“La grande battaglia di Brescia del 1401”: un episodio poco ricordato da cui dipese il destino di intere popolazioni europee
Letto e recensito da Federica Zaccaria per Brescia si legge
E’ possibile che una grande battaglia, decisiva per l’assetto politico futuro e coinvolgente i maggiori regni europei, sia stata quasi del tutto dimenticata nel luogo dove si svolse, mentre vengono ricordate e celebrate, ogni anno, decine di scaramucce secondarie, che giustificano piccole o grandi sagre di paese, cerimonie commemorative e pubblicazioni di storici locali? La risposta è “sì” e la prova sta, per esempio, in questa misconosciuta battaglia di Brescia del 1401.
La grande battaglia di Brescia del 1401 – Caccaveri, Fossadri, Galli – pg. 5
La nota vagamente polemica che introduce al volume “La grande battaglia di Brescia del 1401” (Agnetti Editore, 2023) mette fin da subito in chiaro l’intento degli autori Andrea Caccaveri, Alberto Fossadri e Raffaele Piero Galli: restituire il giusto valore e peso a un evento storico poco noto, ma di grande importanza per quello che sarebbe stato l’assetto geopolitico di quel periodo storico e non solo.
Con la prefazione a cura di Marco Merlo (conservatore del Museo delle armi “Luigi Marzoli” di Brescia), il libro affronta in maniera analitica e precisa lo scontro che vide contrapposti gli eserciti di un’ampia coalizione guidata da Roberto di Baviera da un lato e le truppe di Gian Galeazzo Visconti dall’altro. Partendo dagli antefatti e da un quadro storico in cui le politiche dei principi tedeschi e boemi si intrecciavano saldamente con quelle degli omologhi del nord Italia, il saggio parla dei protagonisti che presero parte alla battaglia (gli imperiali e i viscontei, dunque, ma anche i soldati appartenenti alle cosiddette ‘compagnie di ventura’ che andarono a rimpolpare le fila dell’esercito del ducato di Milano), non lesinando interessanti dettagli sul tipo di armi e armature utilizzate ed entrando idealmente sul campo di battaglia con un ampio capitolo dedicato alla cronaca del conflitto.
Altrettanto interessante, anche per i non addetti ai lavori, la parte in cui si parla delle famiglie aristocratiche bresciane e delle diverse tattiche messe in atto per destreggiarsi fra le fazioni guelfe e ghibelline (lo storico Eric Russel Chamberlein definì la Brescia di quel tempo “un’isola guelfa in un mare ghibellino”) e mantenere saldi i rispettivi domini e privilegi. Ecco dunque ricordate le strategie dei Calini a Lograto, dei Chizzola a Dello, Barbariga e Longhena, dei Martinengo nei loro possedimenti lungo il fiume Oglio, degli Oldofredi a Palazzolo, dei Maggi fra Montirone, Corvione e Bagnolo, dei Lodrone dall’alta Val Sabbia.
Un conflitto nato per contrastare le mire dei Visconti
Fra le tante guerre e le infinite battaglie ce ne sono alcune che hanno cambiato segnatamente il corso degli eventi, gli assetti geopolitici, il destino di intere popolazioni (…).
Quella del 1401, assai sottovalutata dalla storiografia contemporanea, è una di quelle. La battaglia di Brescia segna uno spartiacque fondamentale. Persa, avrebbe portato a una situazione geopolitica completamente diversa. Vinta, ha fissato dei paletti, confermando una situazione di potere e aprendo a fasi successive altrimenti impossibili, o improbabili. Fra di esse, la signoria malatestiana di Brescia.
La grande battaglia di Brescia del 1401 – Caccaveri, Fossadri, Galli – pg. 5
Siamo nel luglio del 1395 e Gian Galeazzo Visconti, senza spargimenti di sangue ma semplicemente comprando la carica da un “poco lungimirante o semplicemente opportunista” imperatore Venceslao, diventa primo duca di Milano e qualche anno dopo anche conte di Pavia e Dux Lombardiae. Il che, di fatto, regala una quasi totale autonomia all’intera area lombarda, causando non pochi malumori fra i Principi Elettori dell’Impero che, insieme ad altri governanti germanici, accusano la corona di aver ceduto la Lombardia nelle mani dei Visconti dichiarando decaduta la dignità imperiale.
A prendere il posto di Venceslao, Roberto di Baviera (chiamato anche Roberto di Germania o Roberto del Palatinato), la cui elezione a re del Sacro Romano Impero viene accolta favorevolmente da più parti ma naturalmente non è accettata da Venceslao che, almeno per i suoi sostenitori, continua a rimanere in carica. A questo punto entrano in gioco i guelfi bresciani delle valli e dei monti che, in accordo con fiorentini e padovani, danno il via alle ostilità allo scopo di togliere Brescia al ducato visconteo.
Oltralpe anche Leopoldo d’Asburgo duca d’Austria non nasconde di nutrire interesse verso Milano, a dispetto di un’alleanza siglata dalla casa asburgica con Gian Galeazzo: spronato da Leopoldo, Roberto di Baviera si convince a intervenire e accetta di organizzare e gestire l’azione belligerante.
Siamo arrivati al settembre del 1401 e la situazione si sblocca, le truppe iniziano a muoversi da Augusta in direzione di Trento. Qui convergeranno da subito i carraresi, i fiorentini (finanziatori dell’impresa) e gli stessi guelfi bresciani, con i quali si darà avvio all’invasione. Come si diceva, la cronaca della battaglia (che si svolse nelle zone pianeggianti a nord della città) è ampiamente riportata nel libro e si conclude con la vittoria dei Visconti e la ritirata in Germania di Roberto di Baviera.
La missione era ormai compromessa. La discesa in Italia interrotta. La cronaca sembrerebbe volgere al termine, con il ritiro delle truppe dalla piana del Garza. In realtà dobbiamo fare un passo indietro e riprendere a descrivere la battaglia, grazie ad altre fonti, dove viene narrato un episodio cruciale per le sorti del conflitto: l’imboscata di Nave.
La grande battaglia di Brescia del 1401 – Caccaveri, Fossadri, Galli – pg. 144
L’importanza dell’analisi delle fonti
Un doveroso capitolo finale è dedicato ad alcune importanti considerazioni in merito alle fonti coeve che potrebbero, o meno, aver contribuito ad appannare la portata storica della battaglia di Brescia del 1401. Un particolare riferimento viene fatto alle tesi sostenuta da Andrea Gatari nelle “Storie padovane”, ritenute da alcuni studiosi inattendibili in quanto inesatte, oltre che esageratamente romanzate. Il che, al di là del contesto a cui si riferisce il libro, apre al contempo a un interessante dibattito sul concetto di verità storica.
Quale potrebbe essere la ragione, allora, per riabilitarla? (la versione di Gatari -ndr). La ragione sta nella natura stessa della “verità storica”, che è in sé quasi un ossimoro. Materia di speculazioni e discussioni, necessita di lucidità e onestà intellettuale, permanendo nei secoli mutevole, fino a rendersi impalpabile e inafferrabile. Una frase dell’ex sindaco di Brescia, Cesare Trebeschi, parafrasando Platone piuttosto che Einstein, recita: “la verità è nel continuare a cercarla”.
La grande battaglia di Brescia del 1401 – Caccaveri, Fossadri, Galli – pg. 153
Titolo: La grande battaglia di Brescia del 1401
Autore: Andrea Caccaveri, Alberto Fossadri, Raffaele Piero Galli
Editore: Agnetti Editore, 2023
Genere: Saggio
Pagine: 173
EAN: 9791222482927
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