“Le origini del turismo a Ponte di Legno”: la storia dello sviluppo turistico del paese dell’Alta Valle Camonica nel saggio di Mario Berruti

Recensione di Francesca Cocchi per Brescia si legge

Ponte di Legno, piccolo paese dell’Alta Valle Camonica, è oggi una meta nota a livello nazionale e internazionale per il turismo invernale ed estivo. Il saggio “Le origini del turismo a Ponte di Legno. Dall’osteria di paese ai primi alberghi, dalla pastorizia all’alpinismo e allo sci” (Quaderni della Biblioteca Civica di Ponte di Legno, 2021) di Mario Berruti si pone l’obiettivo di indagare l’origine della vocazione turistica di Ponte di Legno.

Attraverso fonti storiche e archivistiche, il saggio ripercorre l’evoluzione delle attività alberghiere dalignesi a partire dal Cinquecento e dai primi punti di ristoro per i forestieri fino alla ricostruzione del paese nel primo dopoguerra. Berruti sottolinea in particolare il ruolo svolto dalla nascita dell’alpinismo e dalla crescente popolarità dagli sport invernali, due fattori che determinarono, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la trasformazione di Ponte di Legno da paese vocato alla pastorizia a rinomato centro turistico.

Dalla pastorizia all’alpinismo: la nascita di osterie, locande e alberghi

È indubbio che il movimento alpinistico, e l’assistenza di guide alpine e portatori locali, fu uno dei principali fattori della trasformazione dell’economia dalignese. Il ruolo delle guide fu fondamentale per attrarre prima alpinisti, geologi, topografi, botanici, e successivamente sempre più appassionati delle montagne e delle sue bellezze naturali. Le passeggiate sui seracchi diventarono popolari, e coinvolsero non soltanto gli studiosi e gli alpinisti, ma anche le loro signore e i preti.

M. Berruti, Le origini del turismo a Ponte di Legno, p.196

Nelle fonti più antiche, Ponte di Legno è descritto come una terra di confine e di scambio con una tradizione secolare di pastorizia di transumanza. La posizione strategica del paese, che si presentava già nel Cinquecento come «l’ultima “stazione” prima dell’accesso al Tonale e la prima per coloro che, dal Tirolo scendevano in Valcamonica», favorì la nascita di osterie e bettole, come attestano gli Estimi seicenteschi e settecenteschi.

Tuttavia, solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’arrivo in Alta Valle Camonica dei primi alpinisti, iniziò a svilupparsi a Ponte di Legno una vera e propria vocazione turistica. Il nascente movimento alpinistico, infatti, determinò una radicale trasformazione dell’economia dalignese spingendo molti giovani ad abbandonare la pastorizia per intraprendere la professione di guide e portatori. Inoltre, l’afflusso di escursionisti e di turisti rese necessaria la costruzione non solo di rifugi in alta quota, ma anche di nuove strutture ricettive nell’abitato di Ponte di Legno.

Nel corso dell’Ottocento l’Osteria Bulferi si trasformò nel primo vero albergo – il Battistazza, dal soprannome del suo proprietario – che dava sulla piazza del paese ed era dotato di camere e letti per ospitare i primi alpinisti che transitavano per Ponte di Legno. Nelle guide alpinistiche e turistiche di fine Ottocento e nelle relazioni degli alpinisti, oltre al Battistazza sono citate anche altre strutture ricettive dalignesi, pioniere dell’evoluzione turistica del paese, come l’Albergo Faustinelli sulla strada per il Tonale, l’Albergo Maculotti a Pezzo, l’Albergo Barattieri e l’Hotel delle Alpi.

Diversa è, invece, la storia dell’Albergo e dello Stabilimento di Sant’Apollonia, sorti all’ingresso della Valle delle Messi alla fine dell’Ottocento con lo scopo di sfruttare le acque ferruginose dell’omonima fonte per la produzione e la commercializzazione di acqua minerale. L’Albergo subì però la concorrenza dei nuovi alberghi sorti a Ponte di Legno e delle vicine località turistiche di Pejo e Santa Caterina Valfurva e non fu mai in grado di attirare un numero consistente di turisti.

Tra sport invernali e ricostruzione post-bellica: il turismo dalignese nel Novecento

Nel 1912 Ponte di Legno raggiunse il culmine della sua popolarità, soprattutto nella stagione invernale, tanto che il Touring Club Italiano la definì quell’anno la “prima stazione italiana di turismo e sports invernali”.

M. Berruti, Le origini del turismo a Ponte di Legno, p.136

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la crescente popolarità dello sci e di altre discipline sportive legate alla neve trasformò Ponte di Legno in una meta privilegiata per il turismo invernale. In quegli anni sorsero realtà come l’Hotel Tonale, «che ospitava “bella gente”, a cui offriva ospitalità di alto rango» e il Grande Albergo, che accolse svariate manifestazioni sportive e mondane.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, molte delle strutture alberghiere dalignesi furono riconvertite a uso militare e gran parte del paese fu distrutto dal bombardamento austro-ungarico nel settembre del 1917. Ponte di Legno seppe però riprendersi e, dopo un’intensa fase di ricostruzione post-bellica, già agli inizi degli anni Venti, si riaprì ai forestieri che si recavano in questa località per praticare sport invernali.

Il rilancio dell’economia turistica dalignese fu inoltre sospinto dal decreto del 28 ottobre 1927 con il quale il governo riconobbe Ponte di Legno come «stazione climatica e di cura di prim’ordine». Negli anni Venti del Novecento, sorsero nuovi alberghi, taverne e locande per accogliere «gli stressati cittadini, che fuggivano dalle città per ritrovare […] luoghi incantevoli, clima salubre e una società gaia e spensierata». 

Il ruolo dei singoli nell’evoluzione turistica di Ponte di Legno

Nel 2012 Mario Berruti aveva pubblicato per il comune di Ponte di Legno 1912-2012 Ponte di Legno, cent’anni di turismo: un secolo di storia per immagini”, uno studio dedicato alla più recente storia del turismo dalignese che partiva proprio dal quel 1912, l’anno in cui Ponte di Legno fu definita la “prima stazione italiana di turismo e sports invernali”.

Nel saggio “Le origini del turismo a Ponte di Legno. Dall’osteria di paese ai primi alberghi, dalla pastorizia all’alpinismo e allo sci” Berruti si pone invece l’obiettivo di ricostruire le origini della vocazione turistica di Ponte di Legno attraverso una ricerca che spazia dal Cinquecento al primo dopoguerra e mette in risalto i due principali fattori che determinarono la trasformazione economica del piccolo paese dell’Alta Valle Camonica: l’alpinismo e gli sport invernali.

L’opera si distingue per l’accurato utilizzo delle fonti storiche. L’analisi di antichi mappali e catasti, estimi, cronache antiche, guide turistiche e fotografie d’epoca ha permesso a Berruti di ricostruire non solo il mutamento della fisionomia di un paese che nei secoli si è popolato di nuove strutture ricettive, ma anche le storie personali di coloro che, più o meno consapevolmente, con i loro sacrifici e le loro attività hanno contribuito a definire una nuova vocazione economica per il loro paese.

La lettura del saggio “Le origini del turismo a Ponte di Legno. Dall’osteria di paese ai primi alberghi, dalla pastorizia all’alpinismo e allo sci” è consigliata a chi vuole scoprire l’evoluzione secolare che ha portato Ponte di Legno a diventare una delle mete turistiche più conosciute nella provincia di Brescia e a chi vuole conoscere le origini del turismo dalignese per riflettere sulle possibile prospettive future di questo piccolo paese dell’Alta Valle Camonica.


Titolo: Le origini del turismo a Ponte di Legno. Dall’osteria di paese ai primi alberghi, dalla pastorizia all’alpinismo e allo sci
Autore: Mario Berruti
Editore: Quaderni della Biblioteca Civica di Ponte di Legno, settembre 2021


Genere: Saggio
Pagine: 256

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Francesca Cocchi

Nata nel 1996, è cresciuta in Valle Camonica e ha studiato tra Padova e il Belgio. Dopo la laurea magistrale in lettere classiche, si stabilisce a Brescia dove lavora come copywriter per il marketing. Filologa di formazione, predilige da sempre i grandi classici, ma non si lascia intimorire dagli autori contemporanei. Di carattere introverso, si trova a suo agio in viaggio, tra i libri e al tavolo di un buon ristorante.

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