“L’ultima badessa di Santa Giulia”: il Medioevo intrigante e “dissacrante” di Sergio Facchetti

Recensione di Piero Galli per Brescia si legge

Intrighi conventuali, passaggi dissacranti, congiure politiche e descrizioni grottesche, ‘innestate’ su una base fatta di attenzione per la ricostruzione storica e notevole erudizione ed impreziosite da una scrittura scorrevole ma ricamata.

“L’ultima badessa di Santa Giulia”, scritto da Sergio Facchetti ed edito da Edizioni Arnaldo da Brescia (acquista qui), è un libro avvolgente che utilizza la forma del romanzo verisimile basato su fonti documentarie per riportare il lettore negli ultimi decenni del XV secolo bresciano tra preghiere e intrighi politico-religiosi-amorosi.

Molti personaggi per raccontare il monastero e la società del tempo

I personaggi che si muovono nel monastero, oggi museo, sono numerosi. La badessa Masperoni è attorniata dalle anziane e dalle novizie, le quali hanno per maestra suor Cecilia. Donna Maria Braga è l’economa, temuta e odiata. Madre Gregoriana è la memoria storica del monastero.

Ci sono poi suor Marcella, suor Felicita, Bianca Maria, la Lena… ma è soprattutto suor Marta, una novizia di 22 anni, la protagonista di gran parte del romanzo. Con i suoi turbamenti, è più presente della badessa stessa. La Masperoni infatti c’è, ma è quasi latente, in linea stilistica con la caratteristica principale del personaggio, di essere “poco autorevole” (così viene più volte descritta).

Attorno a questo universo femminile ostacolato e oppresso dal sistema patriarcale circostante ci sono poi anche gli uomini, sia di alto rango, sia appartenenti al popolo bue. Si va dall’anacronistico Ludovico il Moro a padre Gabriele francescano, dal vescovo Lorenzo Zane allo stampatore Ippolito, fino ad esponenti del patriziato bresciano, come il conte Pietro Maggi o Aristide Avogadro.

Sullo sfondo, la Serenissima, che già da un po’ si è sostituita ai Visconti, e il Papato.

Letteratura che quasi sfocia nel cinema

Dopo un’apertura che ha il sapore del “giallo macabro”, con un cadavere da seppellire nel monastero di San Francesco d’Assisi, il libro permette un’immersione nella Brescia di fine Quattrocento veramente efficace.

Il testo è ricco di riferimenti teologici, citazioni biblico-evangeliche, liturgie e frasi in latino del cerimoniale dell’epoca. Lo stile, scorrevole ma ricamato, non manca di sfumature poetiche e suggestioni descrittive di classe.

Dopotutto, l’autore è un letterato accademico con pluridecennale esperienza in università di vari paesi: Australia, Brasile, Gran Bretagna, Israele. La competenza linguistica si sente, così come traspare in numerosi dettagli il suo amore per la storia e per l’arte. Non a caso Facchetti è anche guida turistica di Brescia, in quattro lingue.

Il tutto rende evocativa la lettura, fin quasi alla soglia cinematografica del genere “tonaca”.

Non mancano gli intrighi conventuali, i passaggi dissacranti, un velato erotismo, congiure, descrizioni grottesche, fughe amorose e divertenti parentesi d’ironia, pur senza raggiungere estremi boccacceschi.

Un romanzo storico che appassiona e sprona all’approfondimento

Alcune descrizioni tradiscono influenze odierne, apparendo come deviazioni romanzesche che aiutano però a parlare al presente. Per esempio nella Milano “città più grande d’Europa”, che impressiona la badessa proveniente dalla “piccola” Brescia. Oppure quando si parla della stampa che è più forte delle armi nella propaganda politica, in un periodo dove consapevolezza in tal senso, soprattutto fra un popolo di analfabeti (l’80%), non era gran cosa.

Ma incongruenze cronologiche e fattuali vengono spiegate dall’autore stesso, nell’interessante capitolo di coda “La lapide infamante”, dove sono anche svelate alcune verità storiche riguardanti i principali protagonisti del racconto e viene svelato il nome del personaggio reale al quale Facchetti ha dedicato quest’opera: il suo omonimo dell’epoca, se non antenato, Giovanbattista Facchetti.

Come spesso accade, nella lettura di testi di questo tipo, la densità dei riferimenti storici contribuisce alla definizione del climax medievale/conventuale, ma altresì suscita curiosità, stimolando all’approfondimento e alla verifica di autenticità di fatti e personaggi. Interessante spunto in tal senso viene anche dalle tre facciate di bibliografia essenziale.

Edito da Edizioni Arnaldo, il libro è acquistabile on line (in formato cartaceo o ebook) o può essere ordinato nelle migliori librerie.


Titolo: L’ultima badessa di Santa Giulia
Autore: Sergio Facchetti
Editore: Edizioni Arnaldo da Brescia (2020)

Genere: Romanzo storico
Pagine: 262
Isbn: 9788894261298

Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

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