Da Orizinuovi a Tokyo nonostante tutto: i primi anni di Vanessa Ferrari raccontati da Marco Archetti
Recensione a cura di Katiu Rigogliosi per Brescia si legge
Vanessa Ferrari, classe 1990, nata ad Orzinuovi e cresciuta tra Brescia e Milano, è la Ginnasta italiana con la G maiuscola: detentrice di diversi record sportivi, ma anche personaggio popolare ed apprezzato nella sua terra di origine così come nel mondo della ginnastica.
“Effetto farfalla” (Mondadori 2015) è la prima biografia della ginnasta bresciana: un’autobiografia scritta in realtà a quattro mani, frutto di una lunga intervista rilasciata allo scrittore Marco Archetti. Oggi difficilmente reperibile in libreria, ma disponibile in biblioteca o in formato ebook, questa prima biografia di Vanessa si ferma a qualche anno fa – nell’attesa, chissà, di un’edizione aggiornata – ma è un modo perfetto per conoscere le origini e la tenacia di una delle ginnaste più forti di sempre.
Campionessa del Mondo a soli 15 anni, nel palmares della sua lunghissima carriera Vanessa Ferrari ha infatti inanellato un’infinità di premi e medaglie: 43 ori, 17 argenti e 9 bronzi, a cui va aggiunta l’ultimo terzo posto ottenuto agli Europei di Basilea, ad aprile 2021 (conquistata sulle note di Bella ciao). Non solo: grazie alla qualificazione (in extremis) alle Olimpiadi di Tokyo, Vanessa sarà infatti la prima ginnasta della storia della nazionale italiana a gareggiare in ben 4 Giochi Olimpici.
La pulce di Orzinuovi e la BrixiaGym di via Roma
“Diventerai la Nadia Comăneci italiana?” “Diventerò Vanessa Ferrari”.
(Gazzetta dello Sport, 2006)
La prima parte della biografia è dedicata alla passione sportiva: una passione nata in famiglia e mai ostacolata, ma anzi spronata a diventare un qualcosa di più.
Vanessa, bambina timida, riservata, poco espansiva, ma con capacità fisiche e di allenamento superiori – già all’epoca – a quella delle ginnaste professioniste, cresce sportivamente alle “Piscine Delfino” di via Roma, a Brescia: uno stabile dove le grandi vasche che una volta erano piene di acqua hanno lasciato spazio ad attrezzi, cuscini imbottiti per attutire le cadute e qualche specchio.
Le ragazze della Brixia, la squadra cittadina ospitata in questa palestra, imparavano da subito cosa volesse dire sacrificio: allenarsi senza badare troppo agli spazi a disposizione ed al contesto, creando coreografie e provando movimenti con dedizione in locali angusti. E’ questo il motivo che spinge Vanessa (e molte altre), per gli allenamenti mirati o per il perfezionamento dell’assetto da gara, a spostarsi a Milano, presso palestre adeguate e più strutturate (le stesse che, anni dopo, fecero da sfondo al fortunato programma televisivo “Ginnaste – Vite parallele“).
Ma quello sportivo non è l’unico sacrificio che viene chiesto loro.
I sacrifici necessari per diventare farfalla
Eppure non potevo riposarmi. Eppure non era concesso di tirare il fiato nemmeno un attimo. Io dovevo dare sempre il massimo. Così nella torta ci ho ficcato solo un dito. Poi, tristemente, me lo sono leccato. Eccola, la mia festa.
“Effetto farfalla”, Vanessa Ferrari (con Marco Archetti)
Quando i risultati sportivi cominciarono a farsi vedere, ed i vari allenatori intuirono che la giovane Vanessa potesse avere davvero la stoffa della ginnasta di successo, cominciarono – in un certo senso i “guai”.
Per poter fare determinati esercizi, e per evitare di sovraccaricare la struttura ossea e muscolare, è infatti necessario rientrare in una determinata fascia di peso.
Tutto girava attorno a quello: il peso.
Le atlete venivano pesate singolarmente, poi in squadra (apsetto, quest’ultimo, eliminato successivamente dai regolamenti). Nessuna poteva sgarrare: nè un cioccolatino, nè un cracker in più rispetto a quello prestabilito, pena una punizione o, peggio ancora, il rischio di non eseguire in maniera perfetta l’esercizio.
A questo aggiungeteci le amicizie mancate – uscire con gli amici? Impensabile, gli allenamenti prima di tutto -, gli affetti difficili da gestire – famiglie lontane, primi amori sbocciati ma a chilometri di distanza -, la scuola vissuta in maniera singola – nessuna classe al liceo con i compagni, gli insegnanti, gli intervalli in corridoio ma solamente lezioni singole all’ora di cena.
L’unica nota positiva, la nuova palestra, realizzata alla velocità di un battito di ciglia dopo innumerevoli richieste pubbliche da parte di Vanessa: su un terreno dell’Iveco, grazie ad alcuni sponsor stellati, nacque nel 2006 il PalAgeco, tutt’ora sede della Brixia SSDG.
Gli infortuni e la determinazione
Quando mi sono aspettata qualcosa, spesso è arrivato il contrario. A volte mi è anche successo di beneficiare di qualche buon colpo, per carità, e che le cose si sistemassero meglio di quanto pensassi.
“Effetto farfalla”, Vanessa Ferrari (con Marco Archetti)
Vanessa Ferrari, malgrado le medaglie vinte non è stata molto fortunata fisicamente.
Diversi interventi al tendine d’Achille, caviglie più volte slogate, dita delle mani rotte, il riposo dopo la mononucleosi, i problemi legati all’alimentazione e, per ultima, la positività al Covid-19 a febbraio di quest’anno: sono solo alcune delle motivazioni che hanno tenuto lontana dalla pedana la nostra sportiva.
Ma una cosa si impara a conoscere di Vanessa leggendo questo libro: la sua determinazione. La sua forza di volontà non ha eguali, niente e nessuno potrà fermarla dal raggiungimento dei propri obiettivi.
Da piccola pulce di Orzinuovi, Vanessa si è così trasformata nel corso del tempo in una Leonessa, mostrando gli artigli e prendendosi ogni gara, ogni premio, ogni soddisfazione che le si presentasse sulla propria strada.
Vanessa Ferrari ha rappresentato in pieno l’effetto farfalla citato nel titolo: chiunque di noi, se crede nelle proprie capacità e si allena con costanza sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente, può riuscire a spiccare il volo.
Quel volo che, a più di 30 anni, la porta diretta alle Olimpiadi di Tokyo.
Titolo: Effetto farfalla
Autore: Vanessa Ferrari (con Marco Archetti)
Editore: Mondadori (Strade Blu), 2015
Genere: Biografia
Pagine: 196
Isbn: 9788804654230
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