzione della mostra, matura una nuova consapevolezza. Così come non aveva mai proclamato con orgoglio di aver organizzato una mostra con opere di soli artisti maschi, ugualmente avrebbe fatto con le donne. Capisce che non c’è motivo di proclamare una diversità che avrebbe portato a ristabilire un’altra forma di discriminazione.

I primi contatti con le artiste la lasciano amareggiata: forse per un eccessivo entusiasmo e una buona dose di ingenuità, che lei stessa si attribuisce, non capisce perché ai suoi inviti pochissime rispondano o ancor più sollevino solo problemi. Ma Romana Loda è una donna intelligente e motivata e comprende l’ansia di chi ha lottato per conquistarsi uno spazio nella società ed il corrispondente timore che l’intervento, suo o di altri, possa far perdere anche solo una parte di ciò che tanto era costato.

Io spiegavo e rispiegavo le mie idee: volevo una mostra di donne artiste, tutte professioniste, con un criterio di scelta che, se non il migliore, doveva servire a dare una panoramica di tutte le tendenze.

Romana Loda – Il cuore a destra – pg. 50

Finalmente, dopo moltissime peripezie, la mostra “Coazione a mostrare” viene inaugurata nella galleria del Palazzo comunale di Erbusco ed è un enorme, incredibile successo.

L’esposizione era davvero fantastica! Sorprendeva soprattutto l’impressione di grande forza che scaturiva dall’insieme dei pezzi esposti. Certamente una mostra non omogenea, eppure non dispersiva che, mettendo insieme artiste di età e tendenze tanto diverse, dava la possibilità di una valutazione concreta di quanto le donne avevano apportato positivamente all’arte. C’erano dei vuoti, naturalmente, ma le presenze erano tutte di grande interesse.

Romana Loda – Il cuore a destra – pg. 59

Ma il giorno dopo gli entusiasmi si spengono sotto la doccia gelata della decisione di chiuderla e smontarla immediatamente: il parroco del paese, informato da due parrocchiane, l’ha visitata e l’ha trovata blasfema, irrispettosa, oscena e inneggiante all’aborto. Il parroco intende addirittura denunciare la gallerista, ma lei non si fa intimidire: preferisce affrontare un possibile processo piuttosto che arrendersi alla censura. Le accuse, peraltro, non avrebbero retto all’esame della Magistratura, ma costituivano un deterrente per togliere dalla circolazione un’operazione considerata complessivamente molesta.

Inutile dire che l’intervento censorio porta un’enorme visibilità e pubblicità alla mostra e moltissimi, anche solo per sentire un piccolo brivido, sono i parrocchiani che accorrono a vederla.

“Coazione a mostrare” non è stata l’esposizione di un’arte comoda e riposante, al contrario ha senz’altro contribuito ad aprire nuovi scenari, dando alle donne la consapevolezza del loro valore, senza costruire nuovi ghetti nei quali confinare le artiste.  L’attività di Romana Loda proseguirà con nuovi progetti; nel 1977 ecco una nuova collettiva presso il Museo Castelvecchio a Verona:

La mostra causò un violento impatto nei cultori d’arte e un vero choc in tutti gli altri. Fra i molti commenti, anche scandalizzati, che riuscì a cogliere qua e là, mi fece un vero piacere quello di un austero signore, probabilmente critico, che disse: “Dopo i sacchi di Burri e i tagli di Fontana, questa è la prima volta che assisto a qualcosa di autenticamente sconvolgente. Dovrei rallegrarmene, ma non riesco che a essere triste. Queste donne sono troppo lucide e spietate, quindi pericolose. Mi rendo conto che tutta un’epoca è finita per sempre.

Romana Loda – Il cuore a destra – pg. 100

Dalla postfazione a cura di Giuseppe Marchetti, uno dei curatori del volume, emerge la persona di Romana Loda, il suo cuore e la sua intelligenza, unita ad una notevole dote di simpatia che fa rimpiangere di non averla conosciuta.


Titolo: Il cuore a destra
Autore: Romana Loda – a cura di Giuseppe Marchetti e Chiara Pasquali
Editore: La Quadra, 2022

Genere: Autobiografia
Pagine: 263
ISBN: 788895251615

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