“Lucrezia Floriani”: la passione irrompe sulle placide sponde del lago di Iseo nel romanzo dimenticato della grande scrittrice francese George Sand
Letto e recensito da Silvia Lorenzini per Brescia si legge
La felicità è la calma, l’amicizia; l’amore è la tempesta, è la lotta.
George Sand, Lucrezia Floriani, pag, 62.
Chissà per quale motivo i laghi di Lombardia ispirano agli scrittori tormentate storie d’amore. Se il lago di Como, nel suo ramo che “volge a mezzogiorno”, ha stimolato nell’immaginazione manzoniana la vicenda dei Promessi Sposi, il lago d’Iseo è il luogo eletto dalla scrittrice George Sand per ambientarvi il suo romanzo “Lucrezia Floriani” che narra, appunto, del difficile amore fra la protagonista, Lucrezia Floriani, e il giovane principe Karol. Ma se Manzoni decise di riservare ai due sfortunati Renzo e Lucia un lieto fine, altrettanto generosa non fu la Sand coi suoi personaggi, destinati, invece, nelle pagine del libro, a essere travolti da una passione “scandalosa” che non conosce possibilità di pace.
Il romanzo, seppur ambientato sul lago d’Iseo, è di fatto quasi sconosciuto nel nostro paese. Pubblicato in Italia negli anni ’20, ha conosciuto una riedizione solo in tempi relativamente recenti, nel 1979, ad opera della tipografia di San Marco di Esine. La riscoperta dell’opera, dunque, è tutta bresciana così come bresciano, camuno per la precisione, è Marcello Ricardi che tradusse il romanzo a partire dall’edizione delle opere di George Sand pubblicata nel 1853 a Parigi.
A lungo giudicato scandaloso, “Lucrezia Floriani” è il frutto dell’incontro tra la atmosfere della nostra provincia filtrate dallo sguardo di una europea dell’Ottocento e le tempestose vicende biografiche e artistiche di una delle più grandi scrittrici europee, la cui personalità non può non suscitare, oggi come in passato, curiosità e interesse. Una piccola chicca di brescianità rimossa, che anche in quanto tale merita di essere riscoperta.
Un’artista trasgressiva nell’Europa del primo Ottocento
Lascio la mia vita al giudizio del mondo, senza ribellarmi, senza trovare che abbia torto nelle sue leggi generali, ma senza concedergli che abbia ragione contro di me. […] Ho un grande orgoglio di me stessa, ma non sono vanitosa. […] Abbia agito male, abbia agito bene, io sono stata punita e ricompensata dalle passioni medesime. Si trattava di perdere la reputazione? Sono stata al gioco, l’ho sacrificata all’amore. Con quale diritto la gente che condanna, sostiene che il mio esempio è pericoloso?
George Sand, Lucrezia Floriani, pag. 35
George Sand in realtà si chiamava Amantine Aurore Lucile Dupin. Sposatasi nel 1822 con Casimir Dudevant, a partire dal 1832 iniziò a pubblicare romanzi con lo pseudonimo maschile di George Sand. Irriverente e trasgressiva, George cominciò ben presto ad assumere atteggiamenti da uomo, fumando e vestendo abiti maschili, comportamenti che all’epoca suscitavano scalpore, se non scandalo. Intrecciò relazioni sentimentali con numerosi artisti, a dispetto della sua condizione di moglie e madre. Ebbe una lunga e turbolenta relazione con Chopin, che terminò proprio nel 1847, anno in cui il romanzo “Lucrezia Floriani” vide per la prima volta le stampe.
George Sand giunse in Italia nel 1834 con il suo amante Alfred de Musset. Lei aveva 29 anni, era sposata e madre di due figli. De Musset era un giovane scrittore esordiente, un dandy dalla vita sregolata, più giovane della Sand di cinque anni. I due amanti arrivano a Venezia dove de Musset cade presto malato e la Sand non tarda a gettarsi fra le braccia di Pietro Pagello, il medico italiano da lei chiamato per curare de Musset.
Alla fine di luglio de Musset è abbastanza in forze per riprendere il viaggio e i due soggiornano sui laghi lombardi: visitano il Garda, il lago d’Iseo, il lago Maggiore.
In una lettera al marito la Sand scrive:
Vedo finalmente l’Italia; finora, avendo viaggiato nel cuore dell’inverno e avendo passato il resto del tempo a Venezia fra il cielo e l’acqua, non capivo affatto quale fosse la ricchezza di questo paese. […] A Milano c’è dieci volte più lusso che a Parigi.
George Sand, Lettere, lettera del 30 luglio 1834
L’impressione di questo breve viaggio dovette essere assai intensa, dal momento che, oltre dieci anni dopo, la Sand si ricordò di questi luoghi per ambientarvi “Lucrezia Floriani”, un romanzo in cui non mancano numerosi spunti che riflettono le vivacissime vicende sentimentali della scrittrice e il suo personaggio fortemente anticonvenzionale.
Lucrezia Floriani, un’altra donna che ha scelto la libertà
La vicenda del romanzo ha come protagonista Lucrezia, donna di umili origini, figlia di un pescatore iseano, ma divenuta ricca e famosa in virtù della sua carriera di attrice. Lucrezia, alle soglie dei trent’anni, dopo aver avuto quattro figli da uomini diversi, ha abbandonato il palcoscenico per ritirarsi a vivere sul lago d’Iseo con i bambini, in una villa accanto alla semplice dimora del padre. La tranquillità del buen retiro di Lucrezia viene interrotta dall’arrivo di un amico di un tempo, Salvator Albani, anche lui, inevitabilmente, fra la schiera degli adoratori dell’affascinante attrice. Salvator è in viaggio con un amico, il principe Karol di Roswald, e i due, dopo aver cenato in una locanda a Iseo, decidono di chiedere ospitalità alla Floriani per la notte. Inutile dire che la sosta dei due giovani si protrarrà ben oltre la singola notte e che Karol finirà per innamorarsi perdutamente della Floriani, ricambiato non senza mille turbamenti e ripensamenti. Lucrezia Floriani, infatti, è una donna che, come la Sand, ha scelto la libertà. Stanca di fastidi e gelosie, annoiata dalla possessività dei suoi ex- amanti, ha deciso di condurre una vita solitaria, totalmente dedita all’educazione dei suoi figli, pur di scrollarsi di dosso quello che lei definisce il “giogo” di una qualsiasi relazione amorosa stabile, con tutte le costrizioni che essa comporta. L’incontro fra Lucrezia, donna idolatrata e libera, ormai disillusa dall’amore, e il principe Karol, più giovane di lei, che ancora non conosce la vera potenza della passione, prende spunto indiscutibilmente dal rapporto Sand -de Musset che sbocciò, seppur per breve tempo, proprio in Italia dove pure si consumò.
La vicenda narrata, comunque, e in particolare il personaggio della protagonista hanno nel tempo stuzzicato la fantasia dei biografi della Sand e di Chopin, che hanno ravvisato nel principe Karol, fragile, passionale e geloso, un alter ego di Chopin. Altri critici hanno messo, invece, in evidenza le differenze fra Lucrezia e la Sand: delicata e alla ricerca di un amore puro e ideale la prima, incostante, spregiudicata e fatale la seconda.
Il romanzo, insomma, trova la sua ricchezza negli spunti che offre sulla personalità di una delle scrittrici più poliedriche, affascinanti e controverse dell’Ottocento, anche se non meno affascinante è il quadro del lago d’Iseo che ne emerge.
Il lago d’Iseo come paradiso esotico isolato dal mondo
Si diressero dunque verso il porticciolo di Iseo. C’era una festa nei dintorni. Carri tirati da piccoli cavalli magri e vigorosi riconducevano a casa le ragazze agghindate a festa, pettinata come statue antiche, il nodo infilato da lunghi spilli d’argento e fiori naturali tra i capelli. Gli uomini venivano a cavallo, sull’asino o a piedi. La strada era occupata per intero da questa gente allegra, dalle ragazze trionfanti, dagli uomini un po’ eccitati dal vino e dall’amore.
George Sand, Lucrezia Floriani, pag. 25
L’arrivo dei due giovani a Iseo coincide con il momento di una festa paesana. Se Salvator Albani, italiano, si lascia immediatamente coinvolgere dall’atmosfera di licenza garantita dall’occasione della festa, il severo principe Karol, che ha ricevuto un’educazione improntata al rigore morale, cupamente attratto dalla morte, resta attonito di fronte alla piacevolezza del luogo e alla disinvoltura degli abitanti. Il confronto con una realtà così estranea, fino a quel momento, alla sua sensibilità, provoca in Karol, fin da subito, una sensazione di inquietudine profonda, un presentimento, come egli stesso lo definisce, che sia meglio andarsene subito. Ma una volta conosciuta la Floriani, l’incantesimo dell’amore diviene tutt’uno con l’incantesimo di un luogo che invita Karol a lasciarsi alle spalle tutto quello che lui è stato fino a quel momento.
Fu forse questa la suggestione che la Sand subì una volta arrivata sulle sponde del Sebino e che essa restituisce in più passi del romanzo:
Il lago era superbo nei riflessi del tramonto. I ragazzi si erano calmati e prendevano seriamente gusto a vedere il nonno che tendeva le reti i un’ansa fiorita e profumata […]La Floriani raccolse ninfee gialle. […] Karol incominciava a raddolcirsi interiormente.
George Sand, Lucrezia Floriani, pag. 129
La grazia del paesaggio lombardo, la quiete del lago, l’operosità della gente del posto: sono tutti elementi attraverso cui la Sand costruisce una sorta di paradiso isolato dal mondo, in cui Karol, dimentico di se stesso e dei propri valori, si lascia andare all’esperienza di un amore che non saprà governare. Ma, in fin dei conti, sembra suggerirci George Sand, se l’amore fosse governabile, sarebbe amore?
Titolo: Lucrezia Floriana
Autore: George Sand
Editore: Tipografia San Marco di Esine, 1979
Genere: Romanzo psicologico
Pagine: 204
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