“Il matto delle ore”, di Paolo Zanatta: una storia semplice sul valore del tempo ricca di rimandi alla nostra città
Letto e recensito da Federica Zaccaria per Brescia si legge
Nessun efferato delitto, né una struggente storia d’amore. Niente indagini serrate o storie familiari strappalacrime. “Il matto delle ore” – romanzo di Paolo Zanatta edito da Scatole Parlanti (acquista qui) – ha il raro pregio di quelle letture ‘pacificatrici’, ossia capaci di regalare i ritmi lenti tipici delle storie più semplici, che non hanno la pretesa di insegnarti a vivere, né danno risposte preconfezionate a qualsivoglia affanno esistenziale ma che sanno far accadere ogni cosa a suo tempo.
Una piacevole pausa dalle iper-stimolazioni intellettuali, insomma, come mangiare nella trattoria sotto casa. Perché non è vero che nella vita ci vogliono sempre emozioni forti, cose nuove, effetti speciali stroboscopici. E’ il famoso ‘less is more’, tanto spesso vagheggiato, ma molto poco praticato, presi come siamo (attivamente o passivamente) dalla frenesia imposta dai social, dove un concetto, una lettura, un sentimento vengono tracannati senza chiedersi veramente se si stia bevendo un vino pregiato o un qualunque prodotto industriale.
L’importanza del tempo (presente, passato e futuro)
Le complicazioni è meglio lasciarle agli orologi, che hanno tempo da perdere. Non a noi, che non sappiamo mai di preciso quanta carica ci rimane.
Paolo Zanatta, Il matto delle ore, p. 17
Giovita è un orologiaio che vive nella contrada del Carmine, nel centro della città di Brescia. E’ una persona piuttosto burbera, abitudinaria, che passa il tempo fra la sua bottega e il bar dove gioca a briscola con lo storico giro di amici e dove dà sfoggio della sua maestria nell’arte del cruciverba. Un’esistenza apparentemente senza scossoni, insomma, scandita da sequenze lineari, da un tempo sempre uguale dettato da un orologio che spacca il secondo e dalla ferma intenzione di tenersi alla larga da inutili complicazioni.
Ma ecco che un giorno nella placida routine di Giovita arriva proprio una complicazione inaspettata, come quelle che ogni tanto si trova a risolvere quando qualche cliente gli porta un vecchio orologio che necessita della sua provata esperienza. Fausto, il figlio della sorella con cui l’orologiaio, in disaccordo con le di lei scelte matrimoniali, ha tagliato i ponti da anni, si presenta dallo zio in cerca di aiuto per risolvere un enigma legato alla loro famiglia: il significato della frase misteriosa incisa su un segnatempo lasciato in eredità al giovane dal nonno materno.
Tempo dopo tempo, ora dopo ora
Inizialmente refrattario, Giovita si troverà suo malgrado a fare i conti non solo con i sentimenti mai dimenticati nei confronti della defunta sorella e del loro padre, ma anche con il nipote di cui apprezzerà ben presto l’intelligenza e l’inaspettata predisposizione al dialogo.
I due, con il prezioso aiuto di don Vittorio e di una fitta rete di contatti, iniziano la loro indagine passando per Montisola e approdando niente meno che all’interno della torre campanaria in cui si trova il meccanismo che permette il movimento de ‘i màcc de le ùre’, gli automi simbolo dell’orologio di Piazza della Loggia.
E’ qui che i nostri riusciranno a venire a capo dell’arcano, ricucendo al contempo un legame familiare incautamente reciso?
Il tempo scandisce tutto, la vita e le giornate che la compongono. Ma serve pure a lenire i dolori e a riappacificare le persone. L’espressione ‘tempo al tempo’ mi ha fatto capire che non c’è niente che non possa essere curato da una buona dose di giri d’orologio.
Paolo Zanatta, Il matto delle ore, p. 113
Brescia al centro della trama
Zanatta, laureato in ingegneria e di casa a Prevalle, costruisce dunque una trama che nella sua semplicità risulta comunque avvincente, con uno stile gradevole (appena offuscato da un editing non sempre preciso), personaggi ben costruiti e tanti, tantissimi rimandi alla nostra città: dalle descrizioni dei luoghi, ai piatti della tradizione serviti nella trattoria dove Giovita è solito pranzare, passando per i modi di dire e gli ‘sberleffi’ che il protagonista si scambia con gli amici.
Il tutto partendo dalla passione dell’autore per gli orologi meccanici e da un episodio biografico: un orologio da taschino tramandato di generazione in generazione nella sua famiglia, che reca incise le iniziali del bisnonno e alcuni numeri ai quali non è mai riuscito a dare un senso. Forse dovrebbe chiedere aiuto a un orologiaio del Carmine di nome Giovita…
Titolo: Il matto delle ore
Autore: Paolo Zanatta
Editore: Scatole Parlanti, 2023
Genere: Narrativa
Pagine: 120
ISBN: 9788832816501
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