18 polizieschi già pubblicati ed una novità in arrivo. Intervista allo scrittore bresciano Gianni Simoni
Intervista a cura di Roberta Portelli per www.BresciaSiLegge.it
Sabato mattina. Primavera inoltrata anche se piovosa, quasi estate. Un incontro con Gianni Simoni per discorrere della sua produzione letteraria e del suo ultimo libro, Il singhiozzo del violino (2019, Tea Edizioni).
Dottor Simoni, lei ha scritto finora 18 romanzi polizieschi. I casi del giudice Petri e del commissario Miceli sono ambientati a Brescia, città in cui lei è nato e cresciuto (qui l’ultima nostra recensione). Il singhiozzo del violino è invece l’ultimo pubblicato della serie milanese, che ha per protagonista il commissario Lucchesi. Quale serie è nata per prima?
Quella bresciana. Ho iniziato a scrivere dopo il pensionamento da magistrato: è un’attività lavorativa che, se fatta con serietà, occupa molto tempo. Scrivevo quotidianamente per lavoro, ma non era possibile dedicarsi alla scrittura letteraria. Mi sono immaginato, per primi, storie e personaggi ambientati a Brescia, anche perché essendo la mia città la conoscevo bene, non era necessario controllare continuamente la piantina della città e i nomi delle vie, mi veniva naturale seguire le vicende dei personaggi nei luoghi in cui immaginavo si svolgessero. Tutt’ora, quando lavoro su un libro della serie bresciana, non ho bisogno della mappa della città, anche se mi sono preso alcune licenze (la Questura sempre in via Musei, gli Uffici Giudiziari in Piazza Moretto).
Ora che lo frequenta da un po’ di tempo, che rapporto ha con il personaggio del commissario Andrea Lucchesi, protagonista della serie ambientata a Milano?
E’ un personaggio che mi somiglia poco, sia fisicamente, sia caratterialmente. Se l’ex giudice Petri, sia per età che per caratteristiche, mi ricordava molto me stesso, Lucchesi è, invece, diverso da me: anzitutto è più giovane. Poi, è di pelle scura, figlio di un toscano e di un’eritrea. Da noi, in Italia, essere un poliziotto di pelle scura è particolare, non ce ne sono, soprattutto che facciano i commissari. Lucchesi ha un temperamento irascibile (e questo spesso gli causa dei guai), è incline al bere e al fumo. Ecco, quello del non riuscire a smettere di fumare è un tratto che Andrea Lucchesi e Petri hanno in comune.
“Il singhiozzo del violino”, il suo ultimo romanzo pubblicato nel 2019, è ambientato nella zona dei navigli. Un anziano violinista viene trovato morto, ancora seduto sullo sgabello in cui era solito suonare. Davanti a sé, la custodia dello strumento, aperta, alcune monete. Un giorno vi viene fatta cadere una banconota fuori corso della Germania hitleriana (e si tratta del primo indizio). Lucchesi e l’anziano suonatore si conoscevano?
Avevano, fra loro, un rapporto di conoscenza tacita e di reciproco rispetto. Ne parlo in Tiro al bersaglio. Andrea Lucchesi, per le sue caratteristiche, è un personaggio che catalizza le intolleranze, il pregiudizio. Consente di parlare di persone ai margini della società, di persone diverse e originali, come l’anziano che tutti i giorni, la mattina presto, arriva ai Navigli con il suo violino, lo apre ed inizia a strimpellare. Non suona più molto bene, soprattutto da quando ha avuto un ictus. Nonostante ciò tutte le mattine è lì, e suona.
Dottor Simoni, come è abituato a scrivere? Segue uno schema o lascia spazio all’immaginazione? Quando inizia un nuovo poliziesco ha già in mente il finale?
Non seguo uno schema. Lo svolgersi della trama e il finale all’inizio non mi sono noti. Riprendo in mano i personaggi, costruisco una situazione di partenza, un delitto. Il resto viene man mano, scrivendo. In questo romanzo hanno grande rilievo le figure femminili intorno al commissario Lucchesi: Lucia Anticoli, la sua compagna, a sua volta ispettrice di polizia, che nonostante la “lieve depressione” di cui si fa accenno all’inizio del libro, gli è accanto e lo aiuta nell’indagine, sapendo quanto questo delitto coinvolga Lucchesi emotivamente. E’ presente nel romanzo anche la figlia Alice, inquieta per un problema personale, che chiede al padre e a Lucia di essere aiutata, e che ricambia il supporto ricevuto con affetto e disponibilità. E soprattutto il nuovo commissario: la splendida Grazia Bruni.
Nel 2011 ha pubblicato un saggio, “Il caffè di Sindona”, dedicato ad una indagine da lei condotta…
Sì, insieme a Giuliano Turone. Ci tenevo a ricostruire quella vicenda, anche perché intorno alla morte di Sindona stavano circolando false voci. Abbiamo appurato che non si è trattato di un avvelenamento, nel saggio spieghiamo come si è arrivati a questa consapevolezza.
Che cos’ha in serbo per il futuro, dottor Simoni? Un’indagine bresciana o una milanese?
Il mio prossimo libro sarà una novità, un’autentica sorpresa. Si intitolerà “Il merlo”, uscirà ad ottobre di quest’anno (2020), e non si tratterà di un poliziesco.
Titolo: Il singhiozzo del violino
Autore: Gianni Simoni
Editore: TEA
Genere: Giallo
Pagine: 256
Isbn: 9788850245017