Dodici racconti di luoghi straordinari fra Brescia e Bergamo, tra letteratura e teatro, in un’antologia di giovani promesse curata da Luca Doninelli

Recensione di Federica Zaccaria per Brescia si legge

Né vicino né lontano. Ecco come si colloca il luogo in cui sono nata. Una terra di confine. Né troppo vicina al Ducato di Milano né troppo lontana, eppure indispensabile. Né troppo vicina alla Repubblica di Venezia né troppo lontana, eppure necessaria. La mia storia è una storia di confine. La storia della mia terra ha conferito alla mia stessa storia questa nota particolare, una nota di penombra. Proprio grazie all’assenza di luce qualcosa di me, come il vino e le marmellate, è riuscito a conservarsi negli angoli delle cantine. A guardare bene nella penombra si trova tutto, anche l’inizio della storia.

Né vicino né lontano (Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti), Lea Violetta Ferrari, pg. 25

Dodici luoghi straordinari, disseminati nel territorio bresciano e bergamasco, raccontati da dodici giovani scrittori reclutati in tutta Italia da autori di caratura nazionale (Alessandro Baricco, Marco Balzano, Gianni Biondillo e Raul Montanari). I cui racconti, raccolti in una antologia edita da Ares edizioni, sono stati anche trasformati in una rassegna teatrale messa in scena da altrettanti artisti di fama (Alessio Boni, Lella Costa, Giorgio Marchesi, Daniela Cristofori e Giacomo Poretti, Arianna Scommegna, Lorenzo Pasini, Elio Biffi, Omar Pedrini e Alice Mangione) proprio nelle ville storiche, nei borghi e nei castelli evocati dalla parola scritta che sono stati trasformati in palcoscenici temporanei.

Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti” (acquista qui) è una vera e propria novità editoriale: un esperimento originale e ambizioso che parte da un’idea, passa attraverso la parola scritta (raccolta nel volume edito da Edizioni Ares) e sfocia nel racconto orale come avveniva quando i testi dei grandi romanzieri e poeti del passato venivano concepiti anche come opere da interpretare e recitare davanti a un pubblico.

Un piacevolissimo ibrido fra letteratura e teatro, una commistione di generi considerata naturale in epoche passate ma che ai giorni nostri ha perso la sua vitalità, allontanando la parola dai corpi cui si riferisce e la voce dal puro piacere dell’ascolto. Un legame smarrito fra le pieghe della fretta e della superficialità, conseguenza – come ben sottolinea il curatore Luca Doninelli (scrittore e docente di scrittura all’Università IULM, bresciano di nascita e milanese d’adozione) nella prefazione – “di un modo sempre più astratto di concepire la vita e l’esperienza umana, di una ricerca spasmodica del ‘tutto e subito’, di una progressiva disistima verso ciò che richiede tempo, fatica, cammino”.

Quel filo reciso che unisce la scrittura alla recitazione

E’ Marta, mia sorella, l’animale da palcoscenico tra le due. Io incastro le assi, lei le calca. Miss Sacco di Brescia anno 1512, campionessa di spelling sotto il Regno di Sardegna, tre volte consecutive prima al certamen. Sotto il Regno d’Italia, Marta ha studiato da acrobata, mimo e presepe vivente. Ha messo in scena la storia di Faustino e Giovita in una tournée da trentacinque date, interpretando sia Faustino che Giovita.

Le sorelle (Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti), Matteo Bonfiglioli, pg. 49

La pubblicazione nasce dall’interazione tra diversi soggetti, a vario titolo coinvolti nella programmazione di iniziative significative legate all’eccezionalità di questo importante anno per le due province: associazioni, amministrazioni provinciali, enti di promozione del territorio, scuole di scrittura creativa, realtà attive in ambito teatrale. E questa è la parte puramente organizzativa, quella, per usare un’immagine legata al mondo del teatro, fatta di persone che lavorano dietro le quinte.

Il fattore nuovo, però, che rappresenta il valore inedito di questa iniziativa è la partecipazione di importanti scrittori e attori di fama nazionale che hanno creduto in questo originale progetto mettendoci personalmente la faccia e selezionando 12 giovani autrici e autori, allievi di alcune tra le più importanti scuole di scrittura italiane, a cui è stato chiesto di confrontarsi con 12 tra dimore storiche, castelli e luoghi evocativi disseminati nella provincia delle due città Capitali della cultura.

A me il mare non è mai piaciuto, mi piaceva la campagna. Non c’erano molti miei coetanei, era una zona già piuttosto decaduta all’epoca, tanti vecchi sì. I vecchi bresciani di una volta, anche loro non te le mandano a dire, eh? Sicché passavo i pomeriggi da solo, con Camillo Benso, il vecchio bastardino di famiglia, lo portavo a spasso, guardavamo gli scarabei, schiacciavamo la coda alle lucertole e ci intrufolavamo nel cancello. Ah, ci divertivamo. C’erano gli alberi di susine, poco più in là; adesso ci hanno fatto una strada asfaltata ma prima era più selvaggio.

La scatola di scarpe (Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti), Bianca Montanaro, pg. 109

Due province ricche di tesori nascosti e inespressi

Me la ricordo bene, quella partita di carte. Era il Ferragosto del 1924. Il giorno dopo avrebbero trovato il cadavere di Giacomo Matteotti. Me la ricordo bene perché quella mano a Cicera bigia avrebbe cambiato per sempre la mia vita e quella del castello di Gorzone, l’unica cosa che mi era toccata dall’eredità della prozia Luigia, nota nobildonna della Valle Camonica. Tutto il resto quella vecchia megera l’aveva lasciato alla chiesa e al ramo della famiglia di Lovere, i Montanari che, a dispetto dell’araldica che evocava pascoli e mucche, s’erano gonfiati le tasche e avevano innaffiato l’albero genealogico con matrimoni di alto lignaggio.

Do de spade (Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti), Fabienne Agliardi, pg. 171

Vicende ispirate da personaggi realmente esistiti, storiche famiglie del passato a cui si deve la fondazione di aziende e di luoghi ancora oggi vivi e radicati nel territorio, ma anche storie immaginate di un futuro nemmeno troppo di là da venire. I dodici racconti che compongono “Inedita” oscillano fra una narrazione tradizionale fatta di antica vita quotidiana, castellani ed eredità contese e novelle più ardite di fantasmi che non sanno di esserlo, di maschere che prendono vita e di anime racchiuse in una scatola da scarpe.

I comuni bresciani teatro (nel vero senso della parola) del progetto “Inedita” sono stati Anfo, Borgo San Giacomo, Darfo Boario Terme, Passirano, Sale Marasino e Villa Carcina; in terra bergamasca sotto ai riflettori sono invece finiti Brignano Gera d’Adda, Calcio, Cavernago, Trescore Balneario, Gromo e Lovere.

L’obiettivo ultimo di questo riuscitissimo esperimento è stata la valorizzazione di territori immeritatamente considerati marginali, che interessano due province custodi di meraviglie artistiche spesso sconosciute ai più; eccellenze che, pur nella reciproca autonomia, quest’anno in particolare possono essere raccontate insieme grazie a una proposta di lettura e narrazione che le abbraccia idealmente entrambe.

Nota a margine, che pure nulla toglie al valore intrinseco della pubblicazione: nessuno degli autori e delle autrici selezionate, pur narrando con precisione e coinvolgimento i luoghi protagonisti dei dodici racconti, è bresciano o bergamasco.


Titolo: Inedita. Luoghi straordinari tra Bergamo e Brescia in 12 racconti
Autore: AA.VV (a cura di Luca Doninelli)
Editore: Ares, 2023

Genere: Racconti
Pagine: 256
ISBN: 9788892983557

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Federica Zaccaria

Classe 1973, nata a Milano con radici miste piemontesi-venete-pugliesi, una laurea in filosofia come alternativa alle sedute di psicoanalisi, vengo dal mondo dell’editoria e della comunicazione. Sono una lettrice onnivora e per me, da che ho ricordo, i libri sono inseparabili compagni di viaggio, amici gentili, mai invadenti ma sempre presenti. Leggo rigorosamente su carta, in confortevole solitudine e il più possibile lontana dal molesto sottofondo del mondo.

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