I fratelli Sgarbi alla scoperta dei grandi maestri del Rinascimento in Valle Camonica
Recensione di Francesca Cocchi per Brescia si legge
“Non può dire di conoscere l’arte lombarda, e neppure la violenza del Caravaggio, chi non conosce l’arte della Valle Camonica tra Quattrocento e Cinquecento”.
“Il Rinascimento in Valle Camonica”, a cura di Vittorio Sgarbi
La Valle Camonica è uno scrigno che custodisce un patrimonio artistico di immenso valore ancora sconosciuto a molti. A lungo, gli stessi Camuni hanno sottovalutato la ricchezza delle opere pittoriche e scultoree che impreziosiscono le numerose chiese e cappelle del territorio. Solo negli ultimi decenni è infatti emersa una maggiore consapevolezza dell’eccezionalità di questi capolavori che ha permesso di dare il giusto rilievo a tesori artistici unici e invidiabili.
“Il Rinascimento in Valle Camonica”, a cura di Vittorio Sgarbi (La Nave di Teseo 2021 – acquista qui), apre questo scrigno e disvela le meraviglie artistiche, per molto tempo dimenticate, realizzate da Giovanni Pietro da Cemmo, Callisto Piazza e Girolamo Romanino, i tre grandi maestri del Rinascimento camuno. Tra le pagine di questo volume, si delinea un percorso tra i tesori artistici nascosti in Valle Camonica – dal coro del santuario dell’Annunciata a Piancogno alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine, da Sant’Antonio a Breno a Santa Maria della Neve a Pisogne – alla scoperta di opere fondamentali per comprendere appieno la storia dell’arte lombarda quattrocentesca e cinquecentesca.
Il Rinascimento camuno attraverso le opere dei suoi maestri
Il volume si apre con la prefazione curata da Elisabetta Sgarbi che racconta la grande fascinazione, sua e di Vittorio, per il patrimonio artistico della Valle Camonica. Una passione, eredità dello zio Bruno Cavallini, che Elisabetta ha saputo esprimere attraverso il linguaggio cinematografico nei due mediometraggi, L’ultima salita, dedicato alla Via Crucis di Beniamino Simoni, e La lingua dei furfanti nel quale celebra il linguaggio artistico del Romanino.
La storia dell’arte è invece il veicolo con il quale Vittorio Sgarbi conduce il lettore attraverso un viaggio nel Rinascimento della Valle Camonica, “un mondo che confina con quello delle città, Brescia e Lodi, in particolare, ma che si compiace dell’isolamento e della meraviglia di trovare in borghi e paesi i pensieri più profondi sulla vita e sul destino dell’uomo”.
Nel capitolo iniziale, il critico dell’arte offre una personale e travolgente panoramica del filo ininterrotto che lega i percorsi artistici compiuti da Giovanni Pietro da Cemmo, Callisto Piazza e Girolamo Romanino nella media e bassa Valle Camonica tra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento.
I capitoli successivi assumono la forma di schede analitiche che permettono di approfondire i dettagli storico-artistici delle singole opere dei tre artisti con l’apporto di un ricco apparato fotografico corredato da precise didascalie.
La storia del Rinascimento camuno
Le sensibilità artistiche e gli stili del Rinascimento approdano in Valle Camonica grazie a Giovanni Pietro da Cemmo, che con la sua arte guarda alle lezioni del Mantegna, del Foppa e di Piero della Francesca, con alcuni rimandi anche alla scuola veneziana. I cicli pittorici del da Cemmo, che costellano le pareti del coro dell’Annunciata di Piancogno e della Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine, si distinguono per la forza espressiva data dall’uso del colore e per la fisionomia ritrattistica dei personaggi. Le sue opere pittoriche sono dei veri e propri documenti storici capaci di raccontare il territorio camuno di fine Quattrocento.
La tradizione mantegnesca portata dal Da Cemmo, è spazzata via, nei primi decenni del Cinquecento, dall’arrivo del lodigiano Callisto Piazza che porta con sé il nuovo stile di Tiziano e Raffaello. Eleganza e complessità dei dettagli si fondono a una voracità di tradizione caravaggesca; il risultato sono vivide e ampie scenografie che attingono al paesaggio camuno, come è possibile ammirare negli affreschi realizzati dal Piazza a Erbanno, Borno, Esine e Cividate Camuno.
Quando Girolamo Romanino arriva in Valle Camonica, trova quindi un territorio “centro di sperimentazione per artisti eccentrici e necessari”, pronto ad accogliere la sua opera disordinata e senza regole. Nella chiesa di Santa Maria delle Neve, nel corso del terzo decennio del Cinquecento, il Romanino riesce a dare sfogo alla sua essenza anticlassica in un ciclo pittorico della Passione di Cristo, apprezzato da Pasolini e ribattezzato da Testori la “Sistina dei poveri”. La via del Romanino prosegue poi, tra rabbia e devozione, a Breno e Bienno, lasciando in Valle Camonica una traccia indelebile per il patrimonio storico-artistico italiano.
Un invito a visitare il patrimonio artistico camuno
“Il Rinascimento in Valle Camonica” è una lettura breve e intensa arricchita da numerose immagini che consente di (ri)scoprire le meraviglie storiche e artistiche del Rinascimento camuno, in un ideale percorso che parte dal santuario dell’Annunciata di Piancogno e arriva fino alla Chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne.
Un testo che ha il pregio di saper coniugare la vivida passione dei fratelli Sgarbi per il patrimonio artistico della Valle con descrizioni analitiche delle singole opere e analisi dettagliate dei cicli pittorici realizzati dal da Cemmo, dal Piazza e dal Romanino. Il volume è inoltre impreziosito dalle numerose fotografie che non possono non invogliare il lettore a recarsi sul posto per ammirare di persona i capolavori artistici rinascimentali custoditi dalla Valle Camonica.
Titolo: Il Rinascimento in Valle Camonica
Curatore: Vittorio Sgarbi
Editore: La Nave di Teseo, 2021
Genere: Saggio
Pagine: 192
ISBN: 9791280043245
Se vuoi acquistare questo libro online, fallo attraverso questo link: sosterrai il progetto Brescia si legge.
Incontrarci non è stato facile, ora non perdiamoci di vista! Iscriviti alla nostra newsletter per essere aggiornato su ciò che accade sulla “scena letteraria bresciana”