Passato, presente e potenziale del Vantiniano, cimitero monumentale e museo a cielo aperto della storia e dell’arte cittadina
Letto e recensito da Silvia Lorenzini per Brescia si legge
Che ne direste di andare a visitare una mostra allestita in un cimitero? O magari di assistere a un concerto fra i cippi funerari e le tombe di famiglia? Suona un po’ come un passatempo adatto per Halloween?
Eppure un cimitero è per la sua stessa natura un monumento, nel senso etimologico del termine, in quanto luogo del “monere” ossia del ricordare. E sul ruolo delle tombe come luogo di memoria individuale e collettiva ha scritto in abbondanza Ugo Foscolo nei sui Sepolcri, carme che venne proprio pubblicato a Brescia, per i tipi dell’editore Bettoni, nel 1807.
Valorizzare il ruolo di testimone della memoria che il cimitero Vantiniano svolge a Brescia ormai da due secoli è uno degli obiettivi che la giunta comunale persegue da qualche anno, come ben documentato dall’interessante volume “Rilevare e valorizzare la memoria. Analisi e proposte per il cimitero Vantiniano”, curato da Ivana Passamani e pubblicato da Grafo nel 2023.
Uno spazio monumentale inserito in un quadrante in forte rilancio
L’area cittadina del comparto Milano è da tempo oggetto di interventi di riqualificazione di vario genere. In particolare, la bonifica dell’ex Caffaro e la gentrificazione di numerosi edifici sono stati i nuclei principali dell’azione di ammodernamento che ha visto di recente la realizzazione del nuovo teatro cittadino Borsoni.
Il cimitero Vantiniano si trova in una posizione di forte visibilità all’interno del comparto e vi occupa un’ampia area dal cospicuo valore monumentale e ambientale per la quantità e il valore dei manufatti ivi presenti e per l’area, facente parte del complesso, adibita a parco.
Nel 2022, anche in prospettiva dell’anno 2023 dedicato a Bergamo-Brescia capitale della cultura, il Comune ha avviato uno studio di raccolta dati riguardo allo stato dell’arte degli aspetti architettonici e metrico-dimensionali del cimitero, nell’ottica di una serie di interventi di risanamento conservativo e di rilancio del patrimonio artistico-culturale dell’area. Lo studio fu affidato al DICATAM (Dipartimento di Ingegneria Civile Architettura Territorio Ambiente e di Matematica dell’Università di Brescia) e fu concepito come premessa per la formulazione di proposte culturali di ampio respiro, destinate a un bacino di utenza non solo locale.
Il volume di Grafo riporta i risultati di questo studio, documentati da un ampio corredo di foto, tabelle e planimetrie che consentono al lettore di informarsi nel dettaglio e costruirsi un’opinione riguardo al valore di uno dei luoghi simbolo della città.
Il primo cimitero monumentale della storia dell’arte
I lavori di realizzazione del cimitero Vantiniano ebbero inizio il 9 novembre del 1815, con la posa della prima pietra della chiesa di San Michele Arcangelo.
La costruzione dell’edificio cimiteriale avveniva in ottemperanza alle disposizioni dell’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 che, per ragioni di igiene urbana, proibiva le sepolture nelle chiese, nelle loro adiacenze, nelle fosse comuni (i cosiddetti fopponi) e ne sanciva lo spostamento al di fuori delle mura cittadine.
La Civica Rappresentanza individuò in un terreno prevalentemente agricolo lungo la “strada postale da Milano a Brescia” l’area deputata alla realizzazione del nuovo edificio il cui progetto venne affidato al giovane architetto Rodolfo Vantini, allora solo ventritreenne.
L’opera impegnò Vantini fino al 1856, anno della sua morte, in un progetto che divenne nel tempo sempre più ambizioso e imponente e portò la città a realizzare il primo cimitero neoclassico italiano, nonché l’unico che porti il nome del suo costruttore. L’idea generatrice del sito cimiteriale si rivelò così di successo che si può asserire che ispirò la realizzazione di altri cimiteri italiani quali il monumentale di Parma e Milano, nonché i cimiteri di Verona e di Genova.
La sobria impostazione vantiniana del complesso (improntata in buona parte alle idee egualitarie della Rivoluzione Francese) fu però superata nel giro di pochi anni, allorché il cimitero cittadino si arricchì di monumenti, tombe e cappelle che testimoniavano il desiderio di visibilità e l’affluenza dei singoli o dei principali casati bresciani. D’altra parte, proprio questa competizione dei cittadini a distinguersi anche nel luogo del dolore e del ricordo rende ora il Vantiniano oggetto del nostro interesse per la ricchezza e la bellezza delle opere artistiche che nei secoli vennero realizzate a memoria dei defunti e a dimostrazione del prestigio personale o famigliare.
Le prospettive di valorizzazione del cimitero come museo open air
Il volume “Rilevare e valorizzare la memoria” è, come il titolo stesso lascia intuire, suddiviso in due sezioni. Nella prima sono illustrate le informazioni emerse dalle rilevazioni strumentali eseguite su tutti gli edifici di interesse storico e persino sulle essenze vegetali (scrupolosamente censite e descritte in schede botaniche). Nella seconda sezione sono invece descritte le prospettive di valorizzazione del cimitero Vantiniano come museo open air.
Il libro guida in modo preciso e tecnico, ma comunque accessibile a tutti, in un viaggio alla conoscenza della genesi e dello sviluppo del complesso cimiteriale, nei suoi aspetti progettuali e artistici, consentendoci di scoprire luoghi e strutture del cimitero che probabilmente avremo visto varie volte, ma senza mai soffermarci con particolare attenzione: la chiesa di San Michele Arcangelo (nucleo originario della struttura), i porticati, il faro, le colombare, i più pregevoli monumenti funebri. I nuclei tematici sottoposti dalla curatrice del volume e responsabile del progetto (l’architetta e docente presso l’Università di Brescia Ivana Passamani) insieme alla sua equipe al Comune Di Brescia in vista della valorizzazione dell’area sono cinque: gli elementi architettonici peculiari del Vantiniano, gli stili delle tombe di famiglia, gli avvenimenti di Brescia letti attraverso i monumenti funebri, la donna tra dolore e valore simbolico, i principali artisti bresciani della statutaria.
Per ciascuno di questi nuclei tematici si ipotizza un percorso museale che viene descritto e non può non suscitare la curiosità di chi si interessi alla storia in generale, alla storia dell’arte e alla storia di Brescia in particolare.
Il volume si rivela, dunque, un interessante, ricco, curatissimo lavoro che, affiancando e integrando punti di vista già presenti nella bibliografia esistente sul sito, propone una visione progettuale nuova finora inesplorata di quella che è una vera e propria “macchina del tempo” della città.
Titolo: Rilevare e valorizzare la memoria. Analisi e proposte per il cimitero Vantiniano
Autore: Ivana Passamani (a cura di)
Editore: Grafo, 2023
Genere: saggio
Pagine: 201
EAN: 9798854930810
Incontrarci non è stato facile, ora non perdiamoci di vista! Iscriviti alla nostra newsletter per essere aggiornato su ciò che accade sulla “scena letteraria bresciana”