Il lago di Garda nel racconto di Giuseppe Fusari sulle grandi vicende e sugli aspetti meno noti della storia benacense dalle origini ai giorni nostri

Letto e recensito da Silvia Lorenzini per Brescia si legge
Restare bloccati con l’automobile nella discesa fin verso Salò nelle domeniche d’estate, così come infilarsi nella vita frizzante di giorno e di notte di Desenzano, o incolonnarsi dietro auto e pullman verso i parchi di divertimento, sono esperienze che chiunque abbia provato il Garda oggi potrebbe raccontare.
Eppur quella bellezza cantata per secoli non va smarrita e, se qualche volta sembra mangiata dai troppi che la aggrediscono, basta lasciare le strade principali e in un attimo ci trova a percorrere le vie antiche, declinando sui colli morenici, o salendo a ritroso il corso delle acque fino alla foce del Sarca. È la meraviglia del Garda, così pieno di gente d’estate da non trovare mai posto e così silenzioso quando cala la sera e tutto torna sospeso come ai tempi di Goethe
Giuseppe Fusari Storia del lago di Garda, pag. 242
Luogo di passaggio, punto di incontro di culture e di scontro di domini, terra di multiforme bellezza: il lago di Garda è una realtà così ricca e diversificata che riesce difficile parlarne come un unico mondo, divisa com’è fra le sue tre anime, corrispondenti alle sue sponde: quella bresciana, quella veneta e quella trentina.
Per questo motivo il libro ‘Storia del Lago di Garda’ di Giuseppe Fusari (scrittore, storico dell’arte, docente universitario, sacerdote e grande comunicatore con oltre cinquantamila follower sui social) edito nel 2023 risulta un interessante esperimento di ricomposizione in una linea unitaria di un’area il cui racconto è per sua stessa natura sfaccettato e poliedrico.
Un territorio ricco di storia e di mistero
Il Lago di Garda è un luogo in cui la Storia è passata tutta. Sin dai tempi più antichi i territori che si affacciano sulle sue acque hanno attratto popoli e persone, potenti e gente qualsiasi: aristocratici, re, imperatori, vescovi, eserciti di ogni nazionalità, ma anche e soprattutto artisti, mercanti e, negli ultimi secoli, tanti turisti, in cerca di bellezza, di svago, di riposo.
Il risultato dell’azione della Storia è sotto i nostri occhi, anche se non sempre lo notiamo: castelli medievali che ci parlano di terre a lungo contese, monasteri e luoghi di spiritualità, ville liberty che ricordano una delle epoche più splendide del lago. E si potrebbe così continuare a lungo.
Ma se è vero che il Garda è un luogo in cui la Storia si può intravedere ovunque, è altrettanto vero che molti aspetti della storia del Garda sono ancora da spiegare e da precisare.
In Storia del Lago di Garda (Storie, 2023) Giuseppe Fusari ricostruisce, secondo uno scrupoloso ordine cronologico, le grandi linee, ma anche numerose vicende minute, che hanno interessato il lago dall’antichità ad oggi, con la doverosa onestà intellettuale di esplicitare tutte quelle circostanze e questioni che restano agli studiosi ancora da indagare e che, forse, non verranno mai chiarite.
Così è, ad esempio, a partire dal nome stesso del Garda. Se il toponimo Garda (del resto diffuso anche nelle varianti di Gardone e Gardola) deriva con ogni probabilità dal germanico Warte (“che significa guardia, a segnare alcuni avamposti del dominato”, pag. 57), il termine Benaco resta ancora avvolto nel mistero.
“Benàco sarebbe stata una città antichissima che sorgeva nei pressi di Toscolano, distrutta da un terremoto ai tempi dell’imperatore Gordiano […] Spiegazione improbabile, come quella che il nome dipendesse da una località chiamata Naco […] o ancora che fosse solo la corruzione medievale delle parole bonae aquae perché le acque del Garda erano le uniche buone da bere “ (pag. 25)
L’antichità romana ha lasciato sul Garda i resti di ville un tempo maestose a Desenzano, a Toscolano, ma soprattutto a Sirmione dove le cosiddette Grotte di Catullo, conosciute con questo nome fin dal XV secolo, costituiscono una dimostrazione dell’attrattiva che queste terre esercitavano sui ricchi Romani che qui si trasferivano, lontano dalle preoccupazioni delle città.
Per ricostruire quanto accaduto dopo i secoli di splendore dell’Impero Romano, bisogna affidarsi alle ipotesi, ai confronti con quanto accaduto in altre zone di Italia, confidare in studi futuri: sulla penetrazione del Cristianesimo sul lago “quasi inesistenti sono i reperti e le testimonianze”, sullo stato delle terre gardesane durante il dominio ostrogota si può affermare che “forse allora incominciarono ad affievolirsi i legami tra la città e la Riviera” , “come fosse diviso il territorio del Garda durante la dominazione longobarda non è possibile affermarlo con certezza”:
Il Garda fra intricate vicende politiche, sanguinose battaglie e fioritura culturale
In generale, si può affermare che le due sponde del lago (anzi, le tre sponde) sin dall’età medievale andarono incontro a sorti differenti. Se, infatti, il lato occidentale fu caratterizzato da vicende molto complesse e varie in cui i centri gardesani si dimostrarono meno legati al capoluogo rispetto a quelli della sponda veronese, sul lato orientale del Garda Verona giunse piuttosto presto in mano a un signore in grado di mantenere un potere stabile e di esercitarlo anche nel controllo della riviera.
Il racconto di Giuseppe Fusari prosegue attraverso il lungo periodo della dominazione veneziana, che unificò le sponde opposte del lago, con la fioritura culturale, artistica ed economica di questi secoli, via via fino ai fasti settecenteschi (come non ricordare la realizzazione di Villa Bettoni a Bogliaco o la presenza a Desenzano di Giandomenico Tiepolo che dipinge L’ultima cena nel Duomo?). L’Ottocento vede l’entroterra gardesano teatro di due delle battaglie più importanti del Risorgimento: San Martino (oggi non a caso chiamata San Martino della Battaglia) e Solferino, luogo di scontri così cruenti che, come noto, ispirò a Henry Dunant la fondazione della Croce Rossa.
Personaggi indimenticabili e storie incredibili
E appunto la storia del Garda non è solo storia di luoghi, ma anche di figure la cui vicenda è strettamente legata al lago. Fusari si sofferma a valorizzare alcune storie meno note, parzialmente avvolte nella leggenda. Adelaide, vedova di Lotario I, re d’Italia, imprigionata nella rocca di Garda dall’usurpatore Berengario II che si vedeva minacciato dalla presenza della giovane regina, riuscì in maniera fortunosa a fuggire e divenire poi la moglie di Ottone il Grande.
Vittoria Accoramboni (la cui tragica e scandalosa storia di amore e morte venne narrata in una novella da Stendhal) trascorre a Barbarano l’estate del 1583 con il suo antico amante, Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano, prima che questi morisse, forse avvelenato, e di essere lei stessa trucidata a Padova da un cugino dell’Orsini.
Le montagne che circondano il lago furono per secoli luogo di rifugio di banditi e malfattori, fra cui il leggendario Zuane Zanon di Tremosine che per ben diciassette anni fu ricercato dalla giustizia, arrivando a macchiarsi dell’assassinio del podestà di Salò, Bernardino Ganassoni, proprio nel duomo della cittadina. E sarà una sorpresa apprendere che la rocca di Manerba nel corso del Seicento era divenuta uno dei covi di molti di questi briganti, al punto che nel 1787 ne venne ordinata la distruzione proprio per sopprimere il fenomeno.
Ma il Garda è stata anche la terra natale di Angela Merici, di Gasparo da Salò, è stata celebrato da Goethe nel suo Viaggio in Italia, nonché la sede scelta da Gabriele D’Annunzio per creare la propria dimora-museo, il Vittoriale, il monumento che il Vate eresse a se stesso e alla propria arte e che tutti oggi possiamo visitare.
Un volume ricco di spunti
Il volume attinge, come doveroso, da numerose fonti che vengono via via nominate. Fra queste l’Historia di Verona di Lodovico Moscardo, gli Elogi historici di bresciani illustri di Ottavio Rossi, la Storia della Riviera di Salò di Francesco Bettoni e tante altre, anche se, a dire il vero, il lettore avverte la mancanza di una bibliografia completa con rimandi precisi alle pagine citate. Pregevole, d’altra parte, l’idea di inserire a corredo del volume la riproduzione delle tavole del pittore svizzero Johan Jacob Wetzel eseguite per il suo Voyage pittoresque au Lac de Garda ou Benaco dato alle stampe nel 1824.
Nel complesso, Storia del lago di Garda costituisce uno studio ricco e interessante per approcciarsi a una questione che lascia intuire la possibilità di futuri interventi di approfondimento. Tante sono le vicende che si sono intrecciate attorno alle acque del lago e che per il momento restano avviluppate nelle pieghe della Storia, in attesa di essere raccontate.

Titolo: Storia del lago di Garda. Dalle origini ai giorni nostri
Autore: Giuseppe Fusari
Editore: Storie
Anno: 2023
Genere: saggio
Pagine: 263
ISBN: 9791281125148
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