La storia del castello di Brescia in un ricchissimo volume edito da Skira e Fondazione Brescia Musei

Un metodo di ricerca basato sull’incrocio tra indagine storica e analisi sistematica della documentazione cartografica consente di affrontare in modo inedito lo studio del Castello di Brescia, monumento complesso nel quale le fasi edificatorie si sono stratificate nei secoli segnando le principali vicende della Città, dall’età del libero Comune all’Unità d’Italia

Su iniziativa del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università degli Studi di Verona, con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali, è nato questo prezioso volume che aggiorna in modo originale la storiografia sul Castello di Brescia, ripercorrendo le vicende, soprattutto architettoniche, che hanno portato la rocca del colle Cidneo fino al suo aspetto attuale.

Come sottolineato nella prefazione dal sindaco di Brescia Laura Castelletti, ogni torre, ogni bastione, ogni edificio (esistente o demolito, ma presente nei documenti d’archivio) può diventare punto di partenza per raccontare una storia connaturata alle vicende politiche della città, spesso segnate da fatti tragici, come il Sacco del 1512, o la repressione durante le Dieci Giornate del 1849. Il “Falco d’Italia”, dalla sua posizione sommitale, ha infatti visto passare eserciti e cittadini, patrioti e stranieri, regolari o ribelli, alleati o contrapposti, partecipando in modo assolutamente decisivo alla difesa o, soprattutto, all’attacco della sottostante popolazione, nei trascorsi bellici della città.

Con ben 75.000 metri quadrati di superficie, il castello di Brescia è uno dei più estesi d’Europa. La sua peculiarità è quella di esibire ancor oggi la convivenza architettonica di due fasi costruttive: quella tre-quattrocentesca viscontea arroccata sulla sommità, e quella cinque-seicentesca dell’ampliamento/ristrutturazione veneziana, “alla moderna”, che cinge di mura e bastioni il nucleo più antico. Il quale, tra l’altro, affonda le sue radici in resti gallo-romani, se non precedenti delle età del Bronzo e del Ferro.

Ma il metodo applicato in questo studio, basato sulla scelta di determinate fonti di comparazione (documentazione scritta e disegni planimetrici),  ha imposto dei limiti temporali più ristretti, a partire dal XVI secolo, per giungere al XIX, anche avvalendosi di incisioni, dipinti e fotografie. Il Novecento è stato escluso, seppur ricchissimo di importanti vicende storiche nelle quali il Castello si è reso ancora protagonista, in quanto “le funzioni svolte hanno iniziato ad essere molto lontane da quelle per cui era stato pensato, progettato e costruito” (Marco Merlo, p. 22).

Un ampio corredo di materiali di varia natura

Se da un punto di vista catalografico il lavoro svolto ai fini della presente pubblicazione ha richiesto un accurato lavoro di archivio, non da meno è stata l’elaborazione e la gestione dei dati cartografici in ambiente digitale. Tutte le riproduzioni riportate in seguito fanno parte, difatti, della fase finale del processo di conoscenza della cartografia storica, in quanto permettono di consegnare al lettore un prodotto digitale differente dall’originale ma che ha raggiunto un livello espressivo più elevato, consentendo una maggiore comprensione dei dettagli architettonici e spaziali […]” (Sara Scalia – pag. 30)

Una lettura certo impegnativa per la scientificità dell’approccio e della restituzione, tuttavia consigliabile agli appassionati di rocche e castelli, di Medioevo/Rinascimento e, in generale, di storia e architettura, in particolare bresciana. Vi si trovano infatti saggi d’interessante approfondimento a tutti appetibili, per esempio sulle pitture del Mastio e su quelle della Torre Mirabella (Matteo Ferrari, pp.  71/88), sulla scomparsa chiesa di Santo Stefano in Arce (Fabio Coden, pp. 89/98), o sulla Strada del Soccorso (Giampietro Marchesi, pp. 125/132) corredati da immagini di luoghi difficilmente accessibili, d’interni edilizi e di sotterranee strutture difensive. Scorrevoli le pagine di ricostruzione dettagliata e puntuale dei fatti storici, con i corrispondenti mutamenti edilizi del Castello, spiegati in modo esaustivo ed originale, non privi di spunti teorici, con apertura a nuove ipotesi accanto all’esposizione di studi precedenti.

Superato il giardino botanico si arriva davanti al grande ingresso del bastione del Soccorso. Qualche metro prima, sulla balconata che dà sul Serbatoio, alla base della balza rocciosa è presente attualmente un’apertura coperta da una grata in ferro. Si tratta di una sortita che è stata rintracciata una decina di anni fa dall’Associazione Speleologica Bresciana, studiando un’altra mappa” (Giampietro Marchesi, pag. 127)

Alle illustrazioni fotografiche, di sostegno al testo, si alternano materiali del repertorio iconografico d’archivio, opere pittoriche, cartoline, foto d’epoca e confronti digitali di piante architettoniche, con essenziali legende e didascalie.

Una specifica appendice (“Apparati”) arricchisce il volume di carte, disegni, planimetrie, anche con l’utile sovrapposizione digitale di diverse mappe storiche su fotografie aeree (ortofoto) per rilevare le corrispondenze tra le strutture antiche e le attuali del Castello (pp. 286, 292, 298, 302, 308, 314, 318, 322).

Chiudono il volume un’utile, chiara e sintetica, Cronologia degli avvenimenti storici e una Bibliografia generale.

Un lavoro di notevole pregio, distribuito nelle librerie di Brescia e in particolare nei bookshop dei musei cittadini.

Testi di Federico Barbierato, Gabriele Bitelli, Alessandro Brodini, Guido Cariboni, Fabio Coden, Matteo Ferrari, Costanzo Gatta, Giorgia Gatta, Cristiano Guarneri, Giampietro Marchesi, Marco Merlo, Fabrizio Pagnoni, Sara Scalia, Enrico Valseriati, Marino Viganò, Giusi Villari.


Titolo: La storia del castello di Brescia dal Medioevo all’Ottocento
Autore: Marco Merlo e Sara Scalia ( a cura di)
Editore: Skira e Fondazione Brescia Musei

Genere: Saggio
Pagine: 342
ISBN: 978-88-572-5242-1

Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

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