‘Una dispensa di errori’: una storia di amicizia e di conti destinati a non tornare nel nuovo romanzo di Roberto Bonzi
Letto e recensito da Silvia Lorenzini per Brescia si legge
Tutte le cose sono fatte di numeri. Ecco perché i numeri le spiegano meglio delle parole. Un bravo scrittore, pensa Giovanni, descriverebbe le sue giornata con una bella frase a effetto, gli aggettivi appropriati e qualche metafora; un altro modo è mettere in fila il numero di barattoli aperti per il pranzo e la cena, la quantità precisa di fitte allo stomaco, le ore trascorse sulla tazza o quelle a fissare il soffitto in attesa che la notte finisca e il giorno porti qualcosa da contare che non sia una successione di pecorelle immaginarie.
Roberto Bonzi, Una dispensa di errori, pag. 6
Giovanni ha quasi ottant’anni, Mykita quasi nove. Giovanni vive da solo in una casa dimenticata, dimenticato da tutti lui stesso. Mykita è ucraino, vive con la madre che fa la badante, a scuola non ha amici.
Le loro solitudini si incontrano nel mezzo di un giardino di rovi.
“Una dispensa di errori” (Liberedizioni, 2024) è l’ultimo romanzo del bresciano Roberto Bonzi ed è una storia che in buona parte rispecchia l’indole del suo autore nel modo in cui garbo e senso della misura dominano una vicenda che parla di amicizia e di numeri, anzi di conti che, puntualmente, nella vita, non tornano mai.
Un’ultima opportunità per aggiustare le cose sbagliate
“Cosa ti piacerebbe fare da grande?” La domanda di Vira coglie suo figlio di sorpresa. […]”Come lavoro?” “Esatto”. Mykita non ha la risposta pronta. Ci deve pensare un po’ […] “Vorrei sistemare le cose”. “Spiegati meglio”. “Vorrei trovare delle cose, magari vecchie, e sistemarle”. “Vuoi riparare degli oggetti rotti?” “No. Voglio metterli in ordine e scoprire perché esistevano. Come con le piramidi”. “Allora vorresti fare l’archeologo”. Non saprei. Una piramide è gigantesca. A volte i tesori si trovano anche nei posti più piccoli. Poi ci vuole qualcuno che li tenga in ordine, altrimenti vanno in rovina”.
Roberto Bonzi, Una dispensa di errori, pag. 91
Giovanni è solo e malato. Come ogni uomo della sua età ha alle spalle mille vicende che, per quanto banali, sarebbero tutte degne di essere raccontate in un romanzo. Dalla morte della moglie si è chiuso nel suo piccolo mondo domestico, rendendosi invisibile a tutti. Ha stipato il suo futuro nella dispensa casalinga, in cui ha immagazzinato cibi in scatola o precotti da consumare secondo un ritmo ben preciso che ricalcola quotidianamente per accertare di essere al passo rispetto alla tabella di marcia.
Del resto, è convinto, non gli manca molto per arrivare alla meta.
Nel bunker dei suoi ricordi irrompe però un giorno la vita, sotto forma di un ragazzino che si avventura nel desolato giardino della sua abitazione.
Giovanni è un uomo restio alle novità e ai cambiamenti, odia l’incertezza e tiene conto di tutto, anche delle occasioni della sua vita ormai perdute e ormai troppe. E per questo l’incontro con Mykita rappresenta per Giovanni l’ultima opportunità, quella che non si può più perdere, per provare ad aggiustare le cose sbagliate e gli errori archiviati nel proprio cuore.
Una storia di amicizia tra rimpianti e attese
Roberto Bonzi, economista dall’animo di scrittore, costruisce con “Una dispensa di errori” un’improbabile, eppure credibilissima, storia di amicizia in un romanzo sospeso tra passato e presente, fra rimpianti e attese. L’autore riprende qui le fila di alcuni temi a lui cari e già trattati in romanzi precedenti (“Tutto mi piace”, Liberedizioni, 2022): l’infanzia come magico luogo dello spirito, la difficoltà a comunicare e a comprendersi che è sottesa alle relazioni umane, anche quelle più strette e più intessute d’amore.
Le vena malinconica di fondo di questi temi si intreccia con le vicende, dai contorni surreali, del teatrino dei politicanti-influencer-giornalisti sempre sulla cresta dell’onda, in cerca di visibilità e di consenso. In modo inaspettato e spassoso, infatti, Bonzi innesta sulla principale linea narrativa un divertissement sul rutilante mondo dei media, e dei social, in cui il fumo conta decisamente più dell’arrosto. Eppure, ci ricorda l’autore in pagine di leggera, ma incisiva ironia, i nuovi mezzi di comunicazione possono unire punti molto lontani e aprirci strade inaspettate.
La narrazione procede ora pacata, ora spedita, ma sempre attenta a fornire a ogni personaggio l’occasione di far emergere il proprio punto di vista sulla storia. Straordinariamente immediato, inoltre, lo stile di scrittura, di una semplicità studiata che è il risultato di una ricerca di efficacia.
Nella piacevolezza del testo, Bonzi riesce a porgere con discrezione al lettore una riflessione sullo stato dei rapporti intergenerazionali nella società di oggi: a fronte di una collaborazione fra gruppi sociali che si sta sfaldando, l’attenzione della narrazione collettiva è sempre più richiamata sugli opposti interessi, anziché, come sarebbe opportuno, sui valori condivisi e sugli obiettivi comuni.
Ma arriva sempre il momento in cui non si possono più sprecare le occasioni.
Titolo: Una dispensa di errori
Autore: Roberto Bonzi
Editore: Liberedizioni, 2024
Genere: narrativa
Pagine: 280
ISBN: 9791255520481
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