Solitudine e senso della vita nell’enigmatico ed afoso 32 di agosto raccontato da Francesco Buffoli

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Del resto, è letteralmente impossibile conoscere davvero un altro essere umano, e allora è molto meglio fabbricarsi qualcuno da amare e poi copulare con il frutto della propria fantasia? Brescia, nonostante il gran numero di baccanacci, è capace di scodellare proverbi che codificano una saggezza da non sottovalutare, e uno di questi recita che prima di capire una persona devi digerire almeno un chilo di sale, previsione che probabilmente è ancora ottimistica.

Francesco Buffoli, “Più strano del paradiso”

Una storia coinvolgente che spiazza e fa riflettere, sospesa a metà tra il sogno, il viaggio interiore e la lucida presa di coscienza riguardo alla solitudine che può toccare qualunque essere umano.

“Più strano del paradiso” (Albatros, 2020 – acquista qui), romanzo scritto dall’avvocato bresciano Francesco Buffoli, ha per protagonista Paolo, anziano scrittore alle prese con la propria solitudine e con i propri interrogativi irrisolti. In una Brescia in perenne movimento, con il traffico che sfreccia incessante ed il caldo afoso estivo che fa sudare chiunque metta la testa fuori dalla porta di casa, il timido Paolo cerca di sopravvivere cercando Aurora, l’unica donna con la gioia negli occhi.

Seduto al un tavolino di un bar, in un enigmatico ed emblematico 32 agosto, Paolo la aspetta per un ultimo caffè intrattenendo con sé stesso un dialogo intenso fatto di pensieri, riflessioni e divagazioni solo apparenti.

Solitudine, vera protagonista del romanzo

Esiste qualcosa di più terribile dell’anonimato? Ieri sono morte centoquindici persone in Ruanda, oggi un virus ha ucciso oltre duecento persone in Brasile, il mese scorso il caldo è stato letale per un barbone che bivaccava in Piazza del Duomo. Si parla di persone o solo di numeri, di astrazioni, di cose che non interessano nessuno? Si tratta di volti o di concetti?

“Più strano del paradiso”, Francesco Buffoli

È il 32 di agosto: un giorno caldo, silenzioso e solitario. Il giorno più triste e meraviglioso dell’anno. In questo contesto, l’ultrasettantenne Paolo passa ore seduto in un caffè, nell’attesa di un appuntamento con la “sua” Aurora, ritrovandosi solo a pensare al senso della vita ed alle problematiche del mondo.

Si interroga sull’importanza di ognuno di noi, su cosa lasciamo nelle persone che per un attimo hanno camminato lungo la nostra stessa strada. Le parole di Federico o di Maurizio, suoi vecchi compagni del passato, gli risuonano in testa come dei promemoria, così come il sorriso di Franca, che per un attimo ha offuscato la vivacità degli occhi di Aurora.

Ricordi, pensieri e riflessioni si formano e si intrecciano nella mente di Paolo, sino al termine del giorno. Tutto convergerà verso l’unico finale possibile della vita di ognuno di noi: la presa di coscienza di ciò che siamo, di ciò che lasciamo sul nostro cammino e del senso di ciò che abbiamo amato.

Allungare le braccia verso la vita in una Brescia soffocante

Paolo non manca di lamentarsi per l’alta temperatura da inizio estate ma non è il solo, lo fanno costantemente tutti i bresciani, manco ne fossero sorpresi ogni anno: durante l’inverno fa freddo, d’estate fa caldo, è così dalla notte dei tempi nell’emisfero boreale e in quella palude dimenticata da Dio che solo un gruppo di scriteriati potrebbe pensare di trasformare in uno Stato e di chiamare Padania, senza poi ammazzarsi dalle risate.

Brescia in questo romanzo è il perfetto sfondo, la perfetta ambientazione per la ricerca del proprio Io. Lo è dalle ombre dei portici del centro, da Piazza del Duomo sino al Floating Piers installato sul lago d’Iseo, dove una passerella galleggiante che unisce la sponda terrena del lago all’isola centrale, in una rappresentazione di solitudine che cerca comunque di allungare le braccia verso la vita.


Titolo: Più strano del paradiso
Autore: Francesco Buffoli

Editore: Albatros, 2020

Genere: Romanzo
Pagine: 156
ISBN: 978-8830624948

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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