La storia della letteratura e dell’editoria bresciana del Seicento e del Settecento in un prezioso saggio edito da Morcelliana
Recensione di Rachele Anna Manzaro per Brescia si legge
“Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento” (Morcelliana, 2022 – acquista qui) è un volume completo e dal taglio accademico, curato da Rosaria Antonioli ed Enrico Valseriati, che raccoglie gli interventi e gli approfondimenti prosopografici di importanti autori e autrici sul tema della letteratura e dell’editoria a Brescia tra XVII e XVIII secolo.
L’opera, appartenente agli “Annali di storia Bresciana” di Morcelliana (collana nata nel 2014 con lo scopo di aggiornare la storia di Brescia coordinata da Giovanni Treccani degli Alfieri), è stata promossa dall’Ateneo di Brescia, con il contributo di UBI e Fondazione CAB a rappresenta un interessante tentativo di raccontare la storia dell’editoria bresciana ponendo l’attenzione su due secoli spesso trascurati, ma ricchi di fermenti sociali e culturali.
La storia editoriale di Brescia nel Seicento
Il focus del volume è centrato sul Seicento, secolo meritevole di analisi in quanto maggiormente trascurato rispetto a quello successivo per ciò che riguarda la storia della letteratura a Brescia.
L’editoria bresciana del Seicento mostrò una certa vitalità e si manifestò nella realizzazione di oltre 1.200 edizioni a stampa, una cifra di tutto rispetto per una città di provincia, nonostante le restrizioni imposte dal governo veneziano. A questo proposito, vanno annoverate le numerose cartiere presenti nella zona di Nave e del Lago di Garda, zone che anche per l’abbondanza di materia prima furono una vera e propria fucina di famiglie di tipografi bresciani attivi in tutta Italia.
Già nel corso della prima metà del XVI secolo, si registra quindi in città un certo fermento culturale e, senza dubbio, il numero elevato di edizioni permette di ipotizzare che Brescia fosse una piazza dove i libri non solo si producevano, ma da cui venivano fatti circolavare in diverse parti d’Italia e nei paesi europei. Inoltre, sono comprovati i contatti commerciali di Brescia non solo con città vicine come Bergamo, Cremona e Milano, ma anche con Venezia, e con città straniere come Lione, capitale europea dell’editoria cattolica, e con la zona delle Tre Leghe.
Nel 1630, tuttavia, l’editoria bresciana entrò in crisi a causa della peste, che causò la morte di diversi librai ed editori. Dopo questa data, si verificò un arresto produttivo a cui seguì una lenta ripresa. Gli autori evidenziano quindi un “Cinquecento lungo” nella tipografia bresciana, seguito da un “Seicento breve” in cui la ridotta produzione rese l’editoria cittadina di scarso interesse e la confinò in un marcato provincialismo. Solo alcune realtà riuscirono a superare l’enorme crisi e tra queste va annoverata la tipografia della famiglia Turlino.
Il contesto mutato lasciò spazio all’affermarsi di nuovi attori, tra cui spiccano Antonio Rizzardi (che nel 1630 aveva già 50 anni) e Giovanni Giacomo Vignadotti, che contese ai Turlino la committenza istituzionale del secondo Seicento.
Un’analisi del mondo editoriale bresciano
Risulta molto interessante osservare la collocazione fisica delle librerie e delle tipografie, nonché delle abitazioni degli editori. Tutti questi edifici erano infatti concentrati nel quartiere di Sant’Agata e nelle sue immediate vicinanze, una zona oggi scomparsa a causa delle demolizioni messe in atto in epoca fascista per la costruzione di Piazza Vittoria.
Passando alle tematiche, scopriamo che il 70% delle edizioni bresciane del Seicento era costituito da testi di carattere religioso e che le pubblicazioni di testi storici, in particolare di storia locale, riuscivano ad attirare l’attenzione del vasto pubblico. Da questo punto di vista, uno dei grandi protagonisti fu Ottavio Rossi (1578-1630), storico e poligrafo che morì durante la pestilenza del 1630. Altro personaggio di rilievo fu il cappuccino Celestino Colleoni da Bergamo (1568-1635), che pubblicò a Brescia nel 1618 una storia della sua città in due volumi.
A pagina 121 del volume si leggono le splendide rime di Ottavio Rossi. Recita così uno dei suoi componimenti:
La musica d’amore,
Tutt’è fatta d’ardore;
Sono gl’accenti acuti,
I perfidi rifiuti,
E le voci più basse,
Le querele sì lasse,
Che forma il sen, nel essalar sovente
Il suo martir dolente;
La speranza, è ‘l tenore;
Tutto ‘l concerto, è insiem riso, e tormento;
E de le note sue, stampa è’l lamento.
L’uso della punteggiatura è poesia, teatro e musica insieme. Un incanto.
Un altro aspetto importante è il rapporto degli editori con gli autori locali. Ciò che colpisce è la corposa presenza di autori non bresciani pubblicati a Brescia.
Inoltre, la letteratura bresciana del Seicento annovera i nomi di Fabio Glissenti, autore di Discorsi morali contra il dispiacer del morire del 1596, composto da cinque dialoghi, trenta novelle e un trattato. Giovanni Battista Cartari, Giovan Battista Seriati; i nomi e gli esponenti di quel periodo sono numerosi. Uno spazio importante, a questo proposito, lo si può trovare a pagina 37, a cura di Simona Morando.
Brescia e l’editoria del Settecento
Nella seconda parte del volume è raccontata la produzione editoriale bresciana del Settecento.
Il primo vero tentativo di ricostruzione dei maggiori stampatori bresciani del Settecento, fu il lavoro di Ugo Vaglia, in “Tipografie e tipografi” a Brescia nel secolo XVIII, pubblicato nei “Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1981”.
Significative anche le riflessioni del ruolo di alcune figure di primo piano nello sviluppo della cultura e della stampa a Brescia, come Gianfrancesco Barbarigo (vescovo di Brescia dal 1714 al 1723) e Angelo Maria Querini (vescovo di Brescia dal 1727 al 1755).
Altro capitolo che approfondisce in modo egregio, Anna Maria Salvadè, è l’illuminismo e anti-illuminismo a Brescia nel Settecento. (pagina 221).
Questo capitolo spiega bene come l’Illuminismo ha bisogno di essere compreso nella sua complessità. Ovvero, l’illuminismo non è sempre e comunque progressista, ma può invece essere visto come un percorso tutt’altro che lineare.
Durante il Settecento, Brescia rischiò di scontare una condizione di isolamento, nonostante fosse molto viva nell’editoria, in quanto poco affine alla più vicina Milano.
Da sottolineare inoltre la collaborazione bresciana al “ Caffè”, la cui prima annata (i trentasei fogli del primo tomo, da giugno 1764 a maggio 1765) fu impressa dalla tipografia Rizzardi; una scelta ponderata per poter stampare i fogli al riparo della censura della vicina Milano. Quanto erano belli i salotti e le accademie nel Settecento bresciano. Per non parlare della drammaturgia e degli spettacoli a Brescia durante il XVIII secolo.
Un volume per scoprire la letteratura di Brescia
I contributi dettagliati di autori e autrici rendono questo un volume notevole, meritevole di una lettura approfondita alla quale dedicare tempo e attenzione per cogliere la profondità degli eventi passati. Infatti, il Seicento e il Settecento bresciani furono secoli non scevri da personalità illustri e riconosciute a livello nazionale dagli specialisti del settore.
La scrittura chiara e precisa rende il volume adatto a tutti, non solo agli appassionati del tema letterario e storico, ma anche a chi desidera conoscere la storia dell’editoria e della letteratura, in un’epoca sì lontana, ma che ha segnato fortemente la storia e la peculiarità della città di Brescia. Questo volume permette inoltre di conoscere anche la Brescia di adesso, perché cerca di illuminare alcune zone d’ombra della nostra letteratura.
Da notare la netta distinzione che si è fatta tra i vari generi letterari. Per quanto concerne il Seicento, si è dato spazio alle opere non più edite dei massimi esponenti del genere poetico del momento. Per il Settecento, si è attuato un excursus di determinate opere trascurate, andando oltre una rassegna di titoli e nomi e dando uno sguardo direttamente ai versi. In conclusione, un testo da leggere, consultare, e da studiare.
Titolo: Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento
Autori: AA. VV. (Antonio Porteri, Luca Rivali, Simona Morando, Alessandra Munari, Paola Lasagna, Maria Chiara Tarsi, Antonio Morotti, Alessandro Regosa, Alessandro Tedesco, Anna Maria Salvadè, Enrico Zucchi, Marco Zanini, Simona Bonomi)
Curatori: Rosaria Antonioli, Enrico Valseriati
Editore: Morcelliana, 2022
Genere: Saggio
Pagine: 352
ISBN: 9788837235222
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