Nati per perdere: la periferia di Brescia tra criminalità e musica nel nuovo noir urbano di Luciano Taffurelli
Letto e recensito da Katiu Rigogliosi per Brescia si legge
Le facce nuove non erano ben viste da quelle parti: potevano appartenere a poliziotti o ad assistenti sociali. Categorie non certo popolari. Quando sei giovane guardi con sospetto chiunque ti dica cosa fare, soprattutto se vivi nelle periferie dimenticate da Dio. Non certo dal diavolo. Già, Satana, il grande male. Presente ovunque, secondo il parroco locale.
Nati per perdere di Luciano Taffurelli, p. 41
Le periferie delle città, grandi o piccole che siano, sono da sempre un luogo controverso e discusso. Aree troppo spesso abbandonate a se stesse, quartieri poveri, degradati, dove la violenza regna indisturbata ma in cui – allo stesso tempo – molte persone per bene cercano di sopravvivere onestamente nonostante le difficoltà.
Proprio una di queste periferie, e in particolare la periferia a ovest di Brescia, è protagonista di “Nati per perdere” (Calibano, 2024), il nuovo romanzo noir di Luciano Taffurelli, in cui il conduttore di Radio Onda D’Urto e scrittore Luciano Taffurelli torna a raccontare (a tre anni dall’esordio) una storia cruda e attuale ambientandola nei “bassifondi” alla periferia di Brescia tra piccola criminalità, ingiustizie, tanta musica e voglia di riscatto.
I mille volti di una periferia complicata
Ero cresciuto in quella zona, alla periferia ovest della città. La conoscevo a memoria e l’avevo vista cambiare. E, come spesso accade agli esseri umani, certe volte anche in peggio. […] Una pennellata di colore, però, negli ultimi anni il quartiere l’aveva ricevuta da alcuni bar e negozi gestiti da stranieri. Un tocco che rendeva l’area simile alle periferie multietniche di importanti città del nord Europa. Includendo non solo i pregi ma anche i difetti di quegli agglomerati urbani.
Nati per perdere di Luciano Taffurelli, p. 108
Arnaldo, Aldo per gli amici, è un ex impresario nel campo della musica che si ritrova a fare l’investigatore privato. Ha conoscenze un po’ ovunque, sia nel campo artistico che in quello giudiziario. Johnny, invece, è un rapper emergente, nato e cresciuto nella peggiore periferia di Brescia, che cerca di non affogare in quel marciume aggrappandosi con tutta la sua forza alla musica. Rami e Tony, infine, sono due ragazzi che, come tanti, sbarcano il lunario spacciando e facendo piccoli furti fino a quando incontrano Lola, una ragazza all’apparenza dura e arrabbiata con il mondo, ma in realtà fragile e desiderosa di riscatto.
La loro morte improvvisa spinge Johnny a rivolgersi ad Aldo per capire chi abbia ucciso i suoi amici. La verità si nasconde in una fitta matassa fatta di droga, pistole, documenti ingombranti, personaggi scomodi e una fantomatica valigetta inseguita da un’ispettrice di polizia e da una cosca mafiosa.
Il lettore si troverà in questo modo immerso in questo mondo stralunato e cattivo, un mondo come quelli che tutte le sere ai telegiornali offrono la loro faccia peggiore.
La periferia come luogo di rinascita
Durante gli anni passati come direttore artistico ne avevo conosciuti diversi di cantanti rap, e alcuni di loro li avevo trovati genuini ed interessanti. A mio modo di vedere erano i nuovi cantori del malessere quotidiano. Le loro barre andavano dritte al bersaglio e fotografavano i sogni, le speranze e il disincanto di un’intera generazione.
Nati per perdere di Luciano Taffurelli, p. 104
Co-protagonista del romanzo di Taffurelli, la musica. Ogni pagina e ogni inizio di capitolo sono caratterizzati da una frase di una canzone o dal pensiero di un artista: da Ghali ai Clash, da Salmo ai Police, da Emis Killa e Chadia Rodriguez ai Sex Pistol e i No Doubt, da Achille Lauro e Marracash a Elvis Costello e Lou Reed.
Artisti che hanno vissuto la strada, l’hanno abbandonata e l’hanno cantata nelle loro strofe e nelle loro rime. Artisti che, come i protagonisti del romanzo di Luciano Taffurelli, in qualche modo cercano di presentarla al grande pubblico in maniera diversa, quasi migliore. Perché le periferie non nascondono solo dolore, rabbia, cattiveria, ma anche persone come Aldo e Johnny che non si fermano davanti a nulla e permettono alle città di risorgere.
“Nati per perdere” è un romanzo tanto duro quanto vero, dove la finzione si mescola talmente bene con la realtà da lasciare il lettore fermo, immobile, a osservare la propria città e chiedersi dove cominci e dove finisca la vera periferia?
Rivedi la breve puntata di Brescia tra le righe in cui abbiamo intervistato Luciano Taffurelli!
Titolo: Nati per perdere
Autore: Luciano Taffurelli
Editore: Calibano
Anno: 2024
Genere: Noir
Pagine: 208
ISBN: 9791256190218
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