“Mille Miglia. Storie di uomini e macchine”: da Nuvolari a Varzo a Maria Antonietta Avanzo, i personaggi che hanno fatto la leggenda nel saggio di Pino Casamassima
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Nessuna corsa incendierà comunque la fantasia delle persone come la Mille Miglia. Perché non erano loro, le persone, ad andare a vedere una competizione d’automobili, ma erano loro, le automobili, a passare davanti alle loro case, le loro finestre.
Mille Miglia. Storie di uomini e macchine di Pino Casamassima, pag. 103
Ci sono città, luoghi e paesi che si fondono alla perfezione con gli sport che ospitano. Se si pensa a Imola il collegamento diretto è con la Formula 1, se si pensa a New York è invece la Maratona; Londra lega il suo immaginario a Wimbledon, Chicago ha i suoi Bulls che scendono in campo. Brescia ha invece la Mille Miglia, una corsa – prima evento sportivo, ora manifestazione d’epoca e di costume – che è legata indissolubilmente con la città e con i suoi cittadini.
Pino Casamassima, giornalista e saggista di lungo corso che ha iniziato il suo percorso redazionale nei quotidiani locali bresciani e che successivamente ha collaborato con testate nazionali e riviste sportive, nel saggio “Mille Miglia. Storie di uomini e macchine” (DIARKOS, 2023 – acquista qui) riesce a far rivivere l’epopea della celebre gara automobilistica raccontando i primi gloriosi anni e ricostruendo le storie delle macchine e soprattutto degli uomini che contribuirono alla creazione di una leggenda sportiva.
Da una pericolosa gara su strada a una passerella d’auto d’epoca
La storica gara automobilistica della Mille Miglia nasce dalle ceneri di quello che nel 1921 era stato riconosciuto come il primo Gran Premio d’Italia, disputato sul circuito della Fascia d’Oro a Montichiari e successivamente trasferito nel nuovissimo autodromo sorto a Monza.
La celebre corsa bresciana vede quindi il suo esordio nel marzo 1927, grazie a quelli che furono soprannominati “i moschettieri”. Aymo Maggi, Franco Mazzotti, Giovanni Canestrini e Renzo Castagneto, di professione piloti e giornalisti, gestiranno infatti la Mille Miglia fino al 1957, guidandola attraverso la Seconda guerra mondiale e i primi anni della ripresa economica nazionale.
Resistettero, appunto, fino alla 24esima edizione, quella del 1957, anno in cui si decise di interrompere la gara per quello che era conosciuta, ovvero una corsa ad alta velocità da Brescia a Roma e relativo ritorno. In quell’anno, infatti, a Guidizzolo in provincia di Mantova, un incidente all’apparenza banale – lo scoppio di una gomma – causò la morte del pilota, del suo copilota e di alcune persone del pubblico, tra cui alcuni bambini. Vista la gravità dell’accaduto e visto che già una ventina di anni prima era accaduto un incidente simile, si stabilì che da quel momento in poi le gare di velocità non avrebbero più potuto corrersi su strade pubbliche.
“I moschettieri” provarono per alcuni anni a gestirla in maniera differente, ma alla fine dovettero cedere alle pressioni del pubblico, giustamente allarmato da tali possibili imprevisti. Dagli anni Sessanta la Mille Miglia divenne una gara di regolarità o, come potremmo chiamarla noi in maniera molto più semplice, una passerella per auto d’epoca.
Storie di uomini (e donne), non solo di motori
Achille Varzi, suo storico rivale, dirà che Nuvolari era stato “il miglior pilota di tutti i tempi e non poteva essere definito un maestro, ma un artista del volante. Un maestro potrebbe insegnare. L’arte, invece, non si insegna.
Mille Miglia. Storie di uomini e macchine di Pino Casamassima, pag. 174
Ma la Mille Miglia, nel nostro immaginario collettivo, non è solo una gara corsa su una strada che unisce la capitale del tondino alla capitale d’Italia. La Mille Miglia è anche, e forse soprattutto, una storia di uomini. In questo saggio, l’autore è bravissimo a sottolineare quanto gli uomini – e le donne accanto a loro – insieme alle aziende che studiavano i primi prototipi di auto veloci furono determinanti per il successo della corsa.
Oggi, quando in Piazza Vittoria si riuniscono le auto per l’inaugurazione dell’evento sportivo annuale, i nostri sguardi sono attirati dai personaggi famosi che, ogni anno, fanno a gara per poter essere presenti. Ma non sono certo loro i grandi nomi che hanno fatto la Mille Miglia.
A contribuire alla leggenda della Mille Miglia fu, in primis, Tazio Nuvolari: il pilota degli anni Trenta e Quaranta che, passato dal motociclismo all’automobilismo, scatenò una folla di tifosi che al giorno d’oggi farebbe invidia ai grandi team calcistici. Insieme a Nuvolari non possiamo inoltre non citare Achille Varzi, il suo eterno rivale, l’unico in grado di dargli del filo da torcere, ed Enzo Ferrari, l’unico uomo capace di creare dal nulla un’automobile – e uno stile – che tutt’ora il mondo intero ci invidia.
Un altro nome da non dimenticare, e di cui l’autore Pino Casamassima ci racconta nei dettagli la particolarissima storia, è quello della “baronessa” Maria Antonietta Avanzo, la prima donna pilota italiana e la prima in assoluto a partecipare alla Mille Miglia, alla Targa Florio e ad aver tentato di qualificarsi per la 500 Miglia di Indianapolis.
Perché, come ci fa capire l’autore nel suo lavoro di quasi 300 pagine, la corsa automobilistica bresciana più caratteristica d’Italia – così come tutti gli sport che avvicinano il pubblico in maniera viscerale – non è fatta solo di motori, di ruote, di benzina, di curve e traiettorie studiate. Ma è fatta di uomini e donne, di persone che ci mettono il sudore, la grinta e la passione di una vita intera.
Titolo: Mille Miglia. Storie di uomini e macchine
Autore: Pino Casamassima
Editore: DIARKOS, 2023
Genere: Saggio
Pagine: 320
ISBN: 9788836162444
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