“Il palazzo delle porte socchiuse”: 13 racconti che rianimano altrettante stanze nell’esordio dell’autore classe ’97 Matteo Saleri

Recensione di Francesca Cocchi per Brescia si legge

State camminando per strada quando un temporale vi coglie di sorpresa. Un uomo si affaccia dalla porta di un palazzo disabitato e vi invita a entrare per ripararvi dall’acquazzone. Si presenta, è il vecchio custode dello stabile, rimasto a sorvegliare l’ingresso anche dopo che tutti gli inquilini se ne sono andati lasciando negli appartamenti solo il ricordo delle loro storie. Incuriositi e un poco titubanti, decidete di seguirlo all’interno del misterioso palazzo.

Vi immergete così nella lettura de “Il palazzo delle porte socchiuse” (Serra Tarantola Editore, 2020 – acquista qui), un’originale raccolta di tredici racconti che rappresenta l’esordio letterario del giovane bresciano Matteo Saleri, classe 1997. L’opera si contraddistingue per la cornice narrativa che consente di creare un legame tra i racconti. Il custode, infatti, come un moderno Virgilio, guida il lettore-visitatore alla scoperta degli appartamenti vuoti che, come spugne, hanno assorbito le storie dei loro precedenti inquilini, trasformando il palazzo in un museo di ricordi. I piani dell’edificio diventano quindi dei moderni gironi danteschi che ospitano racconti legati tra loro da temi comuni.

Primo e secondo piano: guerra e apocalisse

Concedimi qualche minuto del tuo tempo e ti farò vedere cosa ha di speciale questo palazzo rispetto agli altri. Potrai interrompere il tour quando vorrai, o riprenderlo quando ti pare e piace. Sarò sempre qua a disposizione. Che ne dici quindi? Tanto più che là fuori con questo tempo non ci puoi tornare. Ti prometto che potrà risultare piacevole, se ti lasci andare al racconto. Almeno lo spero, con tutta sincerità.

Matteo Saleri, “Il palazzo delle porte socchiuse”

Aprendo le porte dei due appartamenti del primo piano, il lettore è travolto dal rumore assordante degli scoppi delle granate e rimane attonito di fronte alle rovine di una città completamente distrutta dai bombardamenti. I primi due racconti, rispettivamente ambientati sul fronte del Monte Grappa nel corso della prima guerra mondiale (“Il sole brilla ancora”) e tra le macerie di Dresda dopo il 1945 (“Fuoco freddo”), narrano infatti il dramma della guerra e il tentativo di resistere al presente trovando rifugio nei ricordi di un passato più felice.

Il secondo piano si compone di tre appartamenti che ospitano tre storie distopiche, ognuna delle quali narra un diverso scenario apocalittico: la guerra nucleare che ha infestato il globo con radiazioni mortali (“Stelle e brioches”), l’isolamento forzato di una famiglia per proteggersi da una catastrofe imminente (“La medicina”) e l’arrivo tanto atteso di forme di vita extraterrestri su una terra ormai devastata dalla mano dell’uomo (“Kamastaè”). Questi tre racconti si distinguono per un ritmo narrativo serrato e per un finale inaspettato e travolgente.

Terzo e quarto piano: inquietudine, suspense e amore

Saliti al terzo piano, il custode mette in guardia il lettore-visitatore: Non mi è mai davvero piaciuto salire da loro. Erano persone strane, in senso negativo”. Il primo appartamento è infatti abitato dalla storia due fratelli che hanno avuto problemi con la legge, fino a che uno dei due non è stato condannato a morte (“Amore di fratello…”); nel secondo, risuona invece la storia di Fabrizio, un uomo solo e frustrato, che sembra trovare il proprio riscatto quando capita per caso nella Bottega Dei Sogni (“Desideri nascosti”). Due racconti inquietanti e carichi di tensione, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

Il quarto piano è dedicato al tema dell’amore, declinato in tre diverse sfumature, e ai suoi effetti sulle persone. L’amore si presenta infatti come forza salvifica e ristoratrice (“Martha”), per poi diventare un elemento capace di dare un tocco di magia alle nostre vite (“Qualcosa di magico”) e infine svelare il suo lato oscuro di sentimento che può offuscare la realtà e condurre alla follia (“Goccia dopo goccia”).

Quinto piano e sottotetto: memoria, abbandono e vendetta

Nel quinto piano riecheggia la storia un solo uomo che ha scelto di non avere vicini perché “diceva che non si fidava a stare vicino agli altri”; questo racconto è legato al tema dei ricordi e a quello dell’amore, ma è costellato da alcuni particolari allarmanti che non consentono di sperare in un lieto fine (“Memenos”).

Infine, nel sottotetto del palazzo sono stati ricavati gli appartamenti per due storie caratterizzate dal tema dell’abbandono (“Qualcuno li chiama scomparsi”) e della vendetta (“Trenburry Island”). La raccolta si chiude quindi in un crescendo di inquietudine con due racconti dai toni foschi e dal finale tutt’altro che scontato.

Non so se hai notato, ma penso sia giusto dirti che è mattina, fuori c’è il sole, che sta asciugando ogni segno della pioggia di stanotte. Torna a casa ora, e pensaci su. Magari un giorno torna a trovarmi, magari qualcosa sarà cambiato. Per il momento penso che terrò in ordine ancora per qualche singolo visitatore, ma prima o poi…

Matteo Saleri, “Il palazzo delle porte socchiuse”

Un palazzo pieno di volti, storie e generi

“Il palazzo delle porte socchiuse” è una raccolta composta da racconti brevi, ma con trame ben definite e coinvolgenti che si sviluppano tra incipit dettagliati e finali aperti che lasciano il lettore con molteplici domande senza risposta. Inoltre, nonostante la brevità della forma narrativa, i racconti sono popolati da personaggi ben connotati.

Il punto di forza dell’opera risiede nella capacità dell’autore di riunire in una raccolta omogenea racconti appartenenti a generi letterari differenti e caratterizzati da stili, scelte lessicali e narrative differenti per ogni storia. L’espediente della cornice narrativa, con i commenti e le spiegazioni offerte dal custode, consente infatti di raggruppare i racconti in sezioni tematiche, ognuna corrispondete a un piano del palazzo. Emergono inoltre temi ricorrenti quali l’importanza dei ricordi, l’amore e la morte, questi ultimi spesso colti nel classico connubio di Eros e Thanatos. Il carattere unitario della raccolta è quindi rinsaldato da sottili rimandi interni: sta al lettore percorrere i diversi piani del palazzo e socchiudere tutte le porte per ricercare i legami nascosti tra le diverse storie.


Titolo: Il palazzo delle porte socchiuse
Autore: Matteo Saleri
Editore: Serra Tarantola, 2020

Genere: Racconti
Pagine: 272
ISBN: 9788867772759

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Francesca Cocchi

Nata nel 1996, è cresciuta in Valle Camonica e ha studiato tra Padova e il Belgio. Dopo la laurea magistrale in lettere classiche, si stabilisce a Brescia dove lavora come copywriter per il marketing. Filologa di formazione, predilige da sempre i grandi classici, ma non si lascia intimorire dagli autori contemporanei. Di carattere introverso, si trova a suo agio in viaggio, tra i libri e al tavolo di un buon ristorante.

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