Storia e culto di Filastrio, il patrono (dimenticato) di Brescia, nel saggio di Agnetti&Dalena
Recensione di Piero Galli per Brescia si legge
Forse non molti sanno che, prima di Faustino e Giovita, Brescia ebbe per secoli un altro patrono. E molti non sanno che, dell’antico culto di San Filastrio (o Filastro), padre della chiesta bresciana che conobbe Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, rimangono tracce visibili nel Duomo vecchio della nostra città.
Per rimediare, si può da oggi fare riferimento ad una piacevole sorpresa letteraria. “Filastrio vescovo di Brescia: la storia, la cripta, il culto” (ServiziCulturali.it 2020 – acquista qui), breve ma ricchissimo saggio scritto dagli storici bresciani Simone Agnetti e Sara Dalena, approfondisce infatti in modo inconsueto aspetti poco noti della vita, del culto e dei luoghi dedicati a San Filastro.
E l’ottavo vescovo di Brescia (in carica fino all’anno 390 circa) e primo patrono della città, come descritto dagli autori Agnetti e Dalena, non manca di stupire.
Filastro, patrono di Brescia fino al secolo XV
Nel contesto dell’età paleocristiana, troviamo il vescovo Filastro a frequentare colossali figure di santi che tutti ben conosciamo. A Milano è con il filosofo Sant’Agostino d’Ippona e al fianco di Sant’Ambrogio, prima di trasferirsi a Brescia, a guidare uno dei rari episcopati del nord Italia, nel periodo dell’epocale transizione politica fra il culto pagano e quello di Cristo.
Il libro però è solo parzialmente biografico. Ben presto, da pagina 19, passa ad una analisi sistematica di tutto ciò che può ruotare attorno a questa figura vescovile. Inizia dal “patronato”, rilevando che fu co-patrono della città fino al XV secolo, ovvero fino al miracoloso intervento salvifico dei Santi Faustino e Giovita nella battaglia contro i milanesi.
Passa poi all’analisi iconografica delle opere che ancora, numerose, lo rappresentano in Brescia e provincia. Affreschi, dipinti su tavola, polittici, sculture, raffigurano un mitico Filastrio, dal medioevo al secolo scorso.
Le tracce di Filastro nella cripta del Duomo Vecchio
Una sezione a parte è dedicata alla sua cripta, sotto il presbiterio del Duomo Vecchio, dove come autentici segugi, Agnetti e Dalena hanno rilevato tracce interessanti e in gran parte inedite, che ci raccontano di una ritualistica antica. “Cronaca di un ritrovamento” è il suggestivo capitolo dedicato alla scoperta delle incisioni, vera essenza della pubblicazione e suo principale motivo di esistere.
Il libro prosegue in “Studi sui segni nella cripta” e nell’analitica esposizione di “Schedatura e analisi delle incisioni”, con puntuale corredo fotografico e misurazioni di rilievo.
Ecco che la biografia del vescovo è divenuta documento archeologico e su questa linea prosegue, disvelando una realtà architettonica e simbolica che normalmente sfugge al visitatore occasionale.
Ipotesi interpretative, confronti tipologici, un approfondimento su sette croci incise e ragionamenti di carattere storico e antropologico, chiudono il volumetto lasciando arricchito il lettore.
Sapendo poi che normalmente, ancora oggi, nelle messe celebrate nelle chiese bresciane, il nome di Filastrio è legato a quello di Gaudenzio, viene da domandarsi: la coppia Agnetti e Dalena starà forse preparando il sequel: “Gaudenzio vescovo di Brescia”?
Titolo: Filastrio vescovo di Brescia. La storia, la cripta, il culto
Autore: Simone E. Agnetti e Sara Dalena
Editore: ServiziCulturali.it, 2020
Genere: Saggio
Pagine: 129
Isbn: 9791220201995
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