Una provincia operosa con stile: la lunga storia del design bresciano nel saggio di Marcello Zane

Recensione di Silvia Lorenzini per Brescia si legge

Dietro al successo del design come della cultura italiana in generale vi sono sempre un territorio e una storia, anzi, potremmo dire, molti territori e molte storie.

“Forme”- Alberto Ferlenga – pagina 9

Nel 1984 uno dei più grandi economisti americani, John Kenneth Galbraith, sintetizzò con efficacia le ragioni del successo economico che ha reso l’Italia una delle nazioni più avanzate del mondo: non tanto la presenza di un’amministrazione attenta o di tecnici e manager più preparati che altrove, quanto piuttosto l’esistenza di una forte tradizione artistica che rende il prodotto italiano competitivo sui mercati in virtù, non della sua durabilità o del suo costo, ma della sua valenza estetica, cioè di quel design che, anche oggi, ovunque, è un marchio di riconoscimento e di qualità del Made in Italy.

Con il suo saggio Forme. L’industria bresciana e il design: una lunga storia (LiberEdizioni, 2022 – acquista qui), lo studioso bresciano Marcello Zane si pone l’obiettivo di studiare lo sviluppo della cultura del design nello specifico della realtà bresciana, focalizzandosi sull’arco temporale della nascita dell’industria moderna.

Il lavoro, impreziosito da un’introduzione di Alberto Ferlenga, già rettore dello IUAV, affronta in un’ottica diacronica, il complesso intreccio fra arte, società e produzione di beni,  per dimostrare che, a dispetto della diffusa convinzione che nella produzione industriale bresciana il design costituisca un fattore secondario, vi sia in realtà nella nostra provincia una storia di studio della componente estetica del prodotto che affonda le radici negli antichi laboratori artigianali di “arti minori” da sempre presenti nel nostro territorio.

Il saggio, di taglio specialistico, si propone come un dettagliatissimo documento, riccamente corredato di immagini, destinato non solo a chi si occupa di design, ma a chiunque desideri approfondire un aspetto centrale della storia di Brescia, per cui essa è da sempre proverbiale: l’operosità e la produttività bresciana, che si è concretizzata nel tempo in un’imprenditoria e in una forza lavoro capaci di raggiungere altissimi livelli di qualità e competitività sui mercati nazionali e internazionali.   

Verso una produzione “di buon gusto e di buon senso”

L’indagine storica è uno strumento importante per misurarsi seriamente con lo sviluppo dell’industria bresciana, con le “resistenze” alla fascinazione del design stesso. Oggi l’inserimento degli oggetti di design creati dalle imprese locali in spazi culturali istituzionali, mostre, uffici, aree commerciali – volumi e riviste – ha defunzionalizzato molti di loro e li ha trasformati in pezzi da esibizione: non necessariamente caricandoli dello status di oggetti d’arte prodotti in serie, ma attribuendo loro funzioni distanti dalle origini, quasi estranei all’apporto della filiera produttiva.

“Forme” -Marcello Zane – pagina 13

L’indagine prende le mosse dagli albori dell’industria bresciana, nel XVII secolo, quando la produzione era artigianale e, pur all’interno di un panorama aperto a varie tipologie di attività produttive, l’attenzione all’estetica degli oggetti era, come immaginabile, appannaggio solo delle famiglie più ricche, motivate da ragioni di prestigio alla ricerca di beni non puramente funzionali.

La diffusione in territorio bresciano di un capitalismo che Zane non esita a definire “quasi calvinista” per la sua austerità nei consumi, radicherà fino la fine del XIX secolo il permanere della convinzione che la preziosità e l’eleganza di un prodotto costituiscono un cedimento alla frivolezza decorativa.

È, infatti, solo nel Novecento che, con l’affermarsi di un maggiore benessere economico, il gusto dei consumatori si affina e sviluppa un nuovo approccio verso l’acquisto di oggetti, inducendo alcuni settori dell’industria bresciana a muoversi verso nuove direzioni produttive e merceologiche, in cui elementi, “sino a quel momento rigorosamente funzionali” sono trasformati “in delicate figurazioni ornamentali”. Nel secondo dopoguerra il boom economico nazionale diviene anche per Brescia occasione per agganciarsi alla sempre maggiore richiesta di beni di comfort.

Riuscire a offrire lavori “di buon gusto e di buon senso” diviene essenziale, nella nuova ottica per cui, pur sempre mirando a mantenere il prodotto concorrenziale, ci si apre alla modernità dei gusti senza ripudiare la tradizione. 

Innovazione tecnologica e formazione delle maestranze

Zane conduce un’analisi precisa del fenomeno, principalmente ricostruendo la storia di molte aziende bresciane, attive nei più disparati settori (dalla produzione di mobili alle posate e pentolame, dalle armi ai giocattoli, dai rubinetti e maniglie ai cicli e motocicli e così via), in un mosaico di dati e informazioni che restituiscono a pieno la dinamicità e la varietà dei comparti produttivi che hanno caratterizzato la nostra provincia.

Alcuni capitoli sono dedicati a degli “studi di caso”, approfondimenti di alcune realtà geografiche precise (il caso della Val Gobbia e di Lumezzane) o di alcune aziende.

La storia del design significa, come Zane dimostra, anche storia di tutto ciò che vi è connesso: la ricerca sui materiali (dai più tradizionali come legno, ferro, acciaio, alla plastica, una sorta di emblema della modernità per buona parte del Novecento, all’alpacca, neoprene, polietilene), l’innovazione tecnologica, la formazione dei lavoratori. A quest’ultimo aspetto l’autore presta particolare attenzione, dedicando più pagine a raccontare la nascita di scuole destinate alla formazione di artigiani e operai sul disegno e sull’arte industriale.

Si tratta di istituti sorti soprattutto nel tardo Ottocento, quando emerse il bisogno di creare una manodopera qualificata per andare incontro alle esigenze di una produzione che ambiva a distinguersi anche sul piano formale. Dell’Istituto Moretto, sorto nel 1882, o del collegio d’arti Lodovico Pavoni, o, ancora, degli Artigianelli, fondato nel 1888, Zane non manca di ricordare il ruolo fondamentale che ebbero questi luoghi anche nel fornire una preparazione professionale, e quindi un’opportunità, a giovani provenienti per lo più da famiglie umili.

Il design bresciano e il futuro: le sfide del mercato globale

“C’è comunque da chiedersi quale sorte attenda oggi il design del made in Brescia in un mercato globale sempre più ampio e interconnesso. In pratica, questi continuerà a essere un marchio tale da fornire valore aggiunto a taluni prodotti italiani?”

“Forme” – Marcello Zane – pagina 359

I capitoli conclusivi ripercorrono le linee dell’ultimo ventennio del XX secolo con la globalizzazione e, quindi, la fine di un’epoca. L’agguerritissima concorrenza di paesi esteri in grado di produrre beni a basso costo, contraffacendo modelli e marchi affermati sul mercato, ha posto le basi della crisi di industrie nazionali e locali anche di medie e grandi dimensioni, costringendo ad avviare processi di ristrutturazione aziendale, ma anche di ricerca di nuove soluzioni di mercato. In un quadro così complesso, il design si impone, ancor più che nel passato, come un elemento distintivo nella desiderabilità di un prodotto che, se associato all’immagine positiva dell’Italia come patria dell’arte, della creatività, del ben vivere, toglie i beni di consumo dallo “scivoloso terreno” della competizione basata solo sul prezzo.

Le sfide future del XXI secolo divengono ora per le aziende soprattutto quella della sostenibilità, valore sempre più importante nell’esperienza del consumatore, e quella dell’automazione sempre più sofisticata dei cicli produttivi.

La storia del design a Brescia, dunque, consente al lettore di scoprire e riscoprire nomi di personalità (artisti, imprenditori), aziende, realtà formative che con la loro azione hanno dato impulso allo sviluppo economico della nostra provincia, creando opportunità e benessere, tentando innovazioni in settori che sembravano avere pratica consolidata. Essa è però anche e soprattutto una storia della società, delle sue esigenze, dei suoi valori e di come ciò si rispecchi anche nell’approccio al lavoro, al consumo e all’utilizzo di beni.

È, in definitiva, una piccola storia che aiuta a comprendere come Brescia è cambiata e sta cambiando


Titolo: Forme
Autore: Marcello Zane
Editore: LiberEdizioni, 2022

Genere: Saggi
Pagine: 367
EAN: 9791280148810

Se vuoi acquistare questo libro online, fallo attraverso questo link sosterrai il progetto Brescia si legge.

Incontrarci non è stato facile, ora non perdiamoci di vista! Iscriviti alla nostra newsletter  per essere aggiornato su ciò che accade sulla “scena letteraria bresciana”

Silvia Lorenzini

Bresciana, laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Pavia. Ha trascorso anni a girovagare fra la Germania e l'Inghilterra per ragioni di studio, di lavoro e di amore. Dal 2005 insegna Italiano e Latino in uno dei licei cittadini. Appassionata di storia locale, adora la montagna, la musica, i libri e non saprebbe vivere se le mancasse anche solo una di queste tre cose.

Potrebbero interessarti anche...

Abilita notifiche OK No grazie